La fine di Norma
Un libro molto bello e la Mazzucco è stata molto brava a cambiare continuamente tipo di linguaggio e atmosfere: il racconto dell’incontro di Norma e Argentero ti rimanda alle immagini in bianco e nero della Torino di inizio secolo scorso; il racconto della infanzia violata di Medusa rimanda alle montagne aspre dove è difficile vivere e dove la violenza e la miseria sembrano dominare il tutto; e poi il racconto della villeggiatura in Costa Azzurra così bohemmiene; il racconto della tragedia con il lungo monologo interiore di Argentero mentre sta per raggiungere Norma sequestrata nella casa in montagna e dove medita di ucciderla o di perdonarla in un altalenante flusso di emozioni violente; le perizie fredde e aride sulle capacità mentali di Norma, una vera e propria cartella clinica; le poesie dedicate alla “Barbara Medusa”; il dubbioviene lasciata nel dubbio: è morta? E’ fuggita con Medusa a Parigi? Sono morte tutte e due sotto una tempesta di neve mentre tentavano di superare il confine?
e poi l’epilogo dei superstiti.su come sia andata veramente a finire la vita di Norma
La Mazzucco è stata molto brava a descrivere i posti dove è stato ambientato: in particolare la meravigliosa Valle Stura dove, quando posso vado a camminare per i suoi sentieri e dove la montagna è proprio così bella e difficile come descritta.
In particolare, nelle ultime pagine racconta di come Bersezio sia un non-luogo in quanto non Italia e non ancora Francia perchè il controllo della dogana era posto prima dell’ingresso in paese: è la stessa sensazione che io ho sempre provato quando da piccola andavamo a sciare in Francia e mi chiedevo che posto fosse: non più Italia perchè avevamo passato il controllo, ma non ancora Francia perchè il confine è in cima al Colle della Maddalena.
E poi Barcellonette: quando ci passo rimango sempre affascinata da questo paese che ha subito una grossa influenza messicana e dalle sue bellissime villette (un vero gioiello), ma adesso non potrò non pensare al mercato dove a inizio Novecento si vendevano i bambini.
Infine, che bello leggere alcuni pezzi in patois!