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orsomarso2
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Messaggio da orsomarso2 »

Chi di un'arte severa ambisce i frutti
ed applica la mente a grandi cose,
pria squadri a linee austere la sua vita.
La torva reggia a fronte alta non curi,
nè scrocchi pranzi al seguito di despoti,
nè il fuoco della mente tra gentaglia
spengo nel vino, nè in teatro sieda
ad applaudir gli strioni su compenso.

Ma sia che a lui sorrida la rocca di Pallade in armi,
o la terra in cui vive di Sparta il colono, o l'albergo
delle Sirene, gli anni suoi primi tra i versi traduca
ed al fonte meonio con cuore guadioso egli beva.
Poi che avrà pascolato col gregge di Socrate, spazi
a briglia sciolta e l'armi del grande Demostene scuota.
Allora a lui d'intorno si addensi la schiera romana,
e ai suoni greci estranea di un nuovo profumo lo asperga.
Talora si sottragga dal foro la pagina in corsa,
e la Fortuna tuoni segnata dal moto veloce.
Diano pure materia le guerre di truce melode,
e Cicerone indomito con fiere parole minacci.
Di tai pregi orna l'animo: invaso da larga corrente
tu pierie parole dal petto farai scaturire".

Petronio - Satyricon
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orsomarso2
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Messaggio da orsomarso2 »

"Scusa, nonna, - le chiedo, forse che sai dove abito?"
Divertita quella da una spiritosaggine così sciocca, " E come non saperlo?" Risponde, e, tiratasi su, è già lì che mi precede. Io la prendo per un' indovina e... poco dopo, come arriviamo a una località fuori mano, la vecchia spiritosa scosta una portiera multicolore, ed " E' qui - comunica - che tu devi abitare". Io dichiaro di non riconoscere la casa, ma vedo in quel mentre certi tipi che si aggirano furtivi tra cartelli e prostitute ignude. A fatica compresi, e tardi ormai, che ero stato condotto in un bordello. Maledicendo allora le trappole della vecchina, mi copro il capo e a mezzo il lupanare prendo a fuggire dall'altra parte, quand'ecco, proprio sull' ingresso, mi si fa incontro Ascilto, mezzo morto di fatica anche lui: pareva che fosse stato condotto dalla medesima vecchina. Perciò lo saluto ridendo e gli chiedo cosa faccia in un posto così indecoroso.

Petronio - Satyricon
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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

“Non vi ringrazio, Barnes”, disse Susanna con dolcezza, “perché è inutile. La vostra gentilezza mi tocca il cuore. Ma io devo lavorare da sola, e il mio lavoro deve figurare da solo. In nessun caso potrei farmi forte della vostra fama.”
“Ma voi non siete pratica di queste cose”, diss’egli stropicciandosi il grosso naso piatto. “Io ci son passato, e posso dirvi che, se è difficile cavarsi d’impaccio per un uomo, per una donna è praticamente impossibile….Non vi prenderanno sul serio…..Tutte storie, l’eguaglianza fra i sessi….Gli artisti sono la peggiore delle genie, e non fanno che cercar di darsi lo sgambetto….Quando poi si tratta di una donna, apriti cielo! Se è brava, gelosie da non si dire….Già son gelosi fra uomini, ma che una donna osi competere con loro, la considerano una pura impertinenza…Infelice il giorno in cui siete nata donna, se dovete competer con gli uomini nel loro campo.”

Questo indomito cuore Pearl S. Buck
E' piacevole incontrare gli occhi di una persona a cui si è appena fatto un dono.
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Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
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orsomarso2
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Messaggio da orsomarso2 »

così finalmente ci mettemmo a tavola, con valletti di Alessandria che versavano acqua ghiaccia sulle mani, e altri che li rimpiazzavano ai piedi e con estrema precisione toglievano le pipite. E neppure questo servizio così ingrato li faceva stare zitti, ma in quel mentre cantavano. Io volli provare se tutta la servitù cantava e chiesi allora da bere. Lì pronto mi secondò un valletto con un gorghegio non meno stridulo, e così ogni altro a pregarlo di qualcosa. Sembrava un coro di pantomima, non il triclinio di un padre di famiglia.
Fu servito comunque un antipasto di gran classe, che tutti ormai erano a tavola, all'infuori di lui, Trimalcione, al quale in nuova usanza era riservato il primo posto. Quanto al vassoio, vi campeggiava un asinello in corinzio con bisaccia, che aveva olive bianche in una tasca, nere nell'altra. Ricoprivano l'asinello due piatti, su cui in margine stava scritto il nome di Trimalcione e il peso dell' argento. E vi aveva saldato anche dei ponticelli, che sostenevano ghiri cosparsi di miele e papavero. E c'erano dei salsicciotti a sfrigolare su una graticola d'argento, e sotto la graticola susine di Siria con chicchi di melagrana.

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Il vero nemico non è oggetto di odio né di disprezzo: è oggetto di lotta. Egli è un ostacolo al compimento di un nostro progetto e, come tale, va necessariamente abbattuto. La constatazione di questa necessità non impedisce che si riconosca a lui il diritto di combatterci, e si parli di lui con rispetto comprendendo il suo valore e la sua energia. Ciò che separa i due avversari non è un sentimento di odio, ma la constatazione che i fini, cui essi tendono, sono fatalmente incompatibili tra loro. In modo analogo, nella collaborazione, ciò che univa i compagni di lavoro non era un sentimento di amicizia o di affetto ma la constatazione di tendere tutti alla realizzazione di un medesimo fine. Nell’una come nell’altra esperienza ciascun individuo ha modo di constatare la personalità dell’altro, come personalità attiva, ricca di risorse, di rendimento, di ingegno. Sia la collaborazione che la lotta ci pongono innanzi al fatto indiscutibile dell’esistenza di altri individui; facendoci operare con essi o contro di essi ce li fanno conoscere, ce li fanno “sentire con immediatezza”nella loro alterità da noi che non esclude la nostra reciproca affinità.

I sentimenti
– Ludovico Geymonat

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orsomarso2
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Messaggio da orsomarso2 »

Arrivano all' istante delle anfore di cristallo accuratamente sigillate, che portano attaccate al collo etichette con la scritta: "Falerno Opimiano di cent' anni". Mentre noi ci leggiamo tali scritte, Trimalocione batte le mani l' una con l'altra, e "Ahi, - esclama, - dunque il vino vive più a lungo dell' ometto! Ma allora facciamo le spugne. E' vita il vino. E questo che offro è Opimiano garantito. Ieri non ne ho servito di così buono, e sì che le persone a cena erano di molto più riguardo". Mentre noi dunque si beve, tutti in estasi in mezzo a quel lusso, arriva uno schiavo con uno scheletro d' argento, articolato in modo che le sue giunture e vertebre erano disnodate e flessibili in ogni senso. Come lo getta sulla tavola una prima e una seconda volta, e la catena guizzante assume pose diverse, Trimalcione commenta:

"Ahi, che miseri siamo, che nulla a pesarlo è l' ometto!
Così saremo tutti quel giorno che l' Orco ci involi.
Perciò viva la vita, finchè si può star bene."


Petronio - Satyricon
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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Le zucche vuote fanno più rumore.

Shakespeare
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Marcello Basie
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Messaggio da Marcello Basie »

Dio ci ama (di questo ne abbiamo continuamente conferma), il guaio e' che vuole essere contraccambiato. Io, se mai mi decidessi ad amarlo, non vorrei nulla in cambio. Il mio difetto e' la generosita', il disinteresse.
Ennio Flaiano
Stai sveglio, non abbandonarti ai sogni. Quando scegli non devi sognare, sei tu il responsabile. (Vittorio Foa)
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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Ma una cosa, sopra tutto, l’individuo impara nell’amore: impara a essere sincero. Talvolta, per desiderio di essere amato, qualcuno può fingere di possedere ciò che di fatto non possiede (qualità morali, intellettuali, fisiche che desidererebbe avere, ma non ha); questa finzione lo costringe, però, a controllare continuamente se stesso; e, per il fatto che si controlla, non può “abbandonarsi” …..
……Per essere sincero, bisogna rinunciare nel modo più assoluto a “giocare una parte”; bisogna parlare e agire non “in vista degli altri” (in vista di ciò che gli altri potranno pensare di noi), ma per esprimere ciò che veramente è in noi.

I sentimenti Ludovico Geymonat

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orsomarso2
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Messaggio da orsomarso2 »

Non c'èrea più niente che avesse sapoer, ma, giratomi verso di lui, per raccogliere tutte le informazioni che potevo, incomincio col prendere le cose alla lontana, informandomi chi sia quella donna ch'è sempre di corsa su e giù. "La moglie di Trimalcione, - risponde, - si chiama Fortunata, una che i soldi li misura astaia. E adesso cos' era? Con rispetto parlando, un pezzo di pane dalle sue mani non lo avresti accettato. Ma oggi senza perchè e percome è salita ai sette cieli ed è il factotum di Trimalcione. Alle corte, se a mezzo il mezzodì gli dicesse che fa buio, lui ci crede. Che lui quanto ha non lo sa, straricco com' è, ma questa lupastra è la prima a veder tutto e quando meno te lo aspetti. Astemia, sobria, di buoni principi: tutt' oro quel che vedi. Però una linguaccia, una gazza quando è a letto. Chi ama, ama; chi non ama, non ama. E lui, Trimalcione, ha terreni che ci spaziano i nibbi e soldi che ci crescono soldi. Vi è più argenteria nel casotto del suo portinaio che un altro non ne ha con tutto un patrimonio. La servitù, poi, cazspita quella! Per me, giurabacco, non ce n'è uno su dieci che sa come è fatto il padrone. Alle corte, uno qualunque di codesti babbalocchi te lo fa piccolo così.

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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

Perché non esiste una scoperta, / nella vita? Qualcosa
su cui si possa / metter le mani e dire “eccolo”?

Chi / sono io, che cosa sono, queste domande sempre /
fluttuanti in me: poi mi scontro con / qualche fatto
preciso – una lettera, / una persona – e vi ritorno con
un / gran senso di freschezza.

V. Woolf da: Diario di una scrittrice
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zoe
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Wuthering Heights - Emily Bronte

Messaggio da zoe »

- Ora dimmi come hai potuto essere cosi crudele con me, crudele e falsa. Perchè mi disprezzasti? Perché ingannare il tuo stesso cuore, Cathy? Non mi viene una sola parola di conforto. Tu meriti questo. Ti sei uccisa da te stessa. Si, puoi baciarmi, e piangere; e strappare baci e lagrime a me; essi saranno la tua rovina... la dannazione. Tu mi amavi; Che diritto avevi di lasciarmi? Che diritto? rispondimi. Lasciarmi per quel misero capriccio che ti prese per Linton? Giacché né la miseria né la degradazione, o la morte, né qualunque pena che Dio o Satana potessero infliggere, avrebbero potuto separarci, tu lo facesti di tua stessa volontà. Non io ho infranto il tuo cuore; e nell'infrangerlo hai spezzato il mio. Tanto peggio per me, che sono forte. Se voglio vivere? Che vita sarà quando tu...
oh, Dio! Piacerebbe ate vivere con la tua anima nella tomba?


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orsomarso2
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Messaggio da orsomarso2 »

"Eravi in Efeso una matrona famosa asasi per la sua puficizia, che anche dai paesi vicini richiamava le donne ad ammirarla. Poichè dunque le accadde di sotterrare il marito, quella non si limitò, come tutte fanno, a seguire il funerale coi capelli sparsi, o a battersi il petto nudo in mezzo alla folla, ma pure nel sepolcro accompagnò il defunto, e, una volta che il cadavere, secondo il costume dei Greci, fu deposto nella Cripta, ella rimase lì notte e giorno a vegliarlo ed a piangerlo. Accorata com' era e decisa a morir di fame, non i genitori riuscirono a condurla via, non i parenti: i magistrati alla fine se ne andarono con un rifiuto, e quella donna unica al mondo, da tutti lagrmata, erano orami cinque giorni che passava senza cibo. Vicino alla poverina v'èra un' ancella fedele, che mescolava a quel pianto le sue lagrime, e stava insieme attenta , ogni volta che si indeboliva, a ravvivare il lume collocato nella tomba. Perciò dovunque in città non si parlava d' altro: riconoscevano tutti, senza distinzione di classi, che mai si era vista nella realtà una prova così lampante di pudicizia e amore. Ora ecco che il governatore della provincia fece crofiggere dei ladroni nei pressi di quell' edicola dove la matrona stava piangendo il cadavere di fresca data. Fu così che un soldato la notte dopo, mentre stava di guardia alle croci, chè nessuno tirasse giù qualche cadavere per dargli sepoltura, avendo notato tra le tombe un lume che vivo splendeva e percepito un gemito accorato, com' è dell' umana natura, volle sapere chi fosse o che faceva. Discese dunque nel sepolcro, e quando cide la bellissima donna, sulle prime si fermò interdetto, come davanti a un fantasma o a un' apparizione infernale. Ma poi, appena distinse il cadavere lì disteso, e a tutte quelle lagrime pose mente e aquel volto straziato dalle unghie, resosi facilemnte conto della sistuazione, che la donna non riusciva a sopportare la perdita del defunto, portò nella tomaba la sua cenetta, e prese a dire alla lagrimosa di non persistere in un vano dolore e di non tompersi il petto con gemiti inutili, che una per tutti è la fine ed una la dimora, e tante altre cose che riportano la pace nei cuori esulcerati. Ma quella, ferita dall' assurdo tentativo di consolazione, si lacerava il petto con più impegno e a ciocche deponeva i capelli sul cadavere lì disteso. Tuttavia il soldato non battè in ritirata, ma cona la stessa insistenza cercava di far prendere cibo alla povera donna, sin quando l' ancella, sedotta dal profumo come di nettare del vino, sporse dapprima lei sola e quasi per forza la mano all' invito gentile, e quindi, rianimata dalla bevanda e dal cibo, mosse a espugnare l' ostinazione della padrona, e "Che vantaggio ne avrai, - diceva - se ti lasci morir di fame, se ti seppellisci viva, se spiri innocente prima che t' appellino i fati?
Credi che questo avvertano le ceneri e i mani sepolti?.
Non vuoi tornare a vivere? Non vuoi, cacciati questi pregiudizi da donnetta, goderti le gioie della luce per quanto è possibile? Proprio il cadavere qui disteso dovrebbe concincerti a vivere".

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zoe
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Messaggio da zoe »

- Io non sarò in pace, - gemette Catherine, ridestata a un senso di debolezza fisica dal violento, irregolare palpitare del suo cuore, che batteva in modo visibile e udibile sotto l'effetto di questa acuta agitazione. Non disse più nulla finché non le fu passato il parossismo; poi riprese con dolcezza:
- Non ti auguro tormento maggiore di quello che soffro io, Heathcliff. Il mio unico desiderio è che non siamo mai divisi; e , se una mia parola dovesse affliggerti d'ora in poi, pensa che io sento la stessa sofferenza sottoterra e per amor mio perdonami! Torna a in ginocchiarti a qui. Tu non mi hai fatto mai fatto del male in vita tua. Anzi, se nutri della collera, ti farà più male il ricordo di essa che non le mie parole amare. Non vuoi tornare qui? Avanti, vieni!
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piccola ribelle
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Messaggio da piccola ribelle »

“La soluzione di continuità tra le generazioni dipende dall’impossibilità di trasmettere l’esperienza, di far evitare agli altri gli errori già commessi da noi. La vera distanza tra due generazioni è data dagli elementi che esse hanno in comune e che obbligano alla ripetizione ciclica delle stesse esperienze, come nei comportamenti delle specie animali trasmessi come eredità biologica; mentre invece gli elementi di vera diversità tra noi e loro sono il risultato dei cambiamenti irreversibili che ogni epoca porta con sé, cioè dipendono dalla eredità storica che noi abbiamo trasmesso a loro, la vera eredità di cui siamo responsabili, anche se talora inconsapevoli. Per questo non abbiamo niente da insegnare: su ciò che più somiglia alla nostra esperienza non possiamo influire; in ciò che porta la nostra impronta non sappiamo riconoscerci”.

Palomar Italo Calvino
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Messaggio da dot-com »

non leggete come i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi per istruirvi.
NO, leggete per vivere!!!

"Gustave Flaubert"
Gli uomini colti sono superiori agli incolti nella stessa misura in cui i vivi sono superiori ai morti "ARISTOTELE"
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zoe
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Messaggio da zoe »

" Tutta l'azione di Delitto perfetto si svolge in un soggiorno, questo non ha alcuna importanza. Girerei altrettanto volentieri un intero film in una cabina telefonica. Immaginiamo una coppia di innamoarti in una cabina. Le loro mani si toccano, le bocche si uniscono e accidentalmente la pressione dei corpi fa che il ricevitore si sollevi da solo e apra la linea. Ora, all'insaputa della coppia, la centralinista può seguire la loro conversazione intima. Il dramma ha fatto un passo avanti. Per il pubblico che guarda queste immagini, è come se leggesse i primi paragrafi di un romanzo o come se ascoltasse una commedia. Quindi, una scena dentro una cabina telefonica lascia a noi registi la stessa libertà che la pagina bianca allo scrittore di romanzi."


François Truffaut Il cinema secondo Hitchcock
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dollypop
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Messaggio da dollypop »

"c'è fuoco e fuoco:il fuoco che brucia e il fuoco che emana calore,il fuoco che incendia una foresta e il fuoco che fa addormentare un gatto."
da The Dreamers di G.Adair
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Frine
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Messaggio da Frine »

"Così i ricordi si mescolano e tremano, percorsi ancora dai brividi di quella rabbia: furono i giorni della tempesta. Giacigli al cui confronto questa branda è un letto principesco; bambini magri e sporchi, volti dignitosi incapaci di un lamento che si riempivano della voglia di riscatto; sempre in strada, attraverso cascine, borghi, villaggi. Eravamo seminatori solerti, che accendevano la scintilla della guerra contro gli usurpatori della gloria di dio, i vessatori del Suo popolo. Vidi falci tramutarsi in spade, zappe diventare lance e uomini semplici lasciare l'aratro per mutarsi nei più impavidi guerrieri. Vidi un piccolo falegname incidere un grande crocifisso e guidare le schiere di Cristo come il capitano del più invincibile esercito. Vidi tutto questo e vidi quegli uomini e quelle donne raccogliere la propria fede e farne bandiera di rivincita. L'amore stringeva i cuori in quell'unico fuoco che avvampava dentro di noi: eravamo liberi ed eguali nel nome di Dio e avremmo spaccato le montagne, fermato i venti, ucciso tutti i nostri tiranni per realizzare il Suo regno di pace e fratellanza. potevamo farlo, finalmente potevamo farlo: la vita ci apparteneva."

Luther Blissett, "Q"
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)

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sonietta
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Messaggio da sonietta »

"Quel cretino di Jèrèmy l'ha chiamata Verdun. Appena si sveglia urla perchè si porta dietro tutti i ricordi della Grande Guerra: un'epoca in cui ci si credeva tedeschi, francesi, serbi, inglesi, bulgari, e che è finita a polpette in umido nelle vaste pianure dell'est, come direbbe Benjamin. Ecco cos'ha sotto gli occhi la nostra piccola Verdun appena li apre: lo spettacolo del suicidio collettivo perpetrato in nome dei nazionalismi."

Daniel Pennac - "La fata carabina"
"Se c'è qualcosa che accomuna gli esseri umani
è l'immensità di ciò che ignoriamo."
(T.E.Martìnez)


"Passeggiare,
come se al mondo non ci fosse niente per cui valesse la pena andar in fretta,
neanche fare l'amore"
(Wu Ming)
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