La Vergogna dell'Occidente
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La Vergogna dell'Occidente
ho letto questo articolo e ho sentito l'esigenza di postarlo qua, di creare un 3d apposta...una persona a me molto cara qualche giorno fa ha lanciato un appello...anzi un grido di dolore...affinchè noi nel nostro piccolo operiamo delle scelte, affinchè in futuro i nostri figli non debbano chiederci il conto di avvenimenti come quelli raccontati in questo articolo:
"Io, imam, umiliato nella cella nudo davanti a sedici donne"
RENATO CAPRILE
BAGDAD - Gli hanno fatto più male che se l'avessero frustato a sangue. "Esistono cose che possono fiaccarti assai più che il dolore fisico". La storia di Abdul, 30 anni, imam d'una piccola moschea sunnita nel popoloso quartiere di Amerya a Bagdad, "ospite" per una trentina di giorni dell'inferno di Abu Ghraib ne è la triste conferma. Umiliato come uomo e come religioso, costretto a indossare indumenti femminili tra le risate delle carceriere che cercavano di strappargli informazioni che lui non aveva. E come colpo finale buttato di peso, con indosso solo un ridicolo slippino rosso, in mezzo a 16 detenute irachene.
Un vero e proprio oltraggio alla morale islamica. Un uomo di Dio che in vesti succinte viola la sacralità della stanza delle donne. Un peccato mortale e un affronto. Quelle donne lo conoscevano, avevano pregato con lui, lo consideravano un riferimento spirituale. Se volevano ferire Abdul, mettere alla berlina un predicatore di Allah non potevano fargli niente di peggio. Ecco l'ultimo capitolo del voluminoso libro bianco che il Consiglio degli ulema s'appresta a dare alle stampe sugli orrori commessi dagli americani nel lager di Abu Ghraib.
Era notte - racconta Abdul - quando i soldati americani vennero a casa a mia. Cercavano non so cosa, armi, esplosivo forse. Urlavano parole incomprensibili. Rovistarono in ogni angolo buttando tutto all'aria senza rispetto per nessuno, i vecchi, le donne, i bambini. Non trovarono nulla perché non c'era nulla. Le mie sole armi sono le parole. Quelle stesse, durissime che avevo pronunciato nella mia ultima predica del venerdì. Avevo detto che bisognava cacciare l'invasore con ogni mezzo, riprenderci la nostra vita, determinare il nostro futuro senza padroni né tutori. Quella era la mia colpa. La stessa di milioni di iracheni come me, sunniti, sciiti, cristiani che vorrebbero che le truppe di occupazione se ne tornassero a casa. Di questo mi ero macchiato, ma non avevo alcun tipo di contatto con la guerriglia di Falluja o Bagdad".
"Arrivammo ad Abu Ghraib che era l'alba. Mi misero in una cella insieme ad una ventina di altri disgraziati come me, accusati anche loro di non so cosa.
Gli americani con noi non ci vanno troppo per il sottile. Parlano di democrazia, ma a loro basta un sospetto, anche il più piccolo, per sbatterci dentro e trattarci come il più feroce dei criminali. La mia presenza sembrò confortare i miei compagni di cella. Provai a rincuorarli, pregammo insieme.
Ma durò poco perché dopo due giorni dopo fui messo in isolamento e affidato alle cure di soldatesse. Feci l'errore di pensare che essendo donne potessero avere più cuore. Mi sbagliavo e di grosso. Erano peggiori degli uomini. Arrivò il giorno dell'interrogatorio. Fui portato in una stanzetta. Erano in tre più un'interprete. Mi ordinarono di spogliarmi. Rimasi in mutande ma mi urlarono di togliere anche quelle. Non capisco perché, protestai. Ma quella che sembrava la capa mi zittì con un: "Qui le domande le faccio solo io".
Rimasi nudo, dunque. Mi vergognavo mentre quelle non facevano che ridere godendo del mio imbarazzo. Istintivamente ero portato con le mani a coprirmi il basso ventre. E fu allora che una delle mie aguzzine tirò fuori da una borsa un indumento rosso. Un ridottissimo slip, da donna. "Copriti con questo, se ti vergogni". Avevo capito cosa volevano. Quando si è nudi, abituati oltre tutto come noi iracheni a vivere in una società dove il pudore è una componente essenziale, si è assai più fragili. Più disponibili a parlare, a collaborare, a tradire, pensavano loro. Ma io non avevo segreti da svelare. Non avevo complici da coprire, non sapevo nulla, non conoscevo i nomi dei capi della guerriglia, non potevo quindi fornire informazioni che non avevo. Indossai quello slip sentendomi ridicolo come mai in vita mia. E loro sghignazzavano dicendo cose che non capivo ma di cui intuivo il senso.
Poi arrivarono le domande, sempre le stesse. Tu non puoi non sapere chi nel tuo quartiere, nella tua zona nasconde armi, esplosivo. Chi sta preparando attentati. Se parli, puoi rivestirti, altrimenti è peggio per te. Non riuscivo a immaginare cosa fosse peggio di quello stare in piedi nudo davanti a delle donne che mi mancavano di rispetto come uomo e come religioso".
"Ripetei fino alla nausea che non sapevo nulla, che dovevano credermi. Mi lasciarono solo per un'ora, forse due. Pensavo di averle convinte, di aver finalmente fatto breccia nei loro cuori. Pregai con tutte le mie forze che fosse così. Ma ritornarono e mi portarono nudo come ero nel settore delle donne. Non capivo cosa volessero. Poi aprirono una cella e mi spinsero dentro. C'erano sedici detenute. Giovani e meno giovani. Madri, mogli, figlie o sorelle di uomini sospettati di non si sa bene cosa. Fu terribile, per noi la stanza delle donne è sacra è inviolabile. Alcune di quelle poverette mi riconobbero e abbassarono gli occhi rendendosi conto della mia vergogna che non era inferiore alla loro. Non possono farci anche questo, fu l'unica cosa che sentii dire. Perché tutto il resto fu soltanto un interminabile pianto. Il mio ed il loro. Tre ore dopo, che mi sembrarono lunghe una vita, tornai nella mia cella. Mi restituirono i vestiti. Due giorni dopo ero fuori da Abu Ghraib".
"Io, imam, umiliato nella cella nudo davanti a sedici donne"
RENATO CAPRILE
BAGDAD - Gli hanno fatto più male che se l'avessero frustato a sangue. "Esistono cose che possono fiaccarti assai più che il dolore fisico". La storia di Abdul, 30 anni, imam d'una piccola moschea sunnita nel popoloso quartiere di Amerya a Bagdad, "ospite" per una trentina di giorni dell'inferno di Abu Ghraib ne è la triste conferma. Umiliato come uomo e come religioso, costretto a indossare indumenti femminili tra le risate delle carceriere che cercavano di strappargli informazioni che lui non aveva. E come colpo finale buttato di peso, con indosso solo un ridicolo slippino rosso, in mezzo a 16 detenute irachene.
Un vero e proprio oltraggio alla morale islamica. Un uomo di Dio che in vesti succinte viola la sacralità della stanza delle donne. Un peccato mortale e un affronto. Quelle donne lo conoscevano, avevano pregato con lui, lo consideravano un riferimento spirituale. Se volevano ferire Abdul, mettere alla berlina un predicatore di Allah non potevano fargli niente di peggio. Ecco l'ultimo capitolo del voluminoso libro bianco che il Consiglio degli ulema s'appresta a dare alle stampe sugli orrori commessi dagli americani nel lager di Abu Ghraib.
Era notte - racconta Abdul - quando i soldati americani vennero a casa a mia. Cercavano non so cosa, armi, esplosivo forse. Urlavano parole incomprensibili. Rovistarono in ogni angolo buttando tutto all'aria senza rispetto per nessuno, i vecchi, le donne, i bambini. Non trovarono nulla perché non c'era nulla. Le mie sole armi sono le parole. Quelle stesse, durissime che avevo pronunciato nella mia ultima predica del venerdì. Avevo detto che bisognava cacciare l'invasore con ogni mezzo, riprenderci la nostra vita, determinare il nostro futuro senza padroni né tutori. Quella era la mia colpa. La stessa di milioni di iracheni come me, sunniti, sciiti, cristiani che vorrebbero che le truppe di occupazione se ne tornassero a casa. Di questo mi ero macchiato, ma non avevo alcun tipo di contatto con la guerriglia di Falluja o Bagdad".
"Arrivammo ad Abu Ghraib che era l'alba. Mi misero in una cella insieme ad una ventina di altri disgraziati come me, accusati anche loro di non so cosa.
Gli americani con noi non ci vanno troppo per il sottile. Parlano di democrazia, ma a loro basta un sospetto, anche il più piccolo, per sbatterci dentro e trattarci come il più feroce dei criminali. La mia presenza sembrò confortare i miei compagni di cella. Provai a rincuorarli, pregammo insieme.
Ma durò poco perché dopo due giorni dopo fui messo in isolamento e affidato alle cure di soldatesse. Feci l'errore di pensare che essendo donne potessero avere più cuore. Mi sbagliavo e di grosso. Erano peggiori degli uomini. Arrivò il giorno dell'interrogatorio. Fui portato in una stanzetta. Erano in tre più un'interprete. Mi ordinarono di spogliarmi. Rimasi in mutande ma mi urlarono di togliere anche quelle. Non capisco perché, protestai. Ma quella che sembrava la capa mi zittì con un: "Qui le domande le faccio solo io".
Rimasi nudo, dunque. Mi vergognavo mentre quelle non facevano che ridere godendo del mio imbarazzo. Istintivamente ero portato con le mani a coprirmi il basso ventre. E fu allora che una delle mie aguzzine tirò fuori da una borsa un indumento rosso. Un ridottissimo slip, da donna. "Copriti con questo, se ti vergogni". Avevo capito cosa volevano. Quando si è nudi, abituati oltre tutto come noi iracheni a vivere in una società dove il pudore è una componente essenziale, si è assai più fragili. Più disponibili a parlare, a collaborare, a tradire, pensavano loro. Ma io non avevo segreti da svelare. Non avevo complici da coprire, non sapevo nulla, non conoscevo i nomi dei capi della guerriglia, non potevo quindi fornire informazioni che non avevo. Indossai quello slip sentendomi ridicolo come mai in vita mia. E loro sghignazzavano dicendo cose che non capivo ma di cui intuivo il senso.
Poi arrivarono le domande, sempre le stesse. Tu non puoi non sapere chi nel tuo quartiere, nella tua zona nasconde armi, esplosivo. Chi sta preparando attentati. Se parli, puoi rivestirti, altrimenti è peggio per te. Non riuscivo a immaginare cosa fosse peggio di quello stare in piedi nudo davanti a delle donne che mi mancavano di rispetto come uomo e come religioso".
"Ripetei fino alla nausea che non sapevo nulla, che dovevano credermi. Mi lasciarono solo per un'ora, forse due. Pensavo di averle convinte, di aver finalmente fatto breccia nei loro cuori. Pregai con tutte le mie forze che fosse così. Ma ritornarono e mi portarono nudo come ero nel settore delle donne. Non capivo cosa volessero. Poi aprirono una cella e mi spinsero dentro. C'erano sedici detenute. Giovani e meno giovani. Madri, mogli, figlie o sorelle di uomini sospettati di non si sa bene cosa. Fu terribile, per noi la stanza delle donne è sacra è inviolabile. Alcune di quelle poverette mi riconobbero e abbassarono gli occhi rendendosi conto della mia vergogna che non era inferiore alla loro. Non possono farci anche questo, fu l'unica cosa che sentii dire. Perché tutto il resto fu soltanto un interminabile pianto. Il mio ed il loro. Tre ore dopo, che mi sembrarono lunghe una vita, tornai nella mia cella. Mi restituirono i vestiti. Due giorni dopo ero fuori da Abu Ghraib".
- Xenia
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io credo che nessuna persona, occidentale o orientale che sia, possa non sdegnarsi davanti a fatti come queli che abbiamo visto - e forse non abbiamo visto molto, non ancora...
Non è stata la morale musulmana ad essere violata, come leggevo nelle righe qui sopra. E' stata la morale umana tout court a essere calpestata.
Che quelle *persone*, a volerle così chiamare, siano pazze, pervertite, crinimali, ignobili, mi pare non vi siano dubbi. Che nelle guerre ci siano purtroppo credo sempre episodi che sfuggono al controllo e che trasformano gli uomini in bestie mi sembra sia stato confermato.
Cio' premesso, e senza nessun intento polemico, volevo solo sottolineare come torture e affini in Iraq purtroppo ci fossero anche prima - Saddam non era un agnellino, e nemmeno i suoi militari - , il che ovviamente non è certo una giustificazione, ANZI, ma solo, a mio modo di vedere, un' opportuna e necessaria sottolineatura.
Dico questo perchè mi sembra ci sia una gran bella strumentalizzazione mediatica anche del più che legittimo sdegno di fronte a quanto è successo in quel carcere, uno sdegno che dovrebbe però essere alimentato e informato dovunque abbiano luoghi fatti così raccapriccianti, cosa che purtroppo non sempre accade.
Non è stata la morale musulmana ad essere violata, come leggevo nelle righe qui sopra. E' stata la morale umana tout court a essere calpestata.
Che quelle *persone*, a volerle così chiamare, siano pazze, pervertite, crinimali, ignobili, mi pare non vi siano dubbi. Che nelle guerre ci siano purtroppo credo sempre episodi che sfuggono al controllo e che trasformano gli uomini in bestie mi sembra sia stato confermato.
Cio' premesso, e senza nessun intento polemico, volevo solo sottolineare come torture e affini in Iraq purtroppo ci fossero anche prima - Saddam non era un agnellino, e nemmeno i suoi militari - , il che ovviamente non è certo una giustificazione, ANZI, ma solo, a mio modo di vedere, un' opportuna e necessaria sottolineatura.
Dico questo perchè mi sembra ci sia una gran bella strumentalizzazione mediatica anche del più che legittimo sdegno di fronte a quanto è successo in quel carcere, uno sdegno che dovrebbe però essere alimentato e informato dovunque abbiano luoghi fatti così raccapriccianti, cosa che purtroppo non sempre accade.
Accadono cose che sono come domande; passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
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Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice. (Jules Renard)
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- invisigot
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cara xenia sono d'accordo su quanto dici a proposito dello sdegno ovunque ci siano accadimenti di questo genere
io credo che ciò che rende molto più grave quello che sta accadendo in Iraq è il fatto che chi si è autoinvestito della missione di abbattere il regime saddamita che giustamente tu condanni è diventato a sua volta aguzzino.
io credo che ciò che rende molto più grave quello che sta accadendo in Iraq è il fatto che chi si è autoinvestito della missione di abbattere il regime saddamita che giustamente tu condanni è diventato a sua volta aguzzino.
- Sapphire78
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Ho ricevuto ieri una mail da un'amica (qualcuno sa di chi parlo, ma non vorrei citarla a sproposito) che mi ha toccata profondamente, perchè sottolinea il fatto che il nostro paese, dunque noi, dunque io, siamo alleati degli americani, Friends ebbe a dire bush...e come tali sappiamo, si, noi SAPPIAMO, quello che sta accadendo. Ora il paragone potrà sembrare azzardato e fuori luogo, ma anche i tedeschi sapevano, e molti di loro, quasi tutti, chiusero gli occhi per paura, per indifferenza, per scelta politica, per troppo dolore nel sapere...io mi metto in questa categoria, ho cercato fino ad ora di sapere il meno possibile di questa orrenda faccenda, perchè credevo di non farcela...Ma non si può fare così. Non possiamo accettare silenziosamente che questo accada. Non possiamo accontentarci che qualche alto militare americano perda il posto!
Abbiamo liberato (?) il popolo iracheno dalle torture di Saddam, gli abbiamo fatto intravedere un futuro migliori e poi, doppiamente crudeli, ora facciamo loro QUESTO.
NON IN MIO NOME...vorrei sentirlo gridare da tutte le piazze, da tutti i balconi, da tutte le bocche del mondo.
Abbiamo liberato (?) il popolo iracheno dalle torture di Saddam, gli abbiamo fatto intravedere un futuro migliori e poi, doppiamente crudeli, ora facciamo loro QUESTO.
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- Xenia
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su questo concordo, o meglio, non direi che i fatti siano più gravi, direi piuttosto che è lo sdegno ad avere motivi per crescere a dismisura...Invi ha scritto:io credo che ciò che rende molto più grave quello che sta accadendo in Iraq è il fatto che chi si è autoinvestito della missione di abbattere il regime saddamita che giustamente tu condanni è diventato a sua volta aguzzino.
Il mio problema oggi è soprattutto capire come questi fatti rischiano di ripercuotersi in Italia (e in Occidente più in generale), specie a seguito degli arresti in Toscana (che se sono fondati sono sacrosanti, sia chiaro...). Ho paura che la tensione salga e che comprometta la pacifica e civile convivenza che si sta cercando di costruire...
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- campalla
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Perfettamente d'accordo con te.Non è stata la morale musulmana ad essere violata, come leggevo nelle righe qui sopra. E' stata la morale umana tout court a essere calpestata
Anche su questo mi trovi assolutamente d'accordo... ormai da tempo ho imparato che quando scoppiano i "casi" c'è sempre una ben precisa intenzione di farli scoppiare dietro... tant'è vero che delle torture si sapeva già da tempo, ma stranamente esce fuori tutto adesso.una gran bella strumentalizzazione mediatica
Tutto questo però non toglie che le torture e gli abusi perpetrati siano stati orrendi e indegni. E secondo me lo sono stati tanto di più perché a insultare in questo modo la dignità umana sono stati i soldati che rappresentano quelle potenze che hanno proclamato ai quattro venti di voler "portare la democrazia in Iraq", quelli che "hanno scacciato l'odioso dittatore". E' questo che sinceramente contribuisce a rendermi la nausea ancora più acuta. (Ah, la nausea aumenta anche quando penso che il governo che "condanna pesantemente gli abusi" trattiene in condizioni di prigionia pietose, contro ogni convenzione internazionale e ogni norma del diritto, centinaia di persone a Guantanamo).
"La mia fede è qualsiasi cosa mi faccia sentire bene riguardo all'essere vivo" (Tom Robbins, Feroci invalidi di ritorno dai paesi caldi)
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- Xenia
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- Iscritto il: mar ott 22, 2002 10:57 am
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ma su questo siamo perfettamente d'accordo (e anche con Campalla, quindiSapphire ha scritto:Abbiamo liberato (?) il popolo iracheno dalle torture di Saddam, gli abbiamo fatto intravedere un futuro migliori e poi, doppiamente crudeli, ora facciamo loro QUESTO.
NON IN MIO NOME...vorrei sentirlo gridare da tutte le piazze, da tutti i balconi, da tutte le bocche del mondo.

1- tutti i soldati americani sono dei crininali senza scrupoli
2- tutti i soldati americani sono dei pervertiti sessuali
3- tutti i soldati dei paesi alleato USA sono pure loro tutti dei criminali
Io ho smesso da tempo di credere a babbo natale e quindi non credo alla pura missione di liberazione in Iraq, che guarda caso è una riserva di petrolio di valore infinito... però credo anche che lasciarsi trasportare dall'emotività - più che comprensibile, sia chiaro - non ci aiuti nè a capire la situazione né a trovare una soluzione. Sempre che esista uno sdegno 'razionale'...
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- Iorek Byrnison
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Un aspetto sottolineato da Sergio Romano l'altro ieri, è che le foto incriminate con la soldatessa rischiano di minacciare persino quel minimo di emancipazione femminile che si sta faticosamente raggiungendo in alcuni paesi arabi. Il rischio è che i detrattori dei pari diritti usino quelle foto per dire "ecco, guardate a cosa porta l'emancipazione femminile...".
Forse è un punto di vista un po' eccessivo, ma io non giurerei che sia totalmente impossibile...
Forse è un punto di vista un po' eccessivo, ma io non giurerei che sia totalmente impossibile...

This 3d has been Ioreked. Have a nice day.
Nel forum ci sguazzo come un bisonte insaponato sui binari del metrò.
Per un punto Martin perse la cappa. Prima si chiamava Martink (IB)
Tom Cruise dice le bugie (DP)

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- Xenia
- Olandese Volante
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non avevo pensato anche a queste implicazioni.. ma è ancora più preocupante 

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è vero che è un gruppo ristretto ad aver operato materialmente quelle torture ma ciò che sta emergendo sempre più chiaro, anche dal rapporto della Croce Rossa per esempio, è che certe pratiche facevano parte del procedimento di detenzione dei prigionieri e che quindi ci fosse una copertura (magari non dichiarata) dall'alto.xenia ha scritto:E' stato appurato che un gruppo di soldati americani si è macchiato di cose orrende
- keoma
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Ieri ero alla conferenza di Luciano de Crescenzo. Tra una battuta e una canzonetta ha trovato il tempo e il coraggio di affermare "... davanti alle torture degli americani, se fossi Berlusconi prenderei il coraggio a due mani e riporterei a casa le mie truppe". Forse non sono le parole esatte, ma il senso è quello. E la platea ha applaudito per 3 minuti...sapphire saggia ha scritto:Ho ricevuto ieri una mail da un'amica (qualcuno sa di chi parlo, ma non vorrei citarla a sproposito) che mi ha toccata profondamente, perchè sottolinea il fatto che il nostro paese, dunque noi, dunque io, siamo alleati degli americani, Friends ebbe a dire bush...e come tali sappiamo, si, noi SAPPIAMO, quello che sta accadendo.
Ti amo, ogni anno di più. Non so fin dove potrò arrivare, ma spero che il mio cuore resista (R. Vecchioni)
Tutti vogliono il nostro bene. Non facciamocelo portar via (cit.)

Tutti vogliono il nostro bene. Non facciamocelo portar via (cit.)




precisando che mi trovo in totale accordo con Xenia e che sto guardando con raccrapiccio a tutte le varie novità che ogni giorno spuntano riguardo ai vari livelli di torture perpretati e al numero di militari coinvolti, vorrei solo condividere con voi un mio pensiero.
non credo sia solo l'occidente a doversi vergognare, purtroppo si sa che ovunque queste pratiche vengono inflitte ai vari prigionieri, ora di uno schieramento, ora dell'altro... gli esempi sono sicura siano superflui.
la cosa che mi auguro, in questo caso (ma non solo!), è che la "civiltà" (e notate che uso questo termine tra virgolette!) dell'occidente (ma più nello specifico delle democrazie, a prescindere che a governarle AL MOMENTO sia un personaggio discutibile come Bush!) possa essere rivalutata dai provvedimenti che saranno presi ora!
in fondo, appurato che in guerra possa accadere che ci siano gruppi di militari che si fanno prendere la mano ed esagerano (usando un eufemismo), la differenza tra una democrazia e una dittatura o un regime militare dovrebbe essere che nella prima, una volta preso atto del fatto, si DEVONO prendere i dovuti provvedimenti per punire i responsabili ed evitare che i fatti si ripetano!
detto questo è terribile che, come sembra molto probabile, serva una denuncia pubblica perchè ci si muova, e non si alzi un dito finchè certe notizie non raggiungono l'opinione pubblica!
non credo sia solo l'occidente a doversi vergognare, purtroppo si sa che ovunque queste pratiche vengono inflitte ai vari prigionieri, ora di uno schieramento, ora dell'altro... gli esempi sono sicura siano superflui.
la cosa che mi auguro, in questo caso (ma non solo!), è che la "civiltà" (e notate che uso questo termine tra virgolette!) dell'occidente (ma più nello specifico delle democrazie, a prescindere che a governarle AL MOMENTO sia un personaggio discutibile come Bush!) possa essere rivalutata dai provvedimenti che saranno presi ora!
in fondo, appurato che in guerra possa accadere che ci siano gruppi di militari che si fanno prendere la mano ed esagerano (usando un eufemismo), la differenza tra una democrazia e una dittatura o un regime militare dovrebbe essere che nella prima, una volta preso atto del fatto, si DEVONO prendere i dovuti provvedimenti per punire i responsabili ed evitare che i fatti si ripetano!
detto questo è terribile che, come sembra molto probabile, serva una denuncia pubblica perchè ci si muova, e non si alzi un dito finchè certe notizie non raggiungono l'opinione pubblica!
Vero Acquario

"Mi è sempre piaciuto il deserto.Ci si siede su una duna di sabbia.Non si vede nulla.Non si sente nulla.E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio" Il Piccolo Principe
"La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!" - Il Cappellaio Matto - Alice in Wonderland


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- Sapphire78
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Sicuramente vero...ma come ha riportato Keoma, Berlusconi dovrebbe avere il coraggio , la dignità e la forza morale di dire: io ritiro le truppe, e idem tutti gli altri paesi.non credo sia solo l'occidente a doversi vergognare, purtroppo si sa che ovunque queste pratiche vengono inflitte ai vari prigionieri, ora di uno schieramento, ora dell'altro... gli esempi sono sicura siano superflui.
Sono d'accordo che la tortura è da condannare sempre (ci mancherebbe), ma il fatto che siamo un paese occidentale che non la applica (anche se la depenalizza) non ci rende "migliori" di tanti regimi totalitari. Anzi, il contrario...ci rende peggio, molto peggio, di chi una cultura della democrazia non ce l'ha.




Reginetta dei telecomandi, di gnosi assolute che asserisci e domandi (Culodritto, Guccini)
“Sono sempre stato un sognatore ironico, infedele alle promesse
segrete.” (Pessoa)
non sono del tutto d'accordo... nel senso: se la istituzionalizzassimo (ci mancherebbe!) sarei assolutamente d'accordo con te! saremmo mille volte peggiori di chi la democrazia non ce l'ha.ma il fatto che siamo un paese occidentale che non la applica (anche se la depenalizza) non ci rende "migliori" di tanti regimi totalitari. Anzi, il contrario...ci rende peggio, molto peggio, di chi una cultura della democrazia non ce l'ha.
ma se succede in casi (si spera) isolati (per quanto purtroppo non abbastanza!), allora temo sia quasi impossibile da eliminare a prescindere.
è come sperare, perchè siamo un paese democratico, di bandire pedofilia, torture "private", omicidi o serial killer... sono cose che ci saranno sempre, ci sarannno sempre persone portate a compiere degli atti aberranti, solo che in alcuni regimi possono farlo con l'appoggio della legge (di fatto se non addirittura di diritto), mentre in altri governi, come il nostro (e intendo in occidente, non in Italia!), devono comportarsi in modo più circospetto o aspettare di essere in un contesto favorevole (vd. la guerra).
la differenza sta e deve stare nel modo in cui il governo si comporta in quel momento e cioè condannandoli totalmente e a prescindere perchè non solo ledono chi torturano (che già è gravissimo!), ma sviliscono anche il messaggio che dovrebbero portare con sè (democrazia, diritti civili, emancipazione femminile o di persone svantaggiate socialmente, ecc...)
Vero Acquario

"Mi è sempre piaciuto il deserto.Ci si siede su una duna di sabbia.Non si vede nulla.Non si sente nulla.E tuttavia qualche cosa risplende in silenzio" Il Piccolo Principe
"La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!" - Il Cappellaio Matto - Alice in Wonderland


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- Sapphire78
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Rispondo a più riprese perchè nel frattempo leggo Guareschiè come sperare, perchè siamo un paese democratico, di bandire pedofilia, torture "private", omicidi

Hai ragione, utopia pura...ma bisogna non solo continuare a sperare, ma a fare tutto quello che è necessario per far si che queste speranze si avverino...anche se sembra impossibile (tra parentesi, i pedofili e i serial killer sono persone mentalmente disturbate, i soldati non credo)




Reginetta dei telecomandi, di gnosi assolute che asserisci e domandi (Culodritto, Guccini)
“Sono sempre stato un sognatore ironico, infedele alle promesse
segrete.” (Pessoa)
sì, per questo mi auguro che invece qlc si faccia!Permetterla e non fare nulla (politicamente intendo) per evitarla, non significa questo?
non discuto sul fatto che il nostro governo si debba dissociare e sincerare che tra i nostri militari non accada nulla del genere.
come mi auguro che gli Stati Uniti e l'Inghilterra siano veloci nel punire i responsabili e compiere i passi necessari per impedire che questi fatti si ripetano.
io non discuto assolutamente la condannabilità della tortura in sè, il mio discorso riguardava un aspetto diverso della questione, e cioè che purtroppo sono fatti che possono accadere, e che è necessario intervenire presto e drasticamente...
(Sapphire78, visto che è una discussione quasi a due forse dovremmo telefonarci e parlarne di persona...

Vero Acquario

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io sinceramemte non sono molto preparata (anzi non lo sono affatto) in tema di politica e di diritto, ma posso solo dire che sono profondamente schifata da quello che sta succedendo in Iraq. Mi fa schifo che una potenza come gli Stati Uniti abbia usato il pretesto di portare la democrazia in un paese, per realizzare ben altri obiettivi. Mi fa schifo che altri paesi abbiano appoggiato questa assurdità. Mi fa schifo che si pratichi la tortura (casi isolati o programmati, non mi interessa) e che, nonostante molti sapessero, nessuno ha mai mosso un dito per fermare quella crudeltà. Scusate forse il mio discorso è un po' troppo superficiale, ma è quello che provo. Non so voi, ma io mi sento presa in giro.
Life is what you make of it...(Pessoa)
Vulgare amici nomen, sed rara est fides...(Fedro)
La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare...(Schopenhauer)
La mia Bookshelf
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Bianca Cerri è una giornalista esperta di ondizioni carceraria leggendo lei in questi mesi mi sono fatto l'idea che le "torture" dovrebbero scandalizzarci molto di più visto che è pratica comune in luoghi molto più civili che n iraq vi propongo il suo ultimo articolo su Reporterassociati
altro esempio....
http://www.reporterassociati.org/index. ... 6&Itemid=2
oppure
http://www.reporterassociati.org/index. ... 0&Itemid=2
altro esempio....
http://www.reporterassociati.org/index. ... 6&Itemid=2
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http://www.reporterassociati.org/index. ... 0&Itemid=2
Il nostro compito e' guardare il mondo e vederlo intero. Occorre vivere piu' semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere.