Capita che una mattina ti svegli e scopri che quello che ti circonda non ti assomiglia più.
Capita che mentre bevi un tè realizzi che quello per cui hai lottato ti è costato un pezzo di anima.
Capita che invece di limtarti a pensare che è il momento di andare, impacchetti le tue cose e parti.
Altrove, magari su un’isola, un pezzo di terra spazzato dal vento e dal mare dove ti aspetta un lavoro per cui non devi neanche fingere entusiasmo.
Nessuno che faccia domande, niente occhi in cui specchiare la tua umanità impoverita.
Il narratore di Albert Sánchez Piñol sceglie una sperduta isola al largo della Patagonia, convinto di trovare tutto questo. Ma il nuovo ufficiale meterologico avrà una sorpresa che lo costringerà a rivedere radicalmente i suoi piani e a riprendere la lotta, questa volta per la sua stessa vita.
In La pelle fredda siamo dalle parti di Robinson Crusoe (ma quello di Michel Tournier), de Il signore delle mosche e di Alien.
Una lettura a tratti disturbante ma sicuramente un libro interessante che coniuga il gusto per l’avventura con quello per l’introspezione.
Si finisce un po’ delusi per la chiusura del cerchio, ma resta in bocca un buon sapore di sale.
Albert Sánchez Piñol, La pelle fredda, Feltrinelli, 15 euro
Albert Sánchez Piñol- La pelle fredda
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