
Letto nel giro di 2 giorni, assolutamente IMHo in linea con le aspettative dei lettori di Hornby. a me nel complesso è piaciuto, specie nei dialoghi genitori-figli (un po' a tratti mi ha ricordato "un ragazzo") ma non è riuscito a scalfire il ricordo dei personaggi di "Non Buttiamoci giù" che secondo me erano decisamente più "intensi" (e la trama un po' meno buttata lì).
Nel complesso cmq una lettura piacevole, con qualche sana risata e qualche frase da sottolineare, anche se non credo che passerà alla storia

.Sam vive a North London; sedici anni, gli ormoni impazziti e una passione grande, come tutti i suoi coetanei: lo skateboard.
E l'Eroe, il suo Eroe, è Tony Hawk, il più grande skater del mondo. Lui lo adora, ha il suo poster in camera, gli parla, si confronta con lui. E a chi se non al proprio eroe si possono raccontare le paure, le ansie, i problemi? Forse a una mamma come quella di Sam, giovane, carina, comprensiva, che ha conquistato anche gli amici del figlio. Del resto lei è una mamma davvero particolare e molto vicina al figlio, visto che lo ha avuto a sedici anni. E proprio a quella stessa età Sam conosce Alicia, con la quale è amore a prima vista, passione totalizzante e simbiotica come può esserlo solo a quell'età.
Ma poi purtroppo, proprio quando - come succede solo a quell'età - il rapporto si sta ormai sfilacciando, Alicia scopre di essere incinta. Terrorizzato dal dover annunciare ai rispettivi genitori la drammatica verità e distrutto dalla visione terribile di un futuro fatto di pannolini e incomprensioni matrimoniali - prospettatagli dal suo idolo che tra le altre mille qualità ha anche quella di farlo "viaggiare" il suo protetto nel futuro - , Sam sceglie la fuga ad Hastings. Ma la sua fuga avrà breve durata.