faccio parte della folta schiera che amò Smilla e il suo senso per la neve. Benchè gli anni abbiano ridimensionato il giudizio sul tuo primo libro importante, considero ancora Smilla una gran bel testo, che mescola una bella storia a una introspezione dei personaggi davvero affascinante. Ho apprezzato in seguito I quasi adatti, ho storto il naso di fronte a La donna e la scimmia: una storia noiosa, non sono stato solo io a dirtelo.
Poi dieci anni di silenzio.
A novembre sei tornato come le cinnamon (cit.), con questa bambina silenziosa. Apriti cielo. Avevo prenotato il libro prima dell'uscita.
L'ho letto, fino all'ultima pagina. Solo ora trovo il coraggio di riordinare le idee e scrivere questa recensione.
Le tue belle idee ci sono tutte: hai creato un clown con un udito prodigioso, sei tornato a parlare di bambini e adulti che si fanno la guerra fra loro. Ci sono addirittura le suore che fanno take-won-do. Quanti libri di Stefano Benni avrai letto, in questi ultimi dieci anni?
C'è però una drammatica lacuna. Non ci si capisce niente; la storia è incomprensibile; pagina dopo pagina si perde qualsiasi coordinata spazio-temporale; ogni capitolo inserisce dettagli che cadono nel vuoto dopo pochissimo.
Non spieghi le metafore quando descrivi alcuni personaggi. Per esempio: definisci "frati" i poliziotti danesi della finanza, vestiti di nero. Io per cinquanta pagine ho creduto fossero frati veri, tipo santa inquisizione.
Mi son detto. Akela, tu sei scemo. Il problema è tuo. Allora ho chiesto in giro, e molti vecchi "Hoeghiani" come me avevano le mie stesse impressioni.
Ora i casi sono tre.
1) Hai cercato fare il James Joyce del duemila. Hai scritto un rompicapo per i lettori, sfidandoli ad entrare nella tua testa, nei tuoi ritmi, nelle tue metafore e nelle tue interpretazioni. Descrivi Copenaghen come se tutti ci fossero stati almeno una volta nella vita per lungo tempo, tipo militare a Cuneo. E tacciamo sul tuo uso terroristico dei flash-back.
2) E' molto probabile che il libro sia disseminato di concetti simbolici, significati nascosti, trabocchetti linguistici e letterari. Ok, una figata. Chapeau. Ma allora, perchè non hai scritto un saggio romanzato? L'avrei capito di più
3) Come Kasper, il personaggio principale, hai finito i soldi. Dieci anni senza pubblicare sono tanti. Allora hai scritto "qualcosa" in fretta e furia, mettendoci dentro tutto il tuo repertorio, dai bambini in poi. Un casino.
Ad un certo punto del libro usi l'espressione "gli si rizzarono i capelli in testa". La stessa, identica frase viene ripetuta otto righe dopo. Credevo fosse un madornale errore di traduzione, o di correzione di bozze. Così non è.
Peter, ti voglio bene, ma la prossima volta non mi presenterò per te in libreria, la mattina presto.

Peter Høeg
La bambina silenziosa
407 pagine
Euro 18,60
Mondadori