Non mi era mai capitato, in quasi cinquant’anni, di vedere un graffito dedicato da un padre a un figlio. E ho immaginato storie che possano aver prodotto il gesto di quella scritta. In quella terra malinconica e triste, con l’anima appesa al tempo, tutto sembra epico e grande. Anche un atto così semplice. Diciassette lettere scritte da qualcuno, un giorno, su un muro”.
Questa è l’introduzione dello stesso Veltroni ai cinque racconti che compongono il libro, narrati tutti in prima persona dall’autore di turno della scritta sul muro. Sono storie molto radicate nel contesto argentino, ma anche molto personali, come delle confessioni raccontate in punta di penna, con delicatezza e quasi con pudore, sul rapporto di un padre e di un figlio….o sulla sua assenza.
Questo libro mi ha stuzzicato per lo spunto iniziale e dopo averlo letto devo dire che mi è piaciuto molto...e mi ha anche un po' commosso!
Mi piacerebbe farne il primo ring della mia vita bookcorsara: c'è qualcuno interessato?
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