Tutto inizia con un’eredità inaspettata e il protagonista può permettersi di lasciare il lavoro, traslocare e rompere i ponti con le vecchie conoscenze.
Il protagonista, definito sempre come “personaggio” e mai con il suo nome, è apatico e laconico: osserva quello che gli succede intorno ma gli altri per lui sono un enigma di cui non possiede la soluzione e si nasconde dentro sé sempre più grazie all’alcool a una relazione votata al fallimento con una giovane donna che cerca di calmare la sua angoscia. Esce dal suo letargo quando la guerra civile scuote la città: vorrebbe risolvere la situazione amichevolmente ma si rende conto che parla nel vuoto. Ionesco mette di fronte i punti di vista del rivoluzionario, dell’anarchico e dell’uomo del popolo criticando la propaganda, gli slogan e le ideologie sottolineando la contraddizione tra le affermazioni e il comportamento di chi le proclama.
Dopo queste devastazioni, il personaggio si chiude ancora più dentro se stesso.
Tutto si muove velocemente intorno a lui: anche gli anni volano e lui si ritrova con i fantasmi del suo passato.
Quando alla fine prende coscienza della sua condizione esistenziale, scoppia a ridere: dandoci la vita e gettandoci in un tale trambusto il cielo si è preso gioco di noi.
Un bellissimo testo che mi piacerebbe vedere a teatro.
Che inenarrabile casino! - Ionesco
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