
Eccisarà pure un motivo se, fino a pochi anni fa, i due scrittori più pubblicati nel mondo erano Alessandro Manzoni e Giovanni Guareschi. Il primo, un raccomandato; il secondo, un genio.
Anche ne "L'anno di Don Camillo", Guareschi descrive il Mondo Piccolo, che altro non è che un'astrazione, una "semplificazione" (che semplice poi non è) della realtà, confinanata in uno spazio ristretto: la, mitica (e quest'aggettivo non è usato a caso), Bassa.
In questo libro la FOndazione Guareschi ha raccolto racconti scritti in momenti diversi, a comporre un anno solare, dall'Inverno all'Autunno. Segue, non a caso, la scansione temporale "climatica", tipica del mondo contadino, per comporre storie meravigliose. Lontane anni luce dalle storielle edificanti deamicisiane, ma storie di peccatori impenitenti e uomini retti (comicamente interpretati volta per volta da Don Camillo o da Peppone, l'uno o l'altro non è mai dalla stessa parte), questi racconti vanno via come il Grande Fiume (secondo me forse il vero protagonista di queste storie), il Po.
Chiunque ha la possibilità di passare un po' di tempo nelle campagne della Bassa sa bene quanta parte della vita è influenzata dal Po (per quanto mi riguarda, più verso la foce, dove le cose sono ancora un po' diverse dal resto della Bassa).
L'insieme, e la sensazione che se ne ottiene, è di un'opera (scusate, mi ripeto) mitica, nel senso che ormai queste storie e questi antagonismi fanno parte del Mito. Un piccolo, ironico mito italiano.
Una particolare segnalazione per il racconto "Nella terra del melodramma", uno dei migliori racconti che abbia mai letto.
Bon.