Chuck Palahniuk, Diary

[zazie]

Letto e divorato, bello quanto Invisible Monsters.
La vicenda di Misty è l'occasione per parlare di arte, dei sogni perduti e di cosa succede quando invece sembrano avverarsi. In mezzo c'è il diario, quel diario che come viene ossessivamente ripetuto, ognuno di noi non scrive ma è.
Come al solito Palahniuk non va tanto per il sottile, aspettatevi un po' dei suoi simpatici riferimenti a corpi disfatti e disfacenti, ma ne vale la pena.

Invece di dare elementi sulla trama, cosa che mi sembra superflua, P. è un vulcano di invenzioni come sempre, direi che è uno di quei libri da leggere quando la tua autocommiserazione arriva al massimo. Non so dire come, ma in qualche modo è liberatorio. Forse perché P. ha così ben presente quel senso di sconfitta che ogni tanto ti prende davanti alla vita, e sa che per guarire dal male bisogna viverlo fino in fondo.

[Frine]

letto.. pazzesco come al solito!
io poi adoro quel suo ripetere tante volte la stessa frase nei contesti più disparati, dandole ogni volta un significato diverso.
ho avuto solo un calo di attenzione verso la metà (poco prima che misty ricominci a dipingere, tanto per intenderci), ma nella seconda parte si riscatta alla grande. Poi(non è proprio uno spoiler, ma un po' di sorpesa la toglie)

mi seccava che avesse "abbandonato" dopo le prime pagine i messaggi di Maura e Constance, ma farli riapparire proprio nelle ultime pagine è una grande idea

Ebbravo Chuck (anche se ha le orecchie sempre più giganti)!

[Pinkwick]

Non sono molto d'accordo con questi giudizi, anzi. Ho adorato il Palahniuk di Fight Club, di Ninna Nanna e, in parte, di Survivor. Il resto ha iniziato ad avere il brutto aspetto di "già visto". Diary mi ha procurato grandi, grandissimi sbadigli, non mi ha lasciato nulla. La trama mi sembra debole, lo stile mi sta stufando.
Peccato, peccato: se non riesce a rinnovarsi non mi resterà altro da fare se non constatare il suo declino.

[alexyr]

ma che bravo quest'uomo(a parte soffocare,che secondo me ha scritto in un delirio).
la vicenda di misty è non solo geniale,ma in grado di recuperare tematiche sempre costanti nei suoi libri declinandole in maniera costantemente diversa. forse è questo che a pick da un senso di deja vu?
l'idea del gruppo che s'aiuta a vicenda(in questo caso si tutela),
l'attenzione al dettaglio anatomico-medico,
il cromatismo...etc etc..(non è una lezione di italiano,quindi salterò)
mi piace come prenda le nostre certezze quotidiane e ce le ribalti davanti,rendendole, folgorazione sulla via di damasco, incredibilmente angoscianti