Questo Quaderno di teoria politica raccoglie alcuni saggi veramente interessanti sul cambiamento che le PMC stanno avendo sul concetto legittimo degli stati di avere il monopolio sull’uso della forza .
Le Compagnie Militari Private sono ormai affermate ovunque vi sia da intervenire per operazioni di guerra e peace-keeping , tanto che addirittura l’ONU e varie ONG ne fanno uso .
Questa raccolta intende porre in evidenza i rischi collaterali a questo tipo di economia bellica e di quanto sia di corto respiro l’utilità di questa privatizzazione della violenza .
Nonostante sia edita da e per ambienti liberal vicini al Manifesto ( Silvio direbbe “comunisti” , per intenderci ) la critica comunque non è assolutamente di parte , tranne forse per alcuni spunti polemici e sarcastici della Anna Leander . Si punta molto a discutere sul concetto-tabù della privatizzazione della guerra , inserendolo in un contesto di politica economica in antitesi col diritto al suo monopolio dello Stato Nazione , ma nettamente distinguendolo dal mercenariato , che non è legale e che ha anche un’importanza relativamente bassa a livello mondiale .
In sintesi si discute se , nonostante l’economicità e l’efficacia , le PMC siano da considerare un pericolo alla stabilità degli stati sovrani , specie nel lungo termine .
A parte l’antagonismo ideologico tra monopolio pubblico e liberalizzazione dei servizi , di cui è pervasa la raccolta , mi va di commentare che :
- La guerra è soprattutto una questione economica . I discorsi sulle guerre di religione e per qualche ideologia lasciamoli ai trastulli degli studiosi o ai perditempo salottieri .
- La tecnologia bellica non permette più un esercito di semplici cittadini ma di professionisti : che poi questi siano reclutati tra gli stessi oppure siano stranieri è una questione strumentale che ha i suoi pro e contro , che debbono essere comunque valutati dai politici .
- Le lobbies e la finanza hanno da sempre influenzato la politica degli stati . Ora si tende solo a legalizzare questo sistema . Indignarsi per tutto questo è solo ingenuità , pre-occuparsene invece è far Politica seriamente .
Pur non escludendo a priori l’uso delle PMC , questo libro mette in risalto , nella maniera più spassionata possibile , i probabili rischi indotti dell’uso delle stesse .
Mi sembra lodevole : nessuno del resto ha divulgato i rischi di una bomba atomica prima del suo sgancio su Hiroshima e Nagasaki .
Cambiano i tempi , ma la sostanza no .
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