L'ho letto in questi giorni. Perfetto per l'ombrellone. Allora, si capisce che K J H ha letto (a sua volta) un cospicuo numero di romanzi del signor K con la K supermaiuscola, ci ha rimuginato e ha partorito quest'opera. In breve: un'epidemia misteriosa colpisce questa cittadina di Terranova. Alcune persone si dimenticano come si fa a respirare. Qualcuno per questo muore, altri no. Generalmente all'impossibilità di respirare si affiancano manifestazioni parossistiche di violenza nei confronti degli altri. Il mistero respiratorio corre parallelo a un mistero climatico-ambientalistico-spiritistico (in breve: troppe onde radio interferiscono con la salute degli indigeni, morti e vivi). Ci sono un paio di dei ex machina buoni, un paio cattivi, un paio che sembrano cattivi e invece in fondo in fondo sono buoni. C'è la vecchietta depositaria della saggezza millenaria dei segreti dello spirito dei morti eccetera (chi vi ricorda?), c'è la bambina morta e c'è la bambina viva (qui i riferimenti si sprecano), il padre violento e pedofilo (SK, se non ci fossi bisognerebbe inventarti), una madre mezza morta e mezza viva (SK 2), lo scemo del villaggio che in realtà è depositario della saggezza millenaria dei segreti eccetera (SK 3), il soldato integro e solido, rassicurante e squadrato, il nativo americano gran pezzo di uomo rappresentante della legge integro e solido, la crisi coniugale, la congiunzione carnale esoterica eccetera. Poi finisce tutto bene, con redenzione di alcuni e sacrificio di altri. Perché mi è piaciuto, nonostante l'abbondante saccheggio agli stilemi e ai temi dell'insuperabile King? Perché l'ambientazione è convincente e vivace, i paesaggi sono descritti in coinvolgente, i personaggi (non tutti, ma la maggior parte) sono credibili e la traduttrice e/o l'editor e/o il coordinatore editoriale hanno fatto una scelta coraggiosa nel trasporre il dialetto locale in un vernacolo italiano. E anche perché alcuni rapporti umani sono meravigliosamente veri nella loro stramberia.
Due mezze giornate di ombrellone spese bene.
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La città che dimenticò di respirare - Kenneth J. Harvey
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Letto per metà durante le file per gli innumerevoli controlli all'aeroporto di London Luton, per metà su una splendida spiaggia assediata da meduse rosa.
Forse il particolare contesto di lettura ha aiutato, perché mi è piaciuto, nonostante - è proprio vero - il Re sia stato qualcosa più di un'ispirazione.
Mi è piaciuta l'ambientazione, alcuni personaggi (altri meno), e soprattutto le descrizioni dei deliri dei colpiti da questo strano morbo... Sulle prime fa un po' effetto leggere questi abitanti di Terranova che parlano abruzzese, però alla fine devo dire che è stata una buona idea.
Forse il particolare contesto di lettura ha aiutato, perché mi è piaciuto, nonostante - è proprio vero - il Re sia stato qualcosa più di un'ispirazione.
Mi è piaciuta l'ambientazione, alcuni personaggi (altri meno), e soprattutto le descrizioni dei deliri dei colpiti da questo strano morbo... Sulle prime fa un po' effetto leggere questi abitanti di Terranova che parlano abruzzese, però alla fine devo dire che è stata una buona idea.
"La mia fede è qualsiasi cosa mi faccia sentire bene riguardo all'essere vivo" (Tom Robbins, Feroci invalidi di ritorno dai paesi caldi)
"Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà"
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Di libri non ce n'è mai abbastanza
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