Henning Mankell, La leonessa bianca

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zazie
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Henning Mankell, La leonessa bianca

Messaggio da zazie »

«Forse questa è la differenza fra noi due» disse Wallander.
«Io sono abituato e mi aspetto che ogni storia abbia una fine. Per te, una buona storia non finisce mai.»
«Forse è così» disse Victor Mabasha.
«Sapere che non si incontrerà più una persona, può essere una fortuna. Perché in quel caso c’è qualcosa che continua a vivere»
Una storia può partire nel 1918 in Sudafrica e approdare in Svezia negli anni Novanta; può legare il destino di Nelson Mandela, futuro presidente del paese, a quello di Kurt Wallander, ispettore di polizia di provincia.

Se a scriverla è Henning Mankell, questa può essere davvero una buona storia,
capace di gettare un po’ di luce su quella con la esse maiuscola senza farne semplicemente uno spunto o cadere nel didascalico.
Perché quel che conta è che una tranquilla agente immobiliare svedese è stata uccisa a sangue freddo, apparentemente senza motivo, e qualcuno deve trovare l’assassino.

In una recente intervista Mankell confessava di non amare particolarmente Wallander e per illustrare meglio concetto diceva: se lo incontrassi a una festa non mi siederei certo a parlare con lui.
Wallander, spiegava, è un uomo di cui non condivido pensieri e opinioni.

Lo scollamento tra Mankell e Wallander qui è evidente. L’autore si muove su un campo lungo, coglie le contraddizioni e le ferite di un mondo in cambiamento. Il personaggio si interessa a ciò che è prossimo, perde il controllo quando gli omicidi entrano nel suo microcosmo, conversa con Victor Mabasha (il killer sudafricano), senza riuscire ad accorciare realmente le distanze, si scontra con la propria incapacità di comprendere.
«Non sempre si può capire» disse Victor Mabasha.
«Una storia è un viaggio che non ha mai fine»
La leonessa bianca è uno dei migliori romanzi di Mankell, qualche ingenuità narrativa è ampiamente riscattata dal talento con cui ci conduce attraverso i due piani di indagine senza mai perdere di vista l’essenziale: ogni viaggio ne contiene infiniti altri, ma nel mondo di Wallander tutto ha un inizio e una fine.
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