Fiamma Nirenstein denuncia un nuovo tipo di antisemitismo, che diversamente da quello che ha generato la Shoà, viene dalla sinistra e si identifica come qualcosa di democratico. Israele e l'antisionismo sono al centro di questo nuovo tipo di odio che si nutre delle Ong (che non vanno mai a farsi scudo in un bar di Tel Aviv aspettando di esplodere), dell'Onu, dell'opinione pubblica progressista, ma anche e soprattutto dei media. Raccontando pezzi della sua esperienza personale, la Nirenstein cita i centinaia di attacchi contro gli Ebrei nel mondo, giustificati con la lotta antimperialista, in cui le vittime del terrorismo non contano niente. Tutto questo fortificato dalla vergognosa conferenza Onu di Durban del 2001 contro il razzismo, trasformato in un festival dell'odio contro Israele e il popolo ebraico con slogan "Morte agli ebrei" "Hitler doveva finire il suo lavoro" "Il sionismo è razzismo".
"Quando parlo di antisemitismo, non mi riferisco alle legittime critiche rivolte contro lo Stato di Israele, bensì all'antisemitismo puro e semplice, solo qualche volta accompagnto da critiche: mi riferisco alla criminalizzazione, agli stereotipi e alle menzogne che da menzogne sugli ebrei (cospiratori, assetati di sangue, dominatori del mondo) sono diventate menzogne su Israele (Stato Cospiratore e sfrenatamente violento), in modo addirittura brutale soprattutto a partire dalla seconda Intifada nel settembre del 2000."
"La caricatura dell'ebreo malvagio si è trasformata nella caricatura dello Stato malvagio. E ora al tradizionale ebreo col naso aquilino imbraccia un'arma e si diverte ad uccidere i bambini arabi".
un libro importante, umano, che racconta la realtà di tanti fatti distorti, che racconta l'antisemitismo di tanti giornalisti, dei serial a puntate dei Falsi Protocolli di Sion trasmessi in Egitto, dell'incitazione a farsi saltare in aria, politica ufficiale di Arafat e del terrorismo come culla dell'antisemitismo. Da leggere
Micol
"Antisemiti progressisti" Fiamma Nirenstein
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"Antisemiti progressisti" Fiamma Nirenstein
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Io non so se ci sono ancora persone che credono ai falsi protocolli di Sion (credo di sì ma spero siano pochissimi) ma sinceramente per quel che mi riguarda - come persona di sinistra che frequenta altra gente di sinistra - le critiche della Nirenstein se non infondate mi paiono a dir poco esagerate. Almeno per l'idea che posso essermi fatto leggendo alcune recensioni (tra cui una, se non ricordo male, di Giuliano Ferrara).
E' indubbio che a sinistra non si veda di buon occhio la politica israeliana ed è altrettanto indubbio che questo - in singoli e comunque in un limitato numero di persone - possa estendersi ad una avversione per tutto ciò che ha a che fare con Israele (e quindi anche con gli ebrei). Ma non accade niente di diverso con altri soggetti politicamente non affini (Berlusconi, Bush e i neocons americani, ecc.).
La mia impressione è che a qualcuno - non so se sia il caso della Nirenstein ma sicuramente lo è di alcuni politici (che in quanto politici di solito non hanno molti scrupoli) israeliani - faccia comodo trasformare le critiche (legittime) ad una certa politica in forme di antisionismo in modo da 1) compattare l'opinione pubblica interna e 2) ottenere consenso internazionale per i sensi di colpa che l'occidente continua ad avere per quanto è successo nel corso degli ultimi secoli (e di cui lo sterminio tedesco è solo uno - per quanto di gran lunga il più atroce - episodio).
Un tale approccio se per un verso può portare a dei risultati immediati alla lunga tende ad immedesimare quella politica (criticabile e criticata) con gli ebrei e quindi a portare acqua al mulino dell'antisemitismo.
Ciao
TyL
E' indubbio che a sinistra non si veda di buon occhio la politica israeliana ed è altrettanto indubbio che questo - in singoli e comunque in un limitato numero di persone - possa estendersi ad una avversione per tutto ciò che ha a che fare con Israele (e quindi anche con gli ebrei). Ma non accade niente di diverso con altri soggetti politicamente non affini (Berlusconi, Bush e i neocons americani, ecc.).
La mia impressione è che a qualcuno - non so se sia il caso della Nirenstein ma sicuramente lo è di alcuni politici (che in quanto politici di solito non hanno molti scrupoli) israeliani - faccia comodo trasformare le critiche (legittime) ad una certa politica in forme di antisionismo in modo da 1) compattare l'opinione pubblica interna e 2) ottenere consenso internazionale per i sensi di colpa che l'occidente continua ad avere per quanto è successo nel corso degli ultimi secoli (e di cui lo sterminio tedesco è solo uno - per quanto di gran lunga il più atroce - episodio).
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Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
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e questo è il primo punto di antisemitismo. Se a uno non piace come reagisce Israele lo può dire; ma c'è differenza poi a dire che quello Stato non ha diritto di esistere e ad andare a bruciare sinagoghe nel mondo.E' indubbio che a sinistra non si veda di buon occhio la politica israeliana ed è altrettanto indubbio che questo - in singoli e comunque in un limitato numero di persone - possa estendersi ad una avversione per tutto ciò che ha a che fare con Israele (e quindi anche con gli ebrei).
per me queste affermazioni sono antisionismo e non pura critica di Israele:faccia comodo trasformare le critiche (legittime) ad una certa politica in forme di antisionismo in modo da 1) compattare l'opinione pubblica interna
-Inzia a circolare la calunnia secondo la quale gli ebrei, avvertiti dal Mossad, sarebbero tutti sfuggiti al massacro delle Twin Towers, con allusione ad un complotto giudaico-sionista settembre 2001
- il giornale saudita Al Riyadh sostiene che gli ebrei usano il sangue di giovani non ebrei per impastare i dolci della festa di Purim 10 marzo 2002
-scritte di tenore antisemita compaiono sui muri della sede Rai di Milano in Corso Sempione contro Paolo Mieli
- lettera si alcuni professori dell'Università di Bologna "Vi abbiamo aiutato voi poveri ebrei privi di tutto, un popolo senza nazione, a rimanere in vita durante la diaspora e la fondazione di israele. Senza di noi non siete nulla. Perciò state attenti: se persistete nel vostro tradimento vi annienteremo. Se non sapete qual è il vostro posto non esistete; e il vostro posto non è da nessuna parte"
e ti risparmio tutte le dichiarazioni e le minacce di morte agli Ebrei (e non agli Israeliani.. anche se secondo me è tragico in entrambi i casi).
forse ho capito male e lo spero (e in questo caso me ne scuso in anticipo). Non stai mica dicendo che parlare della Shoà serve per approfittarsi e ottenere simpatie nella politica israeliana. L'unico motivo per cui gli ebrei si ostinano a parlare di Shoà è per ricordare e insegnare (si voglia ricordare che nelle scuole si studia pochissimo e c'è un'ignoranza abissale su quello che è successo nella Shoà e non ne parliamo dell'antisemitismo in generale).2) ottenere consenso internazionale per i sensi di colpa che l'occidente continua ad avere per quanto è successo nel corso degli ultimi secoli (e di cui lo sterminio tedesco è solo uno - per quanto di gran lunga il più atroce - episodio).
Il mio parere personale è che la Nirenstein sia una persona coraggiosa che dice quello che pensa e quello che vede, visto che vive a Gerusalemme ed è a contatto ogni giorno con un tipo di mondo che noi vediamo come ce lo fannov edere i media. Nel libro ci sono, oltre alle sue opinioni, a citazioni e ad un po' di storie, alcune sue interviste a palestinesi e a israeliani. Io te lo consiglio in ogni caso.
Micol
p.s. per quanto riguarda i Protocolli di Sion purtroppo nei paesi arabi vengono trasmessi tipo soap opera a puntate.. quindi c'è una volontà precisa a renderli credibili
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Avevo letto di questo libro da qualche parte...
Purtroppo ho poca stima per la Nirenstein, che trovo tra l'altro una persona fastidiosamente aggressiva ogni qualvolta si trova a parlare con un interlocutore che ha opinioni diverse dalle sue...
Sapete se è mica parente della Nirenstein che scrive per Repubblica?
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dovrebbe essere la stessa.. ma adesso crdo che scriva su La Stampa.Sapete se è mica parente della Nirenstein che scrive per Repubblica?
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Concordo con te, quelle sono affermazioni antisemite.micoool ha scritto:per me queste affermazioni sono antisionismo e non pura critica di Israele:
....
Però qui stiamo discutendo non di antisemitismo e basta ma di "antisemitismo progressista" e dei quattro esempi che hai riportato tu non mi pare che trattino di questo. Anzi, due sono non riconducibili in alcun modo ad un soggetto specifico (le voci e le scritte).
Sì, hai capito male (o forse mi sono spiegato male io).micoool ha scritto:forse ho capito male e lo spero (e in questo caso me ne scuso in anticipo). Non stai mica dicendo che parlare della Shoà serve per approfittarsi e ottenere simpatie nella politica israeliana. L'unico motivo per cui gli ebrei si ostinano a parlare di Shoà è per ricordare e insegnare (si voglia ricordare che nelle scuole si studia pochissimo e c'è un'ignoranza abissale su quello che è successo nella Shoà e non ne parliamo dell'antisemitismo in generale).
Cerco di essere più chiaro, invertendo i passaggi del discorso.
1) l'occidente ha un senso di colpa per la Shoà (e non solo per quella).
2) il senso di colpa induce a reagire contro qualunque manifestazione di antisemitismo.
3) ci sono dei politici israeliani (e non solo politici e non solo israeliani ma quando l'ho scritto pensavo a certe dichiarazioni di Sharon e di alcuni componenti del suo governo) che bollano come antisemite manifestazioni di dissenso nei confronti della loro politica.
Ciao
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