Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani - F. Geda

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ciucchino
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Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani - F. Geda

Messaggio da ciucchino »

Emil è un tredicenne rumeno arrivato in Italia come clandestino con il padre che si ritrova da solo a Torino dopo l’arresto e il rimpatrio del padre a seguito di una rissa. Il libro inizia con la fuga da Torino dopo il violento litigio con un architetto inquietante, ossessionato dalla bellezza e esteta in ogni particolare della quotidianità (la causa della lite si scoprirà solo alla fine del romanzo) per andare alla ricerca del girovago nonno. Durante il viaggio attraverso mezza Europa, Emil sarà accompagnato da personaggi pittoreschi e da ognuno imparerà qualcosa (dall’amore all’odio) fino ad arrivare alla meta.
Il romanzo è molo bello sia per la trama, sempre un po’ sopra le righe ma mai del tutto inverosimile, e sia per lo stile di scrittura che mi è piaciuto tantissimo. E’ un romanzo di formazione con un ragazzino che sta crescendo e deve imparare a vivere e sopravvivere nella giungla moderna con dei personaggi pittoreschi ma che hanno ognuno di loro la propria umanità e qualcosa da insegnare. E’ in gamba Emil, ma pur sempre un ragazzino solo (orfano di madre con un padre in galera e un nonno girovago, lontano dalla sua amata patria e dagli amici) che ha bisogno non solo di amici ma anche di una figura adulta a cui appoggiarsi e identificarsi.
Lo stile di scrittura è veramente ben riuscito: il romanzo è raccontato a due voci (Emil e l’architetto). In particolare quando racconta Emil, l’autore è molto bravo nel rendere lo stile di un tredicenne (la passione per un eroe dei fumetti lo porta ad identificarsi con lui e a sognare ad occhi aperti di vivere le sue avventure, le frasi con un punto per parola, le ripetizioni ad ogni inizio frase, la caratteristica dello straniero che, con orgoglio, evidenzia come e dove ha imparato una parola difficile o desueta) ma anche quello del nonno artista (scrive in italiano ma inverte le lettere nelle parole) e dell’architetto (attento e puntiglioso nella scelta delle parole).
"I libri li rubavo. I libri non dovrebbero costare nulla, pensavo allora e penso ancora oggi".
(Pascal Mercier, "Treno di notte per Lisbona)

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