




Un Benni meno comico e scanzonato del solito, forse più riflessivo, crea un protagonista, Saltatempo, che è un po' un Holden Caufield italiano, cui fa assistere ai cambiamenti e alle rivoluzioni degli ultimi 50 anni del nostro paese: la trasformazione della montagna e del suo piccolo paese, il '68, la guerra nei ricordi dei genitori..
Grazie ad un "orobilogio" regalatogli da un dio bislacco quanto lui, Saltatempo avrà la capacità di vedere il passato e il futuro, e anche di conoscere un' oscura premonizione che lo riguarda..
Tra la fantasia dei viaggi nel tempo, e una realtà a volte triste, a volte allegra, Benni crea un libro che è a metà tra l'autobiografia e il romanzo di formazione, in cui tutti noi possiamo riconoscerci e specchiarci.
"- Però- gridò Fred a voce alta - quel poliziotto biondo, guarda che chiappe-
Il biondo ci corse dietro, furibondo. Ci raggiunse in un vicolo pieno di biciclette. Alzò il manganello, ma Baco, che ci aveva seguito lo bloccò alle spalle.
In due lo tenemmo fermo e Fred lo baciò appassionatamente in bocca, sotto il casco. Fu una delle azioni di guerriglia più anomale ed efficaci che io abbia mai visto.
Il poliziotto scappò come se lo avessimo cosparso di napalm."