"La figlia della fortuna" - I. Allende

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Towandaaa
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"La figlia della fortuna" - I. Allende

Messaggio da Towandaaa »

A volte sembra che la storia rallenti fino a fermarsi, ma è solo un’impressione, e il romanzo non ne risente affatto. Perché la Allende non ci racconta solo le vicende dei protagonisti abbracciando al contempo anche molti personaggi di contorno: ci offre soprattutto un affresco di una intera epoca, presentandoci comunità molto diverse e distanti e fenomeni sociali molto complessi (in questo caso: la chiusa civiltà cilena, l’emigrazione e la criminalità connesse alla febbre dell’oro, il costituirsi di città multietniche nel nord America).
Il risultato è un racconto dal tono corale, in cui i personaggi si inseriscono con la propria storia pregressa e con i propri moti dell’animo che li sospingono in cammini segnati da passione e tenacia, forze grazie alle quali affrontano molte avversità; e in cui le storie personali sono lo specchio del mondo intero.
Leggere questi romanzi della Allende diventa così (per quanto ho potuto sperimentare fino ad ora) un’esperienza che coinvolge il lettore su piani diversi: quello emotivo, perché non si può non sentirsi partecipi delle sorti, delle passioni e dei segreti che segnano le vicende di questi personaggi; e quello della conoscenza di un’epoca e di diversi popoli che confluendo hanno dato vita ad una nuova società.
Dopo “La casa degli spiriti” che ho letto pochi mesi fa e dopo “La figlia della fortuna” mi accingo ora a leggere “Ritratto in seppia”, nel quale so che ritroverò alcuni personaggi che già ho conosciuto in questi due bellissimi romanzi, con la speranza che anche l’ultimo libro di questa ideale trilogia mi appassioni come i primi due (sebbene io abbia inavvertitamente alterato l’ordine cronologico delle vicende che vi si narrano, dato che “La casa degli spiriti” doveva essere l’ultimo della serie).
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