Paula e le bottiglie delle meraviglie

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circetta francese
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Paula e le bottiglie delle meraviglie

Messaggio da circetta francese »

Per chi ha amato La donna che sbatteva nelle porte di Roddy Doyle, da non perdere Paula Spenser.
Ieri sera non riuscivo a chiudere occhio se non arrivavo alla fine.
Ha Paula vuoi bene perché è una donna normale, potrebbe essere tua madre, la tua vicina di casa. È una donna che si sta disintossicando, che lavora sodo, che sente gli acciacchi dei tempi passati, che dice "Grande! Fantastico! ...cazzo, merda!".
Aveva 20 anni negl'anni '70, era giovane e ingenua. Ha sposato il più bello e bullo della sua periferia povera di Dublino, assomigliama a Sean Penn e questo le bastava. Destino ha voluto che diventasse un delinquente, Charro, destino ha voluto che la picchiasse, che lei lo amasse e che ci abbia messo a mondo ben quattro figli. Destino ha voluto che per ripararsi dai calci e dalle botte, in assenza di quella solidarietà alla vittime di violenze domestiche che è nata dopo, negl'anni a venire, lei si sia rifugiata nel Paese delle bottiglie.
Questo paese dei balocchi non è per tutti, per fortuna, spesso ci si arriva per gioco, con incosapevolezza e non se ne scappa più, ci si muore. Per Paula, e Roddy lo racconta benissimo nel primo La donna che sbatteva nelle porte, quelle bottiglie sono un incubo e un rifugio, come lo è l'amore per suo marito, incubo e sogno. Lei rimane sempre un po' madre dentro, nonostante i calci, nonostante il rancore verso l'omertà della sua famiglia, nonostante il sapore di alcol la mattina.
Ed è questo che emerge nella nuova Paula Spenser. Si ha un epilogo duro e felice allo stesso tempo, emerge quel percorso post, di questa alcolista in trattamento. È brava, fatica a credere in sè stessa e poi farci gli altri, i suoi figli, le sue sorelle. La si vede alle prese con un vita normale, un avita dura quanto quell di un'alcolista ma piena anche di soddisfazioni.
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