Viaggi e avventure della Serendipity, Il Mulino, 2002. euro 24
Quando il caso aiuta la ricerca
di Giancarlo Bosetti
Il sociologo Robert Merton ripercorre la storia e le avventure della Serendipity, la "sagacia accidentale" che ha reso possibili molte scoperte scientifiche.
Il noto e affermatissimo sociologo americano Robert Merton, insieme ad Elinor Barber, ha dato adesso alle stampe un saggio sulla storia di questa parola e di questa idea.
E lo ha fatto nella versione italiana (Viaggi e avventure della Serendipity, Il Mulino, 2002. euro 24) per la prima volta, che è dunque la versione originale. Lo spiega lo stesso Merton nella introduzione.
Sono state le redattrici della casa editrice Laura Xella e Giovanna Movia a convincerlo a tirare fuori dal cassetto un manoscritto che era pronto dal 1958.
L'Italia conferma di avere una parte speciale nella storia di questa parola, dal momento che la favola dei tre principi è stata attribuita a Christoforo Armeno, armeno di nome e di fatto, e sarebbe stata tradotta nel Cinquecento dal persiano, ma si è finito per pensare piuttosto che sia non una traduzione ma un'opera dello stampatore veneziano Michele Tramezzino, che avrebbe inventato di sana pianta tutto quanto compreso il nome "Serendip", con tutto quel che segue.
(CUT)
serendipity è una parola inventata da Horace Walpole, scrittore e collezionista d'arte del Settecento, figlio del primo ministro Robert, autore di un ricchissimo epistolario. Scrivendo all'amico Horace Mann, il 28 gennaio del 1754, di come era venuto improvvisamente in chiaro circa una faccenda araldica, per noi irrilevante, spiegò che quella scoperta era di un genere «che io chiamo Serendipity, una parola molto espressiva che, giacché non ho niente di meglio da raccontarti, cercherò di spiegarti: la capirai meglio per derivazione che per definizione. Una volta lessi una sciocca favoletta intitolata The Three Princes of Serendip: nel corso dei loro viaggi, le loro Altezze scoprivano continuamente, per caso e per sagacia, cose che non andavano cercando; ad esempio uno di loro scoprì che un mulo cieco dall'occhio destro era passato per la loro stessa strada di recente, perché l'erba era mangiata solo sul lato sinistro, dove era più brutta che sul destro - ora capisci che cos'è la Serendipity?». E' una scoperta che si realizza grazie alla "sagacia accidentale", dunque inattesa, e perciò da iscrivere tra i fenomeni della vita umana cosiddetti inintenzionali, ma di genere positivo, benigno, al contrario dei fenomeni pure inintenzionali di carattere negativo, quelli consistenti in azioni che producono un risultato in contrasto con le buone intenzioni che animavano gli attori: l'effetto perverso. La serendipity ha in comune la sorpresa con l'effetto perverso, ma è benefica, muove nella direzione opposta. In effetti fa bene, come in qualche modo immaginava Vivian Leigh accostandola alla composizione floreale, ma non è una attività programmabile nel tempo libero, perché la serendipity capita quando non te l'aspetti, ha a che fare con la conoscenza: è esattamente un progresso inatteso della conoscenza, frutto di sagacia, ma accidentale. Stavi perseguendo una scoperta importante con tutte le tue energie e invece ne fai un'altra, magari anche più importante, ma che non prevedevi.
Quanto mi ispira....
