Confesso che se questo libricino ha attirato la mia attenzione fra una pila di libri usati è perché il titolo mi ricordava "la moto di kafka" di bridget jones
In realtà, mi è bastato il sottotitolo per innamorarmene: Storia della letteratura mondiale dalle origini a oggi, in sedici ricette.
Ci sono appunto 16 ricette, gli ingredienti elencati per bene e dei brevi racconti "alla maniera" di un grande autore per descrivere le modalità della preparazione.
Non ho ancora finito di leggerlo (e non ho ancora provato le ricette, ma alcune mi ispirano proprio), però lo trovo molto originale e divertente, in più unisce due mie passioni (cucina e letteratura), quindi sono molto soddisfatta dell'acquisto!
Tanto per farvi capire, leggere la "zuppa veloce di miso" alla maniera di Kafka è come leggere una pagina del processo; le "moules marinières" alla maniera di Italo Calvino sono ispirate al primo capitolo di "se una notte d'inverno un viaggiatore" ("Ma è questa la ricetta che stai cercando? Senza dubbio hai letto il titolo e sei aperto, almeno in linea di principio, all'iidea delle moules marinières. Hai dato un'occhiata agli ingredienti, e ora ti sembra che se riesci a trovare le cozze la preparazione presenterà scarse difficoltà, ma prenderai la tua decisione all'ultimo momento, a seconda dei prezzi e della disponibilità dei molluschi"); le "Uova al dragoncello" alla maniera di Jane Austen si rifanno ad orgoglio e pregiudizio ("E' una verità universalmente riconosciuta che le uova, conservate troppo a lungo, vanno a male. Le uova di Oakley Farm si erano appena insediate nella cucina di Somorcote, ma già la signora B. stava pensando di organizzare un ritrovo per presentarle al vicinato riscuotendo, questi almeno erano i suoi auspici, una generale approvazione.")
Mark Crick
La zuppa di Kafka. Storia della letteratura mondiale dalle origini a oggi, in sedici ricette
Ponte alle Grazie
€ 10,00
Mark Crick - La zuppa di Kafka
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E' un’idea assolutamente geniale far diventare la ricetta un gioco letterario: come Omero spiegherebbe la ricetta della fenkata? Effettivamente avrebbe dovuto destreggiarsi tra un iracondo Achille e un astuto Ulisse.
E la supertorta al cioccolato? Sicuramente Irvine Welsh avrebbe dato molto rilievo alla farina (“preparo la dose della farina, e alla vista di una tale montagna di polvere bianca sento la tentazione di tuffarci il naso”).
E Virginia Woolf non avrebbe dato spazio a un flusso ininterrotto di pensieri nel descrivere la clafoutis grand-mere?
E Kafka descrivendo la zuppa non sarebbe stato angosciato dall’idea della metamorfosi dei suoi invitati in inquisitori (“e mentre la commissione di inchiesta si spartiva il contenuto della ciotola di K., lui se ne stava in piedi silenzioso e cercava di riprendersi, perché sapeva che gli sarebbe stato chiesto molto, e che la zuppa poteva ancora incidere sull’esito del suo processo”)?
Ecco come inizierebbe Raymond Chandler la sua ricetta:
Buttai giù un sorso del mio whisky sour, spensi la sigaretta schiacciandola sul tagliere e osservai una cimice che arrancava per uscire dal lavandino. Avrei avuto bisogno di un tavolo da Maxim, cento verdoni e una bionda da mozzare il fiato. Ma avevo solo un cosciotto d’agnello e nessun indizio per capire cosa farmene. Afferrai la carne. Era fredda e umidiccia come la stretta di mano di un coroner.”
Geniali anche le descrizioni di coq au vin alla maniera di Gabriel Garcia Marquez e il rosti alla maniera di Thomas Mann.
Un vero gioiellino questo ricettario, mi è piaciuto tantissimo (se poi qualcuno prova a fare anche la ricette mi faccia sapere )
E la supertorta al cioccolato? Sicuramente Irvine Welsh avrebbe dato molto rilievo alla farina (“preparo la dose della farina, e alla vista di una tale montagna di polvere bianca sento la tentazione di tuffarci il naso”).
E Virginia Woolf non avrebbe dato spazio a un flusso ininterrotto di pensieri nel descrivere la clafoutis grand-mere?
E Kafka descrivendo la zuppa non sarebbe stato angosciato dall’idea della metamorfosi dei suoi invitati in inquisitori (“e mentre la commissione di inchiesta si spartiva il contenuto della ciotola di K., lui se ne stava in piedi silenzioso e cercava di riprendersi, perché sapeva che gli sarebbe stato chiesto molto, e che la zuppa poteva ancora incidere sull’esito del suo processo”)?
Ecco come inizierebbe Raymond Chandler la sua ricetta:
Buttai giù un sorso del mio whisky sour, spensi la sigaretta schiacciandola sul tagliere e osservai una cimice che arrancava per uscire dal lavandino. Avrei avuto bisogno di un tavolo da Maxim, cento verdoni e una bionda da mozzare il fiato. Ma avevo solo un cosciotto d’agnello e nessun indizio per capire cosa farmene. Afferrai la carne. Era fredda e umidiccia come la stretta di mano di un coroner.”
Geniali anche le descrizioni di coq au vin alla maniera di Gabriel Garcia Marquez e il rosti alla maniera di Thomas Mann.
Un vero gioiellino questo ricettario, mi è piaciuto tantissimo (se poi qualcuno prova a fare anche la ricette mi faccia sapere )
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