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Molto evocativo e suggestivo questo breve romanzo di Eraldo Baldini.
Siamo nell'Italia del 1925, in piena epoca fascista, con tanto di camicie nere, capomanipoli e milizia, che da soli basterebbero ad inquietare le nostre notti.
Nella malsana e paludosa campagna della provincia di Ravenna l'alta mortalità infantile, attribuita alla malaria ancora non debellata, spinge il Ministero della Sanità ad inviare sul posto l'ispettore sanitario Rambelli ad indagare sulla vicenda.
Siamo così catapultati in un mondo arcaico dove nebbia, suggestioni popolari e leggende la fanno da padroni. In questi paesini, sospesi tra risaie e paludi, il giovane ispettore cercherà di trovare la soluzione di un mistero che si rivelerà tanto inquietante quanto terribile.
I protagonisti delle storie di Baldini sono la superstizione, le paure ataviche del mondo rurale e la natura, in tutta la sua essenza maligna e poco rassicurante.
Straconsigliata anche la raccolta di racconti “Gotico rurale” .
Eraldo Baldini
Mal'aria
Ed. Frassinelli
Il prezzo era 20.000 delle vecchie lire
Di Baldini ho letto soltanto un racconto pubblicato di recente in una raccolta di raccondi (gialli e noir) di autori italiani - presto la recenzione (spero) - e mi ha colpito per la non comune proprietà nell'uso della lingua. Mi fa piacere leggere un giudizio come il tuo, uno stimolo in più a comprare qualcosa di suo e a non farlo aspettare per mesi prima di metterci mano.
In effetti quello che colpisce, oltre ovviamente alla storia e all'ambientazione, è lo stile. Una scrittura nitida, incisiva, inquietante quando serve.
Certi racconti contenuti in "Gotico rurale" fanno venire i brividi.
Una lettura carica di suggestioni visive, olfattive, uditive e tattili: perché sembra davvero di vedere quella nebbia e quelle terre desolate abitate da lavoratori rassegnati, sembra davvero di respirare quell’aria umida che ammorba non solo il fisico ma anche le energie e le coscienze, sembra davvero di sentire il ronzare delle zanzare e le loro punture venefiche.
In questo quadro così ben definito, Baldini ha creato un’atmosfera ancora più cupa dell’ambientazione che la ospita, fatta di superstizioni, segreti, prevaricazioni, miseria, percezioni paranormali: tutte dinamiche che si fronteggiano in un equilibrio precario, in cui la prevalenza dell’una sulle altre è solo temporanea, in cui si stenta a credere che certi comportamenti possano essere davvero adottati, ma al tempo stesso si è portati a vederli come ineludibili.
E’ il terrore tipico di Baldini, quello che si alimenta non di irreali presenze mostruose, ma di altri tipi di mostri: quelli che non si può escludere esistano davvero, quelli che si celano nella anime malvagie o semplicemente superstiziose, quelli che scaturiscono da ambienti apparentemente “normali”, per fatalismo, abitudine acriticamente seguita, ignoranza, diffidenza, omertà. Gli si può anche attribuire un nome, la Borda, per spaventare i bambini…..o per nascondere dietro ad esso una realtà ben peggiore di quella che un vero mostro immaginario potrebbe incarnare: il risultato non cambia.
Senza scampo, dall’inizio alla fine: anzi, lo sbocciare di una storia d’amore e il tentativo di riscattarsi della ragazza rendono se possibile ancora più tetro e truce l’epilogo (ma da Baldini potevamo aspettarci qualcosa di diverso ?!)
Con un stile esemplare, sobrio ma tagliente, che rende la storia ancora più raccapricciante senza ricorrere ad artifici verbali: la storia in sé non ne ha bisogno, anzi, ne sarebbe risultata sminuita. Già da sola la prima “spiegazione” (quella che si basa sugli interessi economici) avrebbe avuto il potere di lasciare fortemente scossi, la seconda poi…………………un tuffo nel gotico più crudo, ma perfettamente in linea con lo svolgimento della trama.
"Una storia che non conosci
non è mai di seconda mano
è come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato"
S. Bersani, Pacifico, F. Guccini - Le storie che non conosci (Io leggo perchè - 23 aprile 2015)