"La prosivendola" - Daniel Pennac

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Towandaaa
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"La prosivendola" - Daniel Pennac

Messaggio da Towandaaa »

Una trama che ha del giallo (ma di quei gialli meno lineari, con eventi che inizialmente sembrano indipendenti, ma che poi rientrano in un unico disegno, abilmente svelato) che coinvolge, sia come vittime che come indagati, membri della tribù dei Malaussène.
Su questa trama, che poi (anche se ben delineata e sviluppata)è solo un pretesto, si innestano le riflessioni che Pennac attribuisce ai suoi personaggi ma con l'intento di proporle al lettore, per uno sviluppo ulteriore e personale.
I temi affrontati, questa volta, sono principalmente due:da un lato gli stratagemmi, gli inganni, le montature mediatiche che possono celarsi dietro una serie di best-sellers; dall'altro la delicatissima condizione dei pazienti in coma e le diverse posizioni che i medici e i familiari possono assumere di fronte a chi si trovi in tale stato.
Con la consueta ironia, che non è mai fine a se stessa ma vero e proprio metodo di analisi ed esposizione con cui l'autore porge al lettore i temi designati, Pennac mi ha di nuovo "provocata" a riflettere, con quelle sue espressioni argute, sottili e taglienti, disseminate qua e là, quasi nascoste dietro alle vicende più paradossali e appariscenti di questa astrusa banda di personaggi. Tanto per citarne solo alcune: gli "uomini-di-lettere" che "non scrivono per scrivere, ma per aver scritto - e che si sappia in giro"; "La vendetta è il territorio infinito delle conseguenze indesiderate"; "I giovani che senza paura partono per le crociate guerriere mandano sui campi di battaglia soltanto la loro terza persona"; "non è più una persona fisica ad attrarvi in quest'ospedale, ma la celebrazione di un sentimento".
Se dunque l'ironia e il paradosso hanno lo scopo di richiamare l'attenzione su rischi e possibilità che comunque ed entro altri limiti possono dimostrarsi reali, si comprende anche perchè le pagine più immediatamente godibili (quelle in cui il protagonista si cimenta nel dare risposte precostituite durante le interviste e quelle in cui inizia ad uscire dal coma ma ancora in modo non percepibile all'esterno) proprio perchè in prima battuta esilaranti, sono anche quelle che lasciano un retrogusto davvero amaro.
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etnagigante
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Messaggio da etnagigante »

Noto con piacere che anche tu sei stata divorata dall'universo Malaussene e che stai facendo incetta di Pennac.
Brava!
A nome di uno che ha passato tanto tempo con l'universo di Belleville e ha tanti ricordi anche metalibrari legati a quelle letture.
A valle, tra masse ebre, la nera, l'accesa d'ira Etna ti moveva; l'Etna gigante, lave vomitante. Arida secca l'arena, l'erbe essa martellava.

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massiprof
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Messaggio da massiprof »

Che mito la Regina Zabo! Il suo modo di annusare e accarezzare i libri era unico. Secondo me, della tetralogia dei Malaussene, questo è di gran lunga il migliore e il più compiuto!
A partire da una certa età, la vita diventa amministrativa - soprattutto (Houellebecq)

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