Vivere per raccontarla
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Vivere per raccontarla
Ho controllato nell'elenco delle recensioni e, da quanto sembra, non c'è ancora la recensione di "Vivere per raccontarla".
Adesso, la mia non vuole essere una recensione organica e strutturata, ma piuttosto la proprosta di sapere vostre recensioni su questo libro, che, ad una velocità incredibile, ha avuto non solo traduzioni in varie lingue, ma anche edizioni più costose e più economiche ed è anche arrivato, scontato del 50% sull'edizione economica, al................. Supermercato!!
Il numero elevato di pagine mi aveva trattenuto dal comprarlo, poi l'offera a 2 euro e qualcosina mi hanno fatto pensare: Vabbé, lo compro, lo metto in fondo alla Colonna di "libri che leggerò" (temibilissima definizione!!) e arriverà anche il suo momento!
Poi, mi sono inoltrara nelle prime 100 pagine e, riga dopo riga, mi sormontava la domanda: MA PERCHè??
Gabo, perché l'hai fatto? perché dovevi svelarci i dietro le quinte dei tuoi romanzi? perché? quando lo fanno per i film comici o per quelli d'azione è per far ridere, un'autopaperissima,..... ma tu?
se tua cugina mangiava la terra pensi davvero di aver aggiunto interesse a "Cent'anni di solitudine"??
oltre a questo, spero veramente che sia stata una enorme operazione commerciale al punto che questa tristissima agiografia in vita l'abbia scritta il primo alfabetizzato di passaggio.
Ogni frase del nonno, ogni uccello che volava davanti casa diventano presagio della fama futura, pietrina del genio che poi sboccerà.
Ma perchè?
Ecco, dopo il centinaio di pagine la lettura l'ho abbandonata, per cui forse dopo succedono cose bellissime ed interessantissime.
Chi è arrivato in fondo e mi dà uno sprone?
Adesso, la mia non vuole essere una recensione organica e strutturata, ma piuttosto la proprosta di sapere vostre recensioni su questo libro, che, ad una velocità incredibile, ha avuto non solo traduzioni in varie lingue, ma anche edizioni più costose e più economiche ed è anche arrivato, scontato del 50% sull'edizione economica, al................. Supermercato!!
Il numero elevato di pagine mi aveva trattenuto dal comprarlo, poi l'offera a 2 euro e qualcosina mi hanno fatto pensare: Vabbé, lo compro, lo metto in fondo alla Colonna di "libri che leggerò" (temibilissima definizione!!) e arriverà anche il suo momento!
Poi, mi sono inoltrara nelle prime 100 pagine e, riga dopo riga, mi sormontava la domanda: MA PERCHè??
Gabo, perché l'hai fatto? perché dovevi svelarci i dietro le quinte dei tuoi romanzi? perché? quando lo fanno per i film comici o per quelli d'azione è per far ridere, un'autopaperissima,..... ma tu?
se tua cugina mangiava la terra pensi davvero di aver aggiunto interesse a "Cent'anni di solitudine"??
oltre a questo, spero veramente che sia stata una enorme operazione commerciale al punto che questa tristissima agiografia in vita l'abbia scritta il primo alfabetizzato di passaggio.
Ogni frase del nonno, ogni uccello che volava davanti casa diventano presagio della fama futura, pietrina del genio che poi sboccerà.
Ma perchè?
Ecco, dopo il centinaio di pagine la lettura l'ho abbandonata, per cui forse dopo succedono cose bellissime ed interessantissime.
Chi è arrivato in fondo e mi dà uno sprone?
- TierrayLibertad
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Ho iniziato a leggerlo un paio di giorni fa e sono un po' oltre la metà. Vi farò sapere.
Ciao
TyL
Ciao
TyL
Caminante, son tus huellas
el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
Vero Acquario

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- TierrayLibertad
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L'ho finito stamattina.
Non è certo il libro per cui Gabo sarà ricordato ma non sarei così critico come Yucatan.
Certo, soprattutto nella prima metà c'è un po' questo senso di fastidio nei confronti del fatto che quasi ogni accadimento viene letto come profezia di un futuro da scrittore ma, con l'andare delle pagine questi riferimenti spariscono sempre più. Ma, a pensarci bene, non è una cosa poi così strana: è il suo lavoro, quello che si è scelto, quello che fa per passione, in un certo senso la sua vita (o meglio, parte molto importante della sua vita) e quindi non ci si può stupire che molte cose vengano lette alla luce di questo.
Non è però questo il motivo che IMHO fa ritenere interessante il volume. Certo è disorganico, ma a mio parere va letto sotto un certo angolo visuale. Io credo che Vivir para contarla non sia un'autobiografia più di quando lo sia Cent'anni di solitudine o un suo qualunque altro romanzo.
Ce lo dice a partire dalla frase posta all'inizio del libro - "La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla" - per continuare con riferimenti più o meno espliciti in tutto il libro. Se non lo dicesse in modo così chiaro si potrebbe pensare che si sia voluto divertire alle spalle dei lettori mescolando realtà, fantasia, sogni; raccontandoci un sacco di balle (a volte in modo conscio, a volte in modo inconscio). Non è così, è quello che fa sempre nelle cose che scrive (o almeno che lui ci dice di fare).
In questa ottica il libro acquista un suo, anche notevole, interesse e, pur non essendo la sua opera meglio riuscita, merita sicuramente di essere letto.
Ciao
TyL
Non è certo il libro per cui Gabo sarà ricordato ma non sarei così critico come Yucatan.
Certo, soprattutto nella prima metà c'è un po' questo senso di fastidio nei confronti del fatto che quasi ogni accadimento viene letto come profezia di un futuro da scrittore ma, con l'andare delle pagine questi riferimenti spariscono sempre più. Ma, a pensarci bene, non è una cosa poi così strana: è il suo lavoro, quello che si è scelto, quello che fa per passione, in un certo senso la sua vita (o meglio, parte molto importante della sua vita) e quindi non ci si può stupire che molte cose vengano lette alla luce di questo.
Non è però questo il motivo che IMHO fa ritenere interessante il volume. Certo è disorganico, ma a mio parere va letto sotto un certo angolo visuale. Io credo che Vivir para contarla non sia un'autobiografia più di quando lo sia Cent'anni di solitudine o un suo qualunque altro romanzo.
Ce lo dice a partire dalla frase posta all'inizio del libro - "La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla" - per continuare con riferimenti più o meno espliciti in tutto il libro. Se non lo dicesse in modo così chiaro si potrebbe pensare che si sia voluto divertire alle spalle dei lettori mescolando realtà, fantasia, sogni; raccontandoci un sacco di balle (a volte in modo conscio, a volte in modo inconscio). Non è così, è quello che fa sempre nelle cose che scrive (o almeno che lui ci dice di fare).
In questa ottica il libro acquista un suo, anche notevole, interesse e, pur non essendo la sua opera meglio riuscita, merita sicuramente di essere letto.
Ciao
TyL
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- Yucatan
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seconda metà
Tierruccio,
mi rincuora che la seconda parte del libro sia già meglio!
forse hai ragione tu,
lui non inganna, dice di che parlerà il libro, per cui alla fine risponde alla mia domanda:
ma perché
però, per quanto ci sia autobiografia in tutti i suoi testi, rimangono i miei preferiti quelli in cui il connubio Storia+autobiografia+invenzione si miscelano (verbo schifoso per parlare, tra l'altro di Cent'anni di solutudine, ma, spero, ci siamo capiti sul Realismo magico) più armoniosamente.
Insomma, adesso mi immergo nella Allende (Il mio paese inventato) che è anche un ring, poi forse ridevio sulla Colombia.
Grazie ovviamente del prezioso parere!
mi rincuora che la seconda parte del libro sia già meglio!
forse hai ragione tu,
lui non inganna, dice di che parlerà il libro, per cui alla fine risponde alla mia domanda:
ma perché
però, per quanto ci sia autobiografia in tutti i suoi testi, rimangono i miei preferiti quelli in cui il connubio Storia+autobiografia+invenzione si miscelano (verbo schifoso per parlare, tra l'altro di Cent'anni di solutudine, ma, spero, ci siamo capiti sul Realismo magico) più armoniosamente.
Insomma, adesso mi immergo nella Allende (Il mio paese inventato) che è anche un ring, poi forse ridevio sulla Colombia.
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- TierrayLibertad
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Dopo la Allende apprezzerei anche la lista della spesa di Gabo
Ciao
TyL

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«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
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Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
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(O. Wilde)
Vero Acquario

- Carmilla
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A me questo libro è piaciuto abbastanza. Certo non è organico come un romanzo e non c'è una trama vera e propria. Si parla di come Gabo ha capito che voleva fare lo scrittore. E questa io la trovo una cosa emozionante, soprattutto pensando a che scrittore è diventato. Mi piace vedere descritta una passione che diventa il sogno di una vita. NOn mi ha dato fastidio che tante cose fossero poi rilette alla luce delle vicende personali di Garcia Marquez. In fondo quello che scrive è un uomo vecchio che sa bene come sono andate le cose e quali sono state le conseguenze delle sue scelte.
Gabo ha spesso giocato nelle trame dei suoi romanzi a mescolare i suoi ricordi privati con la sua strordinaria capacità di inventare storie fantastiche. E forse qualcuno pensa che questo sia il mestiere dello scrittore. E di fatto lo è. Ma non solo. Sono d'accordo con TyL quando dice che la chiave di lettura di questo libro è la frase scritta in quarta di copertina (non la cito, potete leggerla nella mia firma
): reinventare la vita, giocare con i ricordi non è il mestiere dello scrittore, ma è la vita. O almeno un modo di vivere.
Al di là di questa riflessione credo che comunque ci siano dei passi del romanzo davvero meritevoli, degni di quella che forse è la miglior penna della modernità. Ne ricordo uno in particolare quando Gabo e sua madre vanno a vendere la casa di famiglia e lui è molto pensieroso perché deve dire a sua madre che vorrebbe fare lo scrittore. Sul treno, mentre è sovrappensiero e sta inseguendo chissà quale pensiero la madre gli chiede qualcosa e lui le risponde un po' bruscamente "mamma non disturbarmi, sto scrivendo".
Anche le pagine sulla sua formazione universitaria le ricordo con molto piacere.
Forse ho una ragione personale per amare questo libro. L'ho regalato a mio padre lo scorso Natale, perché è lui che, anni fa, mi fece scoprire Garcia Marquez. Glielo regalai perché leggendo gli stati d'animo di Gabo spesso mi ci ritrovavo. Soprattutto nel desiderio di dedicarsi completamente alla scrittura. Volevo che mio padre lo leggesse e ci ritrovasse qualcosa di me. Un po' di tempo dopo mi chiamò per parlarmi del libro e mi disse "mi piace moltissimo. Lo hai preso perché sapevi che mi ci sarei riconosciuto, vero?"
Gabo ha spesso giocato nelle trame dei suoi romanzi a mescolare i suoi ricordi privati con la sua strordinaria capacità di inventare storie fantastiche. E forse qualcuno pensa che questo sia il mestiere dello scrittore. E di fatto lo è. Ma non solo. Sono d'accordo con TyL quando dice che la chiave di lettura di questo libro è la frase scritta in quarta di copertina (non la cito, potete leggerla nella mia firma

Al di là di questa riflessione credo che comunque ci siano dei passi del romanzo davvero meritevoli, degni di quella che forse è la miglior penna della modernità. Ne ricordo uno in particolare quando Gabo e sua madre vanno a vendere la casa di famiglia e lui è molto pensieroso perché deve dire a sua madre che vorrebbe fare lo scrittore. Sul treno, mentre è sovrappensiero e sta inseguendo chissà quale pensiero la madre gli chiede qualcosa e lui le risponde un po' bruscamente "mamma non disturbarmi, sto scrivendo".
Anche le pagine sulla sua formazione universitaria le ricordo con molto piacere.
Forse ho una ragione personale per amare questo libro. L'ho regalato a mio padre lo scorso Natale, perché è lui che, anni fa, mi fece scoprire Garcia Marquez. Glielo regalai perché leggendo gli stati d'animo di Gabo spesso mi ci ritrovavo. Soprattutto nel desiderio di dedicarsi completamente alla scrittura. Volevo che mio padre lo leggesse e ci ritrovasse qualcosa di me. Un po' di tempo dopo mi chiamò per parlarmi del libro e mi disse "mi piace moltissimo. Lo hai preso perché sapevi che mi ci sarei riconosciuto, vero?"
"La vita non è quella che si è vissuta ma quella che si ricorda, e come la si ricorda per raccontarla"
Gabriel Garcia Marquez
"Farai la fine del profeta Ezechiele che soffiò, soffiò ma non riuscì a buttare giù la casa di mattoni"
The Haunted House

Gabriel Garcia Marquez
"Farai la fine del profeta Ezechiele che soffiò, soffiò ma non riuscì a buttare giù la casa di mattoni"
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- Yucatan
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grazie
Però! che intreccio di riflessi e di personalità e anche effettivamente quante sfumature lascia trasparire GM perché ognuno ci possa ritrovare qualcosa di se stesso.
Che vi devo dire? non ero nello stato d'animo, o forse è il genere troppo concreto che mi lascia poco spazio per agire con personali sovra e ricostruzioni di quanto leggo che mi sembra un po' ostico!
Dopo la notazione di Tierra mi armo di coraggio per leggere allora il libro della Allende e intanto mi gratifico con "La maga delle spezie"..... da Oriente a Occidente.... che capiranno i miei 2 neuroni????
Che vi devo dire? non ero nello stato d'animo, o forse è il genere troppo concreto che mi lascia poco spazio per agire con personali sovra e ricostruzioni di quanto leggo che mi sembra un po' ostico!
Dopo la notazione di Tierra mi armo di coraggio per leggere allora il libro della Allende e intanto mi gratifico con "La maga delle spezie"..... da Oriente a Occidente.... che capiranno i miei 2 neuroni????

- arkimedy
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- Iscritto il: mer dic 10, 2003 5:03 pm
- Località: FIRENZEEEEE!!!!!!!!!!!!!
Finito di leggere da poco...
Ma che fatica portarlo in fondo!!!! Eppure (come mi successe per Ravelstein) ho avuto la sensazione che non si poteva lasciare a metà, che quest'uomo qualcosa da dire aveva...
Bello, no, IMHO bello è un'altra cosa. Ma certo per leggere un libro di cotanto peso (inteso come peso proprio fisico e non solo) e arrivare in fondo qualcosa c'è.
Dal momento che è il primo libro di Gabo che leggo, lo rimando a settembre con un 5 1/2...
Ma che fatica portarlo in fondo!!!! Eppure (come mi successe per Ravelstein) ho avuto la sensazione che non si poteva lasciare a metà, che quest'uomo qualcosa da dire aveva...
Bello, no, IMHO bello è un'altra cosa. Ma certo per leggere un libro di cotanto peso (inteso come peso proprio fisico e non solo) e arrivare in fondo qualcosa c'è.
Dal momento che è il primo libro di Gabo che leggo, lo rimando a settembre con un 5 1/2...

'Se un libro non vi è piaciuto, abbandonatelo. Se vi è piaciuto, abbandonatelo per farlo leggere a qualcun altro. Se vi è piaciuto così tanto, ricompratelo.'
(Daniel Pennac)
Gli dei hanno dato agli uomini due orecchie e una bocca per poter ascoltare il doppio e parlare la metà.
(Talete)
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(Talete)
- Yucatan
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- Iscritto il: dom mar 23, 2003 11:38 am
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arki
Il primo??
secondo me non dovevi iniziare da qua.
allora, per l'esame di settembre, dagli da portare "Cent'anni di solitudine".
Vedrai che la piena lode sarà automatica.
e poi devi raccontarcela, perchè tutti quelli che hanno letto Cent'anni di solitudine hanno legato una storia personale al racconto
secondo me non dovevi iniziare da qua.
allora, per l'esame di settembre, dagli da portare "Cent'anni di solitudine".
Vedrai che la piena lode sarà automatica.
e poi devi raccontarcela, perchè tutti quelli che hanno letto Cent'anni di solitudine hanno legato una storia personale al racconto

- arkimedy
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Eiochennesapevo che non dovevo iniziare da questo???
Ora "Cent'anni di solitudine2 va messo nella lista della spesa eh!!!

Ora "Cent'anni di solitudine2 va messo nella lista della spesa eh!!!

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