So di aggiungere il mio commento dopo 6 mesi dall'ultimo - peraltro lasciato da un hermano -, ma ho finito il libro ieri, ed incuriosito da questa sezione, sono venuto a cercare i commenti su questo libro.
e mi ha colpito questo:
Syrius ha scritto:il "modus scribendi" di Eco è molto spocchioso e parecchio ricercato
Premetto che i libri di Eco li ho letti tutti, con maggiore o minore difficoltà (ed entusiasmo) a seconda del libro. Va anche detto che quello che mi è piaciuto di più in assoluto ('Il pendolo di Foucault') è stato anche il più difficile da leggere... dovevo avere sempre a portata di mano il Devoto-Oli ed il Castiglioni-Mariotti.
Ciò nonostante, una prosa ricercata non mi ha mai infastidito... non sono d'accordo con chi dice che Eco scrive così per far vedere quant'è figo lui e quanto ignoranti sono gli altri... secondo me scrive così perché gli piace, e basta.
Venendo alla regina Loana, ho la sensazione che sia stato un
divertissement... Il libro, scritto in una prosa arguta e scorrevole (non l'ho trovato affatto spocchioso, e tantomeno ricercato, visto che cita anche in dialetto piemontese...), riporta alle sensazioni provate da bambino quando si scopriva il mondo... certo, il protagonista lo scopriva su giornaletti autarchici e realtà distorte, e tentava di crearsi una coscienza politica e sociale leggendo tra le righe, mentre io leggevo topolini, sgraffignavo lanciostory ai grandi per vedere le donnine poco vestite, e cercavo di capire cosa volessero dire molte delle strisce di Sturmtruppen, ma le sensazioni provate sono le stesse...
Per non parlare delle emozioni (e dell'imbranataggine assoluta) nei confronti delle ragazze...
In realtà questo libro è stata la madeleine di proust intinta nell'infuso di tiglio della mia memoria sopita, che ha risvegliato tutte quelle sensazioni ed emozioni che non provavo da tempo.
Inoltre, conoscevo tutte le canzoni... mio nonno le suonava sempre al piano. E' stato un po' come tornare bambino. E mi sono anche divertito moltissimo a riconoscere le mille citazioni disseminate nel libro, da Montale e Ungaretti al carosello (ancora una volta: spocchioso? no, direi ilare), e mi sono reso conto con una certa soddisfazione di riconoscerne parecchie, segno forse che la scuola pre-Moratti funzionava molto bene....
Bellissimo.