Ed. Net, euro 8,80.
Un saggio molto interessante, nato da un' inchiesta per "Rolling Stone",su tutto quello che "sta dietro" alle grandi catene di fast food americane, partendo dalla nascita e sviluppo di questo tipo di ristorazione, che ha modificato radicalmente buona parte della produzione alimentare americana, penalizzando la produzione indipendente (di carne bovina, di pollame, e di patate, ovviamente..), analizzando le condizioni di lavoro dei dipendenti (non solo dei fast food, ma anche delle industrie che forniscono i prodotti, agghiacciante il capitolo sui macelli..), per arrivare a chiedersi "che cosa c'è davvero nella carne?"(e non solo nella carne: in un certo senso è esilarante la lista - lunga 14 righe - di ingredienti chimici che formano il "gusto fragola"del milk shake): l'alto contenuto di grassi, e il conseguente rischio di obesità per chi frequenta abitualmente i fast food, passa in secondo piano, e sembra un aspetto secondario se si pensa alla presenza di batteri di Escherichia coli 0157:H7, legata alle scarse (inesistenti?) condizioni di igiene che accompagnano la trasformazione della carne; un batterio mutato che, ahimè, può uccidere.. mentre qualcuno rifiuta ancora l'applicazione dei protocolli HACCP, e la regolamentazione del ritiro di carne variamente contaminata lascia ai produttori e alle catene troppa libertà di insabbiare questi casi..
Dal tasso di violenza e criminalità che un fast food sembra "creare" intorno a sé (Lo sapevate? Ogni mese quattro o cinque lavoratori di fast food vengono uccisi nel corso di una rapina. Sapevatelo, su Rieducational Channel!), al processo McLibel, spia di un processo di espansione e colonizzazione che non riguarda solo l'Europa, ma che per fortuna non passa del tutto inosservato; si arriva alla riflessione finale:
"Spalancate la porta a vetri, sentite il soffio dell'aria condizionata, mettetevi in fila, guardate i ragazzini in cucina, i clienti seduti ai tavoli, le pubblicità dell'ultimo giocattolo, studiate le fotografie illuminate lassù, pensate da dove arriva il cibo, a come è stato fatto, pensateci. Poi ordinate. Oppure fate dietro front e uscite. Non è troppo tardi. Persino in questa nazione fast food, potete ancora fare come vi pare."

(ah-ehm.. io sui dati scientifici -e sulla terminologia- non è che sia molto ferrata.. ho riportato quello che sta nel libro, spero senza scrivere troppe cagate..
