Lunedi 14/6/04: Björn Larsson a Lugano

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Lunedi 14/6/04: Björn Larsson a Lugano

Messaggio da Yubi40 »

Da "laRegioneTicino" del 12.6.04:

Per il ciclo "La cultura delle piccole patrie: Danimarca e Svezia", lunedi' 14 giugeno alle 18:30 all'Hotel de la Paix di Lugano si terrà un incontro con Björn Lasson.
Premi Giovanni Boccaccio per l'Europa e Prix Medicis, Larsson, scrive" ...la nostra identita' non deve essere 'contro' gli altri. Si diceva che l'avventura e' il rischio di incontrare l'altro: l'errore e' voler restare cio' che si e' a tutti i costi."
... dagli intrighi celtici alla millenaria sfida del mare. Pirati e schiavi. Dal terrorismo islamico al misterioso piano di stampo druidico per liberare i popoli celtici. Una scrittura affascinante e intrigante. Un successo che porta ad affermare che Björn Larsson ha vinto la sua partita letteraria. ...
"... as every one knows, meditation and water are wedded for ever"
"... of all tools used in the shadow of the moon, men are most apt to get out of order."
H.Melville, "Moby Dick"

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Yubi40
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Tento di riassumere l'incontro ... tento!

Messaggio da Yubi40 »

Gli hanno chiesto se scrivere un bestseller ed essere un buon scrittore sono cose che si escludono ... ha risposto in diversi modi: da una parte i suoi libri "difficili" e "complicati" sulla semantica del francese li ha pubblicati, cosi' nei romanzi che scrive sente di non dover dimostrare niente a nessuno. Vi lascia confluire le sue esperienze di lavoro, anche sull'antropologia (ad esempio ne "Il Cerchio Celtico", ma anche nei ritratti che fa delle persone e del loro interagire) ma appunto sotto forma romanzata. Scrive, ha detto, per essere letto e percio' fa riferimento a concetti centrali, le cose che ci uniscono gli stanno piu' a cuore che quelle che ci differenziano.

E' del parere che essere ben radicati in una cultura e' un bene, ma che e' meglio aprirsi e che i tesori di molte culture hanno trovato la loro migliore espressione, il migliore apprezzamento solo nel momento in cui si sono aperte al resto del mondo. Parlando del tema delle "piccole patrie" sotto il quale si tiene la serie di conferenze, ha espresso l'idea che per un autore di una "piccola realta'" come uno svedese o nel caso concreto degli scrittori del Québéc da lui citato, non funziona passare per forza dall'inglese, ma forse e' meglio farsi tradurre da un'altra "realta'" di dimensioni simili (ovviamente gli hanno subito chiesto se in Svezia non c'era un editore che volesse pubblicare i nostri scrittori ticinesi ;-))

Un uomo che si sente a casa in tutto il mondo (ma che si sforza anche di andare incontro al mondo, ad esempio ha imparato l'italiano proprio per venire incontro al suo numeroso pubblico italiano). Che pero' mantiene le sue caratteristiche di nordico che lascia parlare il suo interlocutore e non lo interrompe, che mantiene la sua liberta', conscio che questo anche comporta dei sacrifici. Un uomo che ha scritto un libro talmente "sentito" sulla cultura celtica, che nei paesi di quella cultura viene distribuito dai piu' appassionati nazionalisti ... lui, autore svedese ;-) ed e' ben questo che lui vuol dimostrare, il messaggio: che non c'entra la nazionalita', ma l'empatia, il cercare di capire, di mettersi nei panni dell'altro. Un autore che non metter moralismi nei suoi scritti, che parlano di liberta' e percio' secondo lui questa liberta' deve anche lasciarla ai suoi lettori, lo stesso rispetto delle loro "credi", delle loro opinioni. Lo hanno definito uno scrittore della "speranza".

Bello, bello! E' stato un bell'incontro!
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