Il mio interesse per questo libro ha seguito una parabola discendente al punto che ho proprio stentato a finirlo. Quello che mi ha spinto a terminarlo è stato il desiderio di verificare e di scoprire le ragioni di una intuizione che avevo avuto fin dall’inizio: l’assenza dei nomi di tutti i personaggi ed eccezione della protagonista femminile. Si tratta di una scelta certo non casuale, dettata probabilmente dall’intento di rendere ancora più stridente il contrasto tra la supposta individualità e importanza di ciascuno e la realtà degli eventi che tende invece ad uniformare, omologare e dunque schiacciare gli individui riducendoli solo alle mansioni di cui si occupano o al ruolo che assumono in un determinato contesto che sfugge al loro controllo. Ma non escludo che possano esserci anche altri significati alla base di questa scelta, dal momento che si tratta di un romanzo che soprattutto nella parte finale è ricco di simboli.
Il tono narrativo muta sensibilmente lungo un percorso che si snoda tra l’evento realistico da cui la storia prende avvio e il finale caratterizzato invece da una atmosfera vaga e quasi paradossale, nell’arco di un viaggio che è non solo materiale, ma anche spirituale, un cammino di espiazione per colpe proprie e altrui che tende ad assumere valenza universale (sottolineato e messo in risalto anche tramite i passi in cui voci corali anonime ci presentano ciò che della storia viene percepito all’esterno della cerchia dei protagonisti). Un percorso in cui muta anche il grado di coinvolgimento (da professionale a personale) del protagonista maschile, parallelamente alla progressiva presa di coscienza di sé stesso, sia in senso assoluto che in relazione agli altri.
Quindi non posso certo affermare che mancassero temi importanti a questa storia; semplicemente non ho apprezzato molto il trattamento che ne è stato fatto né il finale, così repentino, tronco e poco circostanziato, giunto a conclusione di una storia che all’inizio sembrava promettermi un maggior grado di coinvolgimento.
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Ho aperto un ring di un altro suo libro...
Si tratta di RITORNO DALL'INDIA.
L'ho trovato meraviglioso. A me è piaciuto tanto. Poi però non ho più letto nulla di questo autore. Ora tu mi stronchi così questo suo romanzo (di cui sinceramente non avevo mai sentito parlare)...e poichè mi fido, preferisco rimanere con il bel ricordo del libro menzionato più sopra ed evitare una delusione.
Che dici, è una scelta vigliacca?

L'ho trovato meraviglioso. A me è piaciuto tanto. Poi però non ho più letto nulla di questo autore. Ora tu mi stronchi così questo suo romanzo (di cui sinceramente non avevo mai sentito parlare)...e poichè mi fido, preferisco rimanere con il bel ricordo del libro menzionato più sopra ed evitare una delusione.
Che dici, è una scelta vigliacca?

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Bè, ma l'autore ne ha scritti molti altri, per cui puoi saltare questo, anche se il giudizio su di un libro è soggettivo e magari potrebbe piacerti quello che a Towandaaa non è andato giù, e passare agli altri. Io di Yehoshua ho letto "L'amante" e l'ho trovato molto bello 

-...è solo che non ho tempo per leggere.
- Mi dispiace per te.
- Oh, non direi.Ci sono tanti altri modi per passare il tempo.
Giulio vorrebbe replicare che leggere non è "passare il tempo"...
(T. Avoledo)
cinefila integralista
Non inviatemi ring senza avvertire, grazie ^_^
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Letto anch'io da poco, uno dei pochissimi romazi di Yehoshua che non ho molto apprezzato ( l'altro è stato appunto Ritorno dall'India). Rimane nonostante tutto uno degli scrittori che più ho letto con piacere negli ultimi anni, per L'amante, Un divorzio tardivo e La sposa liberata. Stranamente, ma va benissimo così, non lo considero affatto un difetto, riesce a essere molto diverso da un libro all'altro. Adesso sto leggendo Cinque stagioni, che trovo però un po' pesante.
Cosa leggerai?
Con che libro affascini il tuo cuore?
E se ti perderai nel labirinto di un amaro autore?
P.C.

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Re: Il responsabile delle risorse umane-A. B. Yehoshua
Grazie a lisolachenoncè che mi ha ritrovato questo thread
Io avevo amato molto Un divorzio tardivo, ma con questo romanzo ho fatto fatica come Towandaaa. Penso più che altro di non averlo proprio capito. Non che sia brutto, per carità, però non ha toccato nessuna delle mie corde, e anzi mi ha un po' irritato/annoiato.
Però voglio dare un'altra chance a Yehoshua. Nel mio Kindle ho L'amante e Tutti i racconti. Presto li leggerò e vedremo se Yehoshua mi piace oppure no

Io avevo amato molto Un divorzio tardivo, ma con questo romanzo ho fatto fatica come Towandaaa. Penso più che altro di non averlo proprio capito. Non che sia brutto, per carità, però non ha toccato nessuna delle mie corde, e anzi mi ha un po' irritato/annoiato.
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