I miei ricordi personali si spingono sino alla tragica, famosa foto del colpo della "banda XXII ottobre" e al rapimento del giudice Sossi. La memoria storica della mia coscienza politica e civile si appunta alla tragica mattina del sedici marzo 1978. Da quella data, sempre più spesso, ho sentito pronunciare la fatidica frase "mi dichiaro prigioniero politico" e, a ripensarci, ho sempre sentito l'esigenza di una storia delle Brigate Rosse. Ho sempre sentito l'esigenza di capire, di approfondire il come e il perchè una generazione abbia creduto di poter conquistare il sogno di una società migliore attraverso la "critica delle armi" abbandonando l'arma della critica. Oggi arriva questo splendido libro di Giovanni Bianconi che, attraverso sei storie personali di appartenenti alle B.R., ci racconta cosa è stato il terrorismo rosso. Ma c'è qualcosa di più di una semplice cronologia attraverso le biografie. Bianconi porta avanti delle tesi.
Innanzitutto traspare un forte legame tra l'educazione cattolica e la formazione comunista dei primi brigatisti. L'unione di queste due culture da una parte spinge i protagonisti a comprendere e a raccogliere le istanze del proletariato, d'altra parte li spinge verso una concezione determinista (fino al meccanicismo) della storia: il comunismo parla loro della possibilità di una società più giusta (anche attraverso una strada violenta) e l'educazione cattolica li spinge a credere di essere portatori di una verità assoluta che, attraverso qualsiasi sacrificio (proprio e altrui), condurrà alla palingenesi totale che li assolverà dinanzi all'unico giudice che sono disposti a riconoscere: la Storia.
C'è poi, secondo me, un'altra tesi. I brigatisti degli anni '70 non erano dei marziani, magari manovrati da servizi segreti di paesi stranieri. I primi brigatisti, pur non rappresentando, ovviamente, la classe operaia, anzi causando, in definitiva, un arretramento delle sue conquiste e spesso agendo contro di essa (ricordiamoci di Guido Rossa), facevano riferimento ai temi delle lotte operaie, sfruttandone, a volte le battaglie e le sconfitte, per reclutare nuovi aderenti. Dal racconto che ne viene fatto, in particolare, i brigatisti della colonna romana, provengono dalle lotte nei quartieri marginali, dal movimento per l'occupazione delle case, dalle autoriduzioni delle bollette. Partivano cioè dai bisogni dettati dalla disperazione degli emarginati per trovare poi, come unico sbocco, la lotta armata. Certo, è proprio in questi ultimi, nei brigatisti nati nelle periferie e cresciuti con la disperazione dei quartieri dormitorio, che nasceranno le prime perplessità per le azioni delle Brigate (ormai davvero "sedicenti") rosse, totalmente staccate dalle masse che non ne capiscono più la violenza fine a se stessa.
Mi piacerebbe sapere il Vostro parere.
Einaudi Tascabili Stile Libero € 9,50
Mi dichiaro prigioniero politico - Giovanni Bianconi
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Ultima modifica di minotauro il gio apr 24, 2003 8:39 pm, modificato 1 volta in totale.
"Muchos anos después, frente al pelotòn de fusilamiento, el coronel Aureliano Buendìa, habìa de recordar aquella tarde remota en que su padre lo llevò a conocer el hielo"
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Re: Mi dichiaro prigioniero politico - Giovanni Bianconi
Grazie della segnalazione. Lo prenderò e poi, dopo la lettura, vi farò sapere.
Ciao
TyL
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caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
Vero Acquario

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l'ho comprato oggi e non vedo l'ra di iniziarlo. grazie per la bellissima segnalazione.
verdun
p.s. sempre di bianconi c'è un altro libro molto interessante: a mano armata, vita violenta di giusva fioravanti... bianconi pare intenzionato a indagare a tutto tondo, prima l'eversione di destra poi quella sinistra.
verdun
p.s. sempre di bianconi c'è un altro libro molto interessante: a mano armata, vita violenta di giusva fioravanti... bianconi pare intenzionato a indagare a tutto tondo, prima l'eversione di destra poi quella sinistra.
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Ci chiedevi un parere e io, prima di dartelo, ti ringrazio per la segnalazione.
Effettivamente è un libro che merita di essere letto.
Pur condividendo le tue osservazioni, faccio qualche considerazione sparsa e frammentaria:
E' un libro che scorre via quasi fosse un romanzo (non è forse un caso che l'autore ci informa sul "come va a finire": in poche righe alla fine di ogni capitolo ci informa sulla situazione attuale della persona di cui ci ha parlato). Vi confesso che diventa difficile abbandonare a metà una delle sei storie (circa 50 pagine l'una). E poi finita una si passa alla successiva: l'ho letto in un giorno.
Interessante poi la tecnica dell'autore: raccontando sei pezzi di vita (sei frammenti di biografia) copre circa un ventennio di vita delle BR: dalla loro nascita alla scissione del 'unione del comunisti combattenti.
Questo approccio serve anche a restituire ai brigatisti una loro umanità. Non sono solo nomi, solo artefici di una tragica stagione, ma sono uomini e donne, con le loro debolezze, con i loro affetti, con i loro dubbi e il loro anatismo.Unico neo del libro è la mancanza di indicazione delle fonti. Per tutto il libro mi sono chiesto dove finiva il racconto dei fatti e dove l'autore si era lasciato prendere un po' la mano. Nella nota finale l'autore parla in generale delle fonti ma il dubbio rimane. Ad es. il sogno di Gerardina Colotti con cui si apre l'ultima storia è veramente accaduto? e se sì, è accaduto in quei termini? Ma questo mio dubbio nlla toglie alla bontà del libro.
Ciao
TyL
Effettivamente è un libro che merita di essere letto.
Pur condividendo le tue osservazioni, faccio qualche considerazione sparsa e frammentaria:
E' un libro che scorre via quasi fosse un romanzo (non è forse un caso che l'autore ci informa sul "come va a finire": in poche righe alla fine di ogni capitolo ci informa sulla situazione attuale della persona di cui ci ha parlato). Vi confesso che diventa difficile abbandonare a metà una delle sei storie (circa 50 pagine l'una). E poi finita una si passa alla successiva: l'ho letto in un giorno.
Interessante poi la tecnica dell'autore: raccontando sei pezzi di vita (sei frammenti di biografia) copre circa un ventennio di vita delle BR: dalla loro nascita alla scissione del 'unione del comunisti combattenti.
Questo approccio serve anche a restituire ai brigatisti una loro umanità. Non sono solo nomi, solo artefici di una tragica stagione, ma sono uomini e donne, con le loro debolezze, con i loro affetti, con i loro dubbi e il loro anatismo.Unico neo del libro è la mancanza di indicazione delle fonti. Per tutto il libro mi sono chiesto dove finiva il racconto dei fatti e dove l'autore si era lasciato prendere un po' la mano. Nella nota finale l'autore parla in generale delle fonti ma il dubbio rimane. Ad es. il sogno di Gerardina Colotti con cui si apre l'ultima storia è veramente accaduto? e se sì, è accaduto in quei termini? Ma questo mio dubbio nlla toglie alla bontà del libro.
Ciao
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Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
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caminante, no hay camino,
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(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
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Vero Acquario

-
- Pirata
- Messaggi: 229
- Iscritto il: lun mag 05, 2003 6:01 pm
libro Giovanni Bianconi
Non ho letto il libro in questione, anche perche' uscito solo adesso, ma parecchi anni fa ne lessi uno consimile, stesso argomento volevo dire, si intitolava "Storia del partito armato2 e l'autore era Giorgio Galli. Ricordo d'averlo letto con interesse e mi chiedevo se era possibile far girare il libro di Bianconi, che mi incuriosisce e anche per fare un paragone. Annabella.
Sulle "motivazioni politiche" e sul "vissuto personale" degli aderenti alle brigate rosse per me resta insuperato il ibro di Alberto Franceschini "Mara, Renato ed io".
Poche righe per chi era teen-ager negli anni '80: Mara Cagol era moglie di Renato Curcio. Fu uccisa in uno scontro a fuoco con i carabinieri, all'inizio delle BR. Questa coppia insieme a Franceschini sono da considerare tra i fondatori delle BR...e nel libro si delinea che Franceschini fosse anche segretamente innamorato di Mara Cagol.
Detta così sembra una telenovela...ma il libro merita effettivamente se si è interessati e curiosi su questo tema
Molte scuse per la prolissa verbosità
Poche righe per chi era teen-ager negli anni '80: Mara Cagol era moglie di Renato Curcio. Fu uccisa in uno scontro a fuoco con i carabinieri, all'inizio delle BR. Questa coppia insieme a Franceschini sono da considerare tra i fondatori delle BR...e nel libro si delinea che Franceschini fosse anche segretamente innamorato di Mara Cagol.
Detta così sembra una telenovela...ma il libro merita effettivamente se si è interessati e curiosi su questo tema
Molte scuse per la prolissa verbosità
