John Irving - Vedova per un anno
RIzzoli (2004)
pg. 538 - € 10,20
Trama
Ruth Cole ha quattro anni quando sorprende sua madre Marion con un giovane amante. La bambina vive alternativamente con l'uno o l'altro dei genitori, che sono divorziati, e adora ascoltare le favole che il padre le racconta. Il padre, Ted, è uno scrittore per l'infanzia, e le storie che incantano Ruth sono le stesse che lui si prepara a pubblicare. Anche l'amante adolescente, Eddie, diventa, da adulto, uno scrittore: pubblica un libro dedicato ai suoi incontri sessuali con Marion e, quando rivede Ruth ormai cresciuta e, a sua volta, apprezzata scrittrice, si innamora di lei. Ruth invece, vedova quarantenne, mamma e donna di successo, completa il suo percorso di maturazione personale con una nuova, grande storia d'amore.
I molti episodi di una vicenda lunga oltre un trentennio sono raccontati nel romanzo di Irving in tre tempi, uno per Ruth: l'infanzia; l'età adulta, con la realizzazione professionale e la solitudine sentimentale; la vedovanza e l'innamoramento. Si sviluppa così la storia della protagonista e dei molti personaggi che ruotano intorno a lei, dei loro sentimenti, allegrie e dolori, dei libri che scrivono e delle avventure che vivono.
Ho appena terminato questo bel tomone da 538 pagine e ancora non ho capito se mi è piaciuto o no!
Il fatto è che.. arrivati all’ultima pagina mi sembra che manchi ancora qualcosa! Cioè..il senso della mancanza pervade tutto il romanzo, ma.. lasciarmi così dopo tutte queste pagine e dopo 37 anni di vicende, questo proprio non dovevi farlo, caro il mio Irving!
L’ho letto piano (più o meno un mese: quasi un record, per me!), rammaricandomi di non potergli dedicare più tempo: mi è piaciuta molto la prima parte, il fatto di seguire le vicende di Ruth fin da quando era solo una bambina (decisamente sveglia, per la sua età!), scoprire i personaggi pian piano, entrare nella loro testa, condividere o meno alcune loro scelte..non vedevo l’ora di continuare a leggere per saperne di più!
Ma poi la seconda e la terza parte..bhè, hanno perso un po’ di mordente! Sarà stata colpa mia, forse non sono riuscita ad entrar appieno nello spirito del romanzo, ma alcune cose le ho trovate fuori luogo, addirittura irritanti:
È simpatica invece l’idea di riportare stralci di altri libri: un po’ inquietanti le storie di Ted, ma il primo capitolo del libro di Ruth è proprio bello!Here be spoilersl’omicidio di Rooie, anche se serve per l’evoluzione del personaggio di Ruth, poteva tranquillamente essere evitato (o almeno si poteva scegliere un’altra situazione), così come la ricomparsa di Wim con tanto di moglie e prole e il banale cliché del padre che finisce a letto con la migliore amica della figlia.
Ho trovato che la follia delirante che coglie l’ex amante di Ted abbia qualcosa di grottesco. Mi sono sforzata, ma proprio non riesco a concepire il comportamento di Marion: per quanto possa essere devastante la perdita di due figli e destabilizzante una vita con un marito come Ted, non riesco a capire cosa possa spingere una madre ad abbandonare la figlia di soli 4 anni e poi a non farsi viva con lei neanche per il suo matrimonio, per la nascita del figlio o dopo la morte del marito.. incomprensibile! E poi.. non sono riuscita a capire bene il senso della presenza della signora Reardon: che peso ha nell’economia del racconto? E perché farla ritornare convertita, risposata e ancora più seccante? È una figura sgradevole e nient’altro!
Volevo dare un’altra possibilità a Irving dopo essermi arresa al primo capitolo de “Le regole della case del sidro”: almeno stavolta sono riuscita a terminare la lettura, ma non so se avrò voglia di leggere altro di quest’autore..
VOTO: 5,5