Lettera Aperta all'Università
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Lettera Aperta all'Università
Alice Avallone
Piazza Alfieri, 17
14100 Asti
alice.avallone@email.it
Asti, 1 Ottobre 2004
LETTERA APERTA ALL’UNIVERSITA’
ed ai suoi studenti
Mi sono iscritta un anno fa all’Università degli Studi di Genova, corso di Lettere Moderne, perché ero giovane, idealista ed ingenua. Durante questo anno ho chiesto a quasi tutti i miei coetanei il perché della loro iscrizione all’università, senza mai trovare una risposta soddisfacente. Perché i genitori vogliono così, perché senza quel pezzo di carta in mano non si è nessuno, perché così si rimanda il militare, perché non si trova lavoro altrimenti. Io speravo in un ambiente attivo, culturalmente in fermento. Speravo di potermi sentire coinvolta nelle lezioni, di crescere e di confrontarmi, di scoprire le mie potenzialità ed i miei limiti, di imparare qualcosa al di là dei libri. Ma ecco cosa ho trovato.
Atenei che ogni anno si contendono ed aggiudicano studenti indecisi a colpi di pubblicità ben poco informativa. Atenei di tendenza ed atenei demodé. Atenei che basano la propria campagna pubblicitaria su spot come - Venite ad imparare perché un tapiro di gesso fa più notizia di un leone d’oro -. Coda alla posta per pagare i bollettini. Coda allo sportello dello studente per ritirare il libretto o qualsiasi altro foglio. Coda al ricevimento di un’ora la settimana dei docenti. Coda alla mensa. Studenti che fingono di abitare da soli per rientrare nelle prime fasce di reddito e girare poi con il porsche del papà. Studenti che prendono spasmodicamente appunti con mille biro colorate al posto di imparare ad ascoltare e filtrare. Studenti stressati prima dell’esame, e depressi dopo. Studenti che imparano a memoria la lezione orale. Studenti che copiano dal vicino di banco la prova scritta. Studenti ammiccanti disposti anche ad inginocchiarsi pur di passare un esame. Studenti fuoricorso da dieci anni. Materie surrogate a punti e frammentate. Materie mal pesate, dove un esame di storia del cinema vale tanto quanto un esame di letteratura italiana. Materie che si accavallano senza un piano di studi predefinito. Concorsi truccati. Concorsi pilotati. Locali straripanti. Locali sporchi. Locali mal attrezzati. Costi improponibili dell’iscrizione. Costi proibitivi delle rette. Costi alti del cappuccino al bar dell’angolo in orario di lezione. Docenti presuntuosi che non vogliono che si impari la loro materia, ma il loro libro. Docenti che regalano voti in modo da farsi un nome, ed attirare più studenti. Docenti capricciosi che schiavizzano i propri assistenti mediocri e raccomandati riducendoli a far solo fotocopie. Docenti isterici che riversano le proprie frustrazioni sugli studenti. Laureati con tutti parenti a far foto nel cortile. Laureati che appendono una nuova cornice in camera o si ingozzano di confetti rossi. Laureati che fuggono con il loro cervello all’estero. Laureati che non trovano comunque lavoro e si lamentano.
Perché continuare con questa università?
Non la voglio io, la vostra risposta.
Ringrazio Marco Tullio Giordana e la sua La Meglio Gioventù per aver fatto alzare dalla sedia Alessio Boni, disgustato da questa università malata durante un esame di Letteratura Italiana.
Perché ora mi alzo anche io.
Alice Avallone
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LETTERA APERTA ALL’UNIVERSITA’
ed ai suoi studenti
Mi sono iscritta un anno fa all’Università degli Studi di Genova, corso di Lettere Moderne, perché ero giovane, idealista ed ingenua. Durante questo anno ho chiesto a quasi tutti i miei coetanei il perché della loro iscrizione all’università, senza mai trovare una risposta soddisfacente. Perché i genitori vogliono così, perché senza quel pezzo di carta in mano non si è nessuno, perché così si rimanda il militare, perché non si trova lavoro altrimenti. Io speravo in un ambiente attivo, culturalmente in fermento. Speravo di potermi sentire coinvolta nelle lezioni, di crescere e di confrontarmi, di scoprire le mie potenzialità ed i miei limiti, di imparare qualcosa al di là dei libri. Ma ecco cosa ho trovato.
Atenei che ogni anno si contendono ed aggiudicano studenti indecisi a colpi di pubblicità ben poco informativa. Atenei di tendenza ed atenei demodé. Atenei che basano la propria campagna pubblicitaria su spot come - Venite ad imparare perché un tapiro di gesso fa più notizia di un leone d’oro -. Coda alla posta per pagare i bollettini. Coda allo sportello dello studente per ritirare il libretto o qualsiasi altro foglio. Coda al ricevimento di un’ora la settimana dei docenti. Coda alla mensa. Studenti che fingono di abitare da soli per rientrare nelle prime fasce di reddito e girare poi con il porsche del papà. Studenti che prendono spasmodicamente appunti con mille biro colorate al posto di imparare ad ascoltare e filtrare. Studenti stressati prima dell’esame, e depressi dopo. Studenti che imparano a memoria la lezione orale. Studenti che copiano dal vicino di banco la prova scritta. Studenti ammiccanti disposti anche ad inginocchiarsi pur di passare un esame. Studenti fuoricorso da dieci anni. Materie surrogate a punti e frammentate. Materie mal pesate, dove un esame di storia del cinema vale tanto quanto un esame di letteratura italiana. Materie che si accavallano senza un piano di studi predefinito. Concorsi truccati. Concorsi pilotati. Locali straripanti. Locali sporchi. Locali mal attrezzati. Costi improponibili dell’iscrizione. Costi proibitivi delle rette. Costi alti del cappuccino al bar dell’angolo in orario di lezione. Docenti presuntuosi che non vogliono che si impari la loro materia, ma il loro libro. Docenti che regalano voti in modo da farsi un nome, ed attirare più studenti. Docenti capricciosi che schiavizzano i propri assistenti mediocri e raccomandati riducendoli a far solo fotocopie. Docenti isterici che riversano le proprie frustrazioni sugli studenti. Laureati con tutti parenti a far foto nel cortile. Laureati che appendono una nuova cornice in camera o si ingozzano di confetti rossi. Laureati che fuggono con il loro cervello all’estero. Laureati che non trovano comunque lavoro e si lamentano.
Perché continuare con questa università?
Non la voglio io, la vostra risposta.
Ringrazio Marco Tullio Giordana e la sua La Meglio Gioventù per aver fatto alzare dalla sedia Alessio Boni, disgustato da questa università malata durante un esame di Letteratura Italiana.
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Ciao Alice,
quello che hai scritto mi ha colpito molto. Tutte le cose che hai scritto sono note anche a me, alcune per esperienza personale (maledette file in segreteria
), altre raccontate da altri, dato che ho vissuto la mia esperienza universitaria in un ambiente "privilegiato": un ateneo abbastanza piccolo (Trieste) e un corso di laurea "per pochi intimi" (chimica).
Forse e' per questo che, accanto agli episodi di malauniversita', ho in mente anche tante esperienze positive: l'amicizia all'interno del mio corso, la disponibilita' di tanti professori, l'amore di tanti di loro per la loro materia, per l'insegnamento e la ricerca (mica tutti, d'accordo
). Nonostante tutto io mi sento di salvare questa universita', che mi ha insegnato a pensare, ad amare la scienza e (perche' no) il mio lavoro.
Dopo la laurea (che e' stata appena 3 mesi fa
, sembra un secolo) me ne sono andata dall'Italia (non pensare a una fuga di cervelli, nel mio caso si tratta COMUNQUE di un neurone solo
), per la nota mancanza di risorse (leggi: soldi) e prospettive della nostra universita'. Pero' un po' mi sento in colpa: solo chi rimane puo' lottare per un cambiamento. Certo, piu' che cambiamento, ci vorrebbe una ricostruzione dalle fondamenta, comunque...
Vabbe', come vedi non ho risposte, solo la mia esperienza e un mezzo chilo di speranza
. Buona giornata a tutti!
quello che hai scritto mi ha colpito molto. Tutte le cose che hai scritto sono note anche a me, alcune per esperienza personale (maledette file in segreteria

Forse e' per questo che, accanto agli episodi di malauniversita', ho in mente anche tante esperienze positive: l'amicizia all'interno del mio corso, la disponibilita' di tanti professori, l'amore di tanti di loro per la loro materia, per l'insegnamento e la ricerca (mica tutti, d'accordo

Dopo la laurea (che e' stata appena 3 mesi fa


Vabbe', come vedi non ho risposte, solo la mia esperienza e un mezzo chilo di speranza

"Sorrido. Non esiste un piano che possa prevedere tutto. Altri solleveranno il capo, altri diserteranno. Il tempo non cesserà di elargire sconfitte e vittorie a chi proseguirà la lotta."
Luther Blissett, "Q"
Vero Acquario è tutto quello che viene scritto dopo
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Io l'Università la vivo doppiamente:
Studio alla Sapienza, Scienze delle Comunicazioni.. quella che è ahimè, diventata il nuovo parcheggio per nullafacenti.
Lavoro alla Tuscia, Economia, anche qui il livello degli studenti è "stucchevolmente" mediocre.
L'Università è malata, verissimo... un cancro con diffuse metastasi... e ogni giorno lo vedo. Lo vedo nei quadri dirigenti, nel corpo docente, negli studenti e nel personale tecnico e amministrativo...
ma lo so, lo sappiamo tutti... il mondo non è in bianco e nero... e nemmeno in tonalità di grigi... il mondo è colorato.
E allora vedo le macchiette di colore... questi piccoli mediocri eroi giornalieri... questi don chisciotte che ancora ci credono e cercano di fare qualcosa... vedo i mille fantastici progetti naufragare ogni giorno e ogni giorno tirarne fuori di nuovi... vedo tanta fatica per risultati minimi...
ma vedo questi risultati...
ed è per questo che ogni mattina mi alzo e ci riprovo.
Mi interrogo spesso sul perchè?
perchè ci vengo a lavorare qui, dove tutto va male?
perchè ci studio qui dove niente è come dovrebbe essere?
e poi mi chiedo subito... perchè la mediocrità degli altri dovrebbe farmi gettare la spugna?
perchè abbassarmi io? magari si alzeranno gli altri!
Alice, un anno è troppo poco per alzare già le braccia!
Il mondo (e non l'Italia) è una continua sfida con te stesso, con la tua etica e la tua morale... troppe volte dovrai scendere a patti con te stessa... in alternativa, alzati pure e chiuditi in una stanza buia e lontana da tutti... schifata dal mondo.
Io per un periodo l'ho fatto... sai cosa ci ho ricavato? un giorno mi sono guardato allo specchio e mi sono sentito colpevole! colpevole di aver detto: "non è affar mio!"
Studio alla Sapienza, Scienze delle Comunicazioni.. quella che è ahimè, diventata il nuovo parcheggio per nullafacenti.
Lavoro alla Tuscia, Economia, anche qui il livello degli studenti è "stucchevolmente" mediocre.
L'Università è malata, verissimo... un cancro con diffuse metastasi... e ogni giorno lo vedo. Lo vedo nei quadri dirigenti, nel corpo docente, negli studenti e nel personale tecnico e amministrativo...
ma lo so, lo sappiamo tutti... il mondo non è in bianco e nero... e nemmeno in tonalità di grigi... il mondo è colorato.
E allora vedo le macchiette di colore... questi piccoli mediocri eroi giornalieri... questi don chisciotte che ancora ci credono e cercano di fare qualcosa... vedo i mille fantastici progetti naufragare ogni giorno e ogni giorno tirarne fuori di nuovi... vedo tanta fatica per risultati minimi...
ma vedo questi risultati...
ed è per questo che ogni mattina mi alzo e ci riprovo.
Mi interrogo spesso sul perchè?
perchè ci vengo a lavorare qui, dove tutto va male?
perchè ci studio qui dove niente è come dovrebbe essere?
e poi mi chiedo subito... perchè la mediocrità degli altri dovrebbe farmi gettare la spugna?
perchè abbassarmi io? magari si alzeranno gli altri!
Alice, un anno è troppo poco per alzare già le braccia!
Il mondo (e non l'Italia) è una continua sfida con te stesso, con la tua etica e la tua morale... troppe volte dovrai scendere a patti con te stessa... in alternativa, alzati pure e chiuditi in una stanza buia e lontana da tutti... schifata dal mondo.
Io per un periodo l'ho fatto... sai cosa ci ho ricavato? un giorno mi sono guardato allo specchio e mi sono sentito colpevole! colpevole di aver detto: "non è affar mio!"
気高い心
tentai di cogliere il lato assurdo di Dio: l'uomo.


professionalmente parlando:
http://www.youtube.com/watch?v=mlYldqwvOrk
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- lizzyblack
- moderatrice
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Cara Alice, anche io come Serena frequento un corso di laurea per pochi intimi. A Milano (e dico Milano), gli iscritti a chimica sono 54. Divise per 3 specializzazioni, facciamo una media, sono meno di 20 persone... condivido in pieno le negatività, le code, gli esami a volte strambi o inutili, la disorganizzazione.
Ma, tendenzialmente, non condivido altre cose come:
-studenti che prendono appunti con penne colorate invece di ascoltare
-studenti che copiano
-studenti che imparano a memoria la lezione orale
-studenti fuori corso da 10
Ecco, queste cose non le condivido...
-Il metodo di studio che ognuno si sceglie non è contestabile (e chi l'ha detto che chi prende appunti con penne colorate non ascolta?)
-se a volte si copia, non mi sembra un peccato mortale;
-se non avessi imparato a memoria i quiz di fisica, non avrei avuto altro modo di passare l'esame.
-Gli studenti fuori corso ci sono ovunque, e per quanto mi riguarda sono affari loro.
Forse confondi un certo tipo di disorganizzazione di base, che, ti ripeto, condivido in pieno, con un tipo di disorganizzazione personale.. non si può mettere tutto nel calderone, purtroppo.
A mio parere, il vero problema è che ancora ci sono troppe persone che scelgono la facoltà a caso, che si siedono a scaldare la sedia, che occupano un posto che magari, invece, spetterebbe a te che quella facoltà te la sei scelta con perizia. In questo caso, perchè mollare, Alice? Chi vuole davvero una cosa, la ottiene. Se vuoi la tua laurea, ci devi passare sopra a queste cose! Perchè, prima o poi, chi è lì per scaldare la sedia, se ne va. Perchè le code, ormai, si fanno da tutte le parti. Perchè le incazzature per gli esami spostati, annullati, difficili, ce le sorbiamo tutti. Ma quando arrivi alla fine.. beh, allora, lasciamelo dire.. tutto questo quasi diventa un ricordo dolce di un cammino che tu sei riuscita a terminare. Pensaci bene. Se te ne vai per queste cose, fai dispetto solo a te stessa.
Un abbraccio
Ma, tendenzialmente, non condivido altre cose come:
-studenti che prendono appunti con penne colorate invece di ascoltare
-studenti che copiano
-studenti che imparano a memoria la lezione orale
-studenti fuori corso da 10
Ecco, queste cose non le condivido...
-Il metodo di studio che ognuno si sceglie non è contestabile (e chi l'ha detto che chi prende appunti con penne colorate non ascolta?)
-se a volte si copia, non mi sembra un peccato mortale;
-se non avessi imparato a memoria i quiz di fisica, non avrei avuto altro modo di passare l'esame.
-Gli studenti fuori corso ci sono ovunque, e per quanto mi riguarda sono affari loro.
Forse confondi un certo tipo di disorganizzazione di base, che, ti ripeto, condivido in pieno, con un tipo di disorganizzazione personale.. non si può mettere tutto nel calderone, purtroppo.
A mio parere, il vero problema è che ancora ci sono troppe persone che scelgono la facoltà a caso, che si siedono a scaldare la sedia, che occupano un posto che magari, invece, spetterebbe a te che quella facoltà te la sei scelta con perizia. In questo caso, perchè mollare, Alice? Chi vuole davvero una cosa, la ottiene. Se vuoi la tua laurea, ci devi passare sopra a queste cose! Perchè, prima o poi, chi è lì per scaldare la sedia, se ne va. Perchè le code, ormai, si fanno da tutte le parti. Perchè le incazzature per gli esami spostati, annullati, difficili, ce le sorbiamo tutti. Ma quando arrivi alla fine.. beh, allora, lasciamelo dire.. tutto questo quasi diventa un ricordo dolce di un cammino che tu sei riuscita a terminare. Pensaci bene. Se te ne vai per queste cose, fai dispetto solo a te stessa.
Un abbraccio
Liz
"If a cat could talk, he wouldn't..."
"Sono posseduto da una passione inesauribile che finora non ho potuto né voluto frenare. Non riesco a saziarmi di libri."
"Wit beyond measure is man's greatest treasure."
Le mie letture
Vero Acquario
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- silviazza
- Olandese Volante
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Cara Alice,
a me e' capitato di scegliere una delle (purtroppo sempre piu') facolta' nuove (biotecnologie) che ti promettono la luna e non ti danno che un pezzo di carta (igienica). Mi sono accorta dello sbaglio gia' al secondo anno, ma sono andata avanti per coerenza e perche', nonostante tutto il corso mi interessava (a parte le classiche materie che servono a dare la cattedra al docente che ci sono ovunque).
Le prospettive di lavoro sono deprimenti (anche perche' molti non sanno ancora che esistono dei laureati in biotecnologie, nonostate il corso di laurea sia ormai presente in una quarantina - ma non vorrei sparare una c@##@ta - di atenei), ho lavorato per mesi gratis ed a fine mese ricevero' la mia prima mensilita' della borsa di studio (di cui non so neanche l'ammontare), in questo ambiente c'e' gente capacissima come ad esempio una mia collega che, nonostante l'esperienza all'estero, il dottorato e delle conoscenze da far paura, ha un contratto a termine e deve fare 150km al giorno per venire al lavoro (ed ora che ha avuto una bimba io non so come fara'), e poi si stupiscono che la gente fugga all'estero.
Ma nonostante questo credo in quello che ho imparato e cerco di apprendere sempre (in questo giorni devo scrivere il curriculum e mi rendo conto di aver appreso un sacco di cose in questo periodo... insomma, c'e' speranza) e cerco di non deprimermi.
La depressione mi verra' quando avro' bisogno di cercare lavoro...
Cara Alice, l'importante e' credere in quello che fai, se pensi di fare affidamento sul sistema (che, e' vero, va di male in peggio) stai fresca.
In groppa al riccio
a me e' capitato di scegliere una delle (purtroppo sempre piu') facolta' nuove (biotecnologie) che ti promettono la luna e non ti danno che un pezzo di carta (igienica). Mi sono accorta dello sbaglio gia' al secondo anno, ma sono andata avanti per coerenza e perche', nonostante tutto il corso mi interessava (a parte le classiche materie che servono a dare la cattedra al docente che ci sono ovunque).
Le prospettive di lavoro sono deprimenti (anche perche' molti non sanno ancora che esistono dei laureati in biotecnologie, nonostate il corso di laurea sia ormai presente in una quarantina - ma non vorrei sparare una c@##@ta - di atenei), ho lavorato per mesi gratis ed a fine mese ricevero' la mia prima mensilita' della borsa di studio (di cui non so neanche l'ammontare), in questo ambiente c'e' gente capacissima come ad esempio una mia collega che, nonostante l'esperienza all'estero, il dottorato e delle conoscenze da far paura, ha un contratto a termine e deve fare 150km al giorno per venire al lavoro (ed ora che ha avuto una bimba io non so come fara'), e poi si stupiscono che la gente fugga all'estero.
Ma nonostante questo credo in quello che ho imparato e cerco di apprendere sempre (in questo giorni devo scrivere il curriculum e mi rendo conto di aver appreso un sacco di cose in questo periodo... insomma, c'e' speranza) e cerco di non deprimermi.
La depressione mi verra' quando avro' bisogno di cercare lavoro...
Cara Alice, l'importante e' credere in quello che fai, se pensi di fare affidamento sul sistema (che, e' vero, va di male in peggio) stai fresca.
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Sono d'accordo con quanto dice Lizzyblack sulla mancanza di orientamento degli studenti delle superiori: pensateci, in base a COSA avete scelto il corso e la sede universitaria?
Penso che sarebbe molto piu' intelligente da parte del ministero investire in attivita' SERIE di orientamento, piuttosto che immaginare deliranti corsi di laurea 3+2 (che non fa 5, temo!) o a Y. Una persona che sceglie un corso di laurea a ragion veduta, il corso giusto per lei/lui, difficilmente avra' bisogno di cambiare 1000 volte carriera come la riforma promette/permette.
"Sorrido. Non esiste un piano che possa prevedere tutto. Altri solleveranno il capo, altri diserteranno. Il tempo non cesserà di elargire sconfitte e vittorie a chi proseguirà la lotta."
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Visto che sarebbe la seconda mia risposta "seria" ad un thread nel giro di pochi minuti, quoto totalmente lizzyblack, tranne per il fatto dell' indirizzo con pochi studenti (io studio lettere moderne, alice, come te.. ma la mia università, a Parma, comunque non è enorme)
tornando alla risposta di lizzy.. mammamia quant'è saggia 'sta ragazza!!
e concordo anche con kurosawa quando dice
Forza, alice..
tornando alla risposta di lizzy.. mammamia quant'è saggia 'sta ragazza!!
questa la stampo e me la metto sopra al letto!!l'illuminata lizzy ha scritto:perchè mollare, Alice? Chi vuole davvero una cosa, la ottiene. Se vuoi la tua laurea, ci devi passare sopra a queste cose! Perchè, prima o poi, chi è lì per scaldare la sedia, se ne va. Perchè le code, ormai, si fanno da tutte le parti. Perchè le incazzature per gli esami spostati, annullati, difficili, ce le sorbiamo tutti. Ma quando arrivi alla fine.. beh, allora, lasciamelo dire.. tutto questo quasi diventa un ricordo dolce di un cammino che tu sei riuscita a terminare. Pensaci bene. Se te ne vai per queste cose, fai dispetto solo a te stessa.

e concordo anche con kurosawa quando dice
anzi, direi proprio che il primo anno è il calssico momento di assestamento, in cui ti adegui ai ritmi nuovi, all'organizzazione diversa.. in cui impari a convivere con le brutture che all'università ci sono, eccome.. ma magari in quello stesso anno assisti a lezioni in cui senti parlare di cose che prima non ti saresti mai sognata di approfondire, leggi libri che al liceo hai potuto solo "assaggiare" nell'antologia.. e soprattutto se ti metti a criticare i promessi sposi nesuno ti dà un quattroun anno è troppo poco per alzare già le braccia!

Forza, alice..
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)
















- Marcello Basie
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Beh l'universita' e' bella e brutta tanto quanto il mondo la' fuori... e' importante riconoscere cio' che e' sbagliato ma e' anche fondamentale riconoscere cio' che c'e' di buono, e lavorare, ognuno nel proprio piccolo, per migliorare le cose.
All'universita' io ho trovato anche compagni di corso che erano e sono persone speciali, professori seri e impegnati e appassionati, esistono anche loro
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Dunque, faccio parte di quella percentuale di persone che l'università l'hanno salutata prima del tempo... Non era la mia strada e per quanto mi ci sia impegnato ho trovato uno scoglio insormontabile. Mi ci sono voluti due anni per rinunciare alla mia passione (perché la mia è stata una scelta per passione), però l'ho fatto e non nesono pentito.
Di tante cose che dici (soprattutto su esami e professori) ho sentito molte chiacchere e maldicenze (ragazze in mini-mini per "tirare" il voto, ad esempio), per il resto sono incovenienti burocratici (le code le ho fatte anch'io) o scelte personali (mai preso un appunto).
Se i motivi per cui vuoi lasciare sono quelli che scrivi, io ti incito a non mollare e a continuare a lottare, soprattutto se hai scelto la facoltà "con coscienza".
Di tante cose che dici (soprattutto su esami e professori) ho sentito molte chiacchere e maldicenze (ragazze in mini-mini per "tirare" il voto, ad esempio), per il resto sono incovenienti burocratici (le code le ho fatte anch'io) o scelte personali (mai preso un appunto).
Se i motivi per cui vuoi lasciare sono quelli che scrivi, io ti incito a non mollare e a continuare a lottare, soprattutto se hai scelto la facoltà "con coscienza".
AL MOMENTO SONO PARECCHIO ASSENTE DAL FORUM. PER NECESSITA', TIRATE D'ORECCHIE, REMINDER, INSOMMA SE DOVETE CONTATTARMI SCRIVETEMI UN MP O UNA MAIL DA QUI O DA BC.COM.
GRAZIE
A volte, quando entro nel mio ufficio, mi sembra di camminare in mezzo alle rovine di un'antica civiltà. Non è per il disordine che regna sovrano, ma più probabilmente perché mi ricorda le vestigia dell'essere civilizzato che io fui un tempo. (Blacksad)
Membro del Vero Toro Club
Ciao ne (cit.)
GRAZIE
A volte, quando entro nel mio ufficio, mi sembra di camminare in mezzo alle rovine di un'antica civiltà. Non è per il disordine che regna sovrano, ma più probabilmente perché mi ricorda le vestigia dell'essere civilizzato che io fui un tempo. (Blacksad)
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- liberliber
- amministratrice ziaRottenmeier
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- Iscritto il: mar ott 22, 2002 11:02 am
- Località: Milano
- Contatta:
Alice, capisco benissimo quello che provi, ma forse generalizzi un po' troppo
Ad esempio, non tutti i fuori corso lo sono perché c@zzeggiano, molti (parecchi) lo sono per tanti motivi, tra cui che studiare e lavorare per la maggior parte delle facoltà è quasi impossibile, eccetera. Ma vedo che ti han già risposto in parecchi quindi non mi dilungo
Solo un consiglio: per non essere invasa da spam, io fossi in te toglierei i dati personali dal tuo post

Ad esempio, non tutti i fuori corso lo sono perché c@zzeggiano, molti (parecchi) lo sono per tanti motivi, tra cui che studiare e lavorare per la maggior parte delle facoltà è quasi impossibile, eccetera. Ma vedo che ti han già risposto in parecchi quindi non mi dilungo

Solo un consiglio: per non essere invasa da spam, io fossi in te toglierei i dati personali dal tuo post

Ho potuto così incontrare persone e diventarne amico e questo è molto della mia fortuna (deLuca)
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
Amo le persone. E' la gente che non sopporto (Schulz)
Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Wilde)
I dream popcorn (M/a)
VERA DONNA (ABSL)
Petulante tecnofila (EM)
NON SPEDITEMI NULLA SENZA AVVISARE!
Meglio mail che mp. Grazie.
cara alice, sono d'accordo con te su molti punti; credo di ritrovarmi più o meno nella tua stessa situazione, e non posso negare che fra i motivi che mi hanno spinta a studiare all'stero almeno per quest'anno c'é una gran delusione per cio' che é l'università italiana. tuttavia, credo nel frattempo il fatto che l'università sia italiana o meno significhi gran poco. il sistema, qualunque esso sia, deve tenere conto della "massa". a me piace quello che studio (scienze politiche), lo faccio per passione; tuttavia la mia vera passione (la letteratura e le lingue) non la studierei mai all'università. questa é una scelta che ho fatto non solo perché evidenetmente le prospettive sono gran poche, ma perché non volevo ridurre ad uno studio accademico e meccanico quello che per me é qualcosa di molto di più;come potrei ridurre a nozione tutto il sentimento che mi lega al libro, alla lettura, alla scrittura? e qui entro in polemica con di difensori di una serie di metodi di studio per passare l'esame etc, etc. capisco che per certi esami sia necessario ridursi a memorizzare senza capirci una eva di quello che passa nella testa, ma questo modo di studiare non é l'eccezione, ma molto spesso la regola, perché il prof vuole la nozione, vuole la frasetta studiata a memoria, vuole il suo pensiero riprodotto per bocca dello studente. io, per passione, le cose le voglio capire, le voglio esplorare con un po più di libertà di pensiero, e credo che sia proprio cio' che l'università che finora ho conosciuto non ammette. il mondo non è nulla di univoco, di definibile una volta pr tutte, invece quando ti propinano tutti quei manuali, sintesi delle sintesi sintesi, della critica della sintesi, sembra che il mondo sia o cosi o cosi. io sono delusa. io non ho intenzione di combattere, perché c' troppo consenso attorno a questo modello di università, perché in fondo é facile, non chiede di mettersi e di mettere in discussione. chiede di dire, dichiarare. poi ci si chiede perché quando parli con le persone manca lo spirito critico, manca la capacità di confrontarsi mettendosi in discussione, ma senza neanche condannare tutto quello che si pone su una posizione diversa dalla nostra.
scusate se la mia speculazione sulle conseguenze dell'università é azzardata, forse anche un po' troppo apocalittica.
sta cmq di fatto che l'università non é fatta per imparare, per appassionarsi alle cose, per capire quello che ci sta intorno. questo puo capitare, ma credo che capiti quando l'università é già bell'e dimenitcata, quando in un qualche modo si riesce a trovare un proprio spazio di autonomia mentale. per ora l'università deve occupare i giovani che cercano lavoro (passare da quattro a cinque anni per avere una laurea di certo assolve perfettamente a questa funzione), l'università deve plasmare forza lavoro che fa dice e non pensa troppo, l'unversità si maschera di intelligenza e di sapere quando, come bene si sa, la rete di rapporti sul modello "do ut des" prevalgono su un modello per cui nell'università ci sta chi ha testa. troppo apocalittica di nuovo, lo so. lo so che ci sono le eccezioni, so anche che io stessa ho avuto professori che hanno tutta la mia stima, ma le macchie colorate mi sembrano poche.
intanto attacco l'università, mentre sono intrappolata nel suo sistema, sono qui perché vado all'università, in fondo ho anche imparato tante cose grazie all'università. si nel mio piccolo ci tornerei all'università, ma sono molto, troppo spesso delusa.
scusate se la mia speculazione sulle conseguenze dell'università é azzardata, forse anche un po' troppo apocalittica.
sta cmq di fatto che l'università non é fatta per imparare, per appassionarsi alle cose, per capire quello che ci sta intorno. questo puo capitare, ma credo che capiti quando l'università é già bell'e dimenitcata, quando in un qualche modo si riesce a trovare un proprio spazio di autonomia mentale. per ora l'università deve occupare i giovani che cercano lavoro (passare da quattro a cinque anni per avere una laurea di certo assolve perfettamente a questa funzione), l'università deve plasmare forza lavoro che fa dice e non pensa troppo, l'unversità si maschera di intelligenza e di sapere quando, come bene si sa, la rete di rapporti sul modello "do ut des" prevalgono su un modello per cui nell'università ci sta chi ha testa. troppo apocalittica di nuovo, lo so. lo so che ci sono le eccezioni, so anche che io stessa ho avuto professori che hanno tutta la mia stima, ma le macchie colorate mi sembrano poche.
intanto attacco l'università, mentre sono intrappolata nel suo sistema, sono qui perché vado all'università, in fondo ho anche imparato tante cose grazie all'università. si nel mio piccolo ci tornerei all'università, ma sono molto, troppo spesso delusa.
"Se c'è qualcosa che accomuna gli esseri umani
è l'immensità di ciò che ignoriamo." (T.E.Martìnez)
"Passeggiare,
come se al mondo non ci fosse niente per cui valesse la pena andar in fretta,
neanche fare l'amore" (Wu Ming)
è l'immensità di ciò che ignoriamo." (T.E.Martìnez)
"Passeggiare,
come se al mondo non ci fosse niente per cui valesse la pena andar in fretta,
neanche fare l'amore" (Wu Ming)
Anche io quoto lizzy in pieno.
Molte situazioni scritte da te, Alice, sono verissime purtroppo. Ma non ci si può fermare davanti ad esse. Perchè se si è scelta ed intrapresa una strada e, se quella strada ci piace davvero, bisogna sempre trovare dentro se stessi la forza per andare avanti con tenacia. Non è giusto lasciare che qualcosa di esterno ostacoli il nostro cammino. Tanto meno degli aspetti del sistema universitario che non ci piacciono.
Nulla può fermarci se siamo noi stessi ad impedirgli di farlo.
Un sorriso
Emilia

Molte situazioni scritte da te, Alice, sono verissime purtroppo. Ma non ci si può fermare davanti ad esse. Perchè se si è scelta ed intrapresa una strada e, se quella strada ci piace davvero, bisogna sempre trovare dentro se stessi la forza per andare avanti con tenacia. Non è giusto lasciare che qualcosa di esterno ostacoli il nostro cammino. Tanto meno degli aspetti del sistema universitario che non ci piacciono.
Nulla può fermarci se siamo noi stessi ad impedirgli di farlo.
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Life is what you make of it...(Pessoa)
Vulgare amici nomen, sed rara est fides...(Fedro)
La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare...(Schopenhauer)
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- pendolare
- Pirata
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- Iscritto il: mar set 30, 2003 4:35 pm
- Località: genova-savona (da cui il nome...)
alice, abbiamo una storia simile, ma diversa. stesso ateneo genovese, altra facoltà, stesse storie.
una per tutte: una volta feci 5 ora di coda per l'iscrizione per poi farmi rispedire indietro perchè avevo chiesto delle agevolazioni per figli orfani senza avere il certificato di morte di mio padre (che non avevo ancora fatto perchè il funerale era stato il giorno prima...). uscii e buttai tutto nel cestino. poi tornai a casa, piansi per un giorno e dopo due ricompilai i moduli, feci il maledetto foglio e mi iscrissi.
e questa è forse la peggiore, ma ce ne sono state tante altre, soprattutto agli esami, che mi hanno fatto venire voglia di mandare tutto a quel paese. ma poi pensi che dovresti mandare il mondo a quel paese, perchè se l'università è brutta, il resto del mondo non è migliore.
purtroppo il marcio c'è ovunque, ma nelle brutture ci sono anche delle belle cose, persone in gamba che ti aiutano e ti insegnano qualcosa che magari non ti aiuterà nel lavoro ma nella vita. cerca di essere positiva, e ricorda che nel mondo bisogna tirare fuori le unghie e i denti. tieni duro, ti assicuro che ne vale la pena, sempre.
un sorriso.
una per tutte: una volta feci 5 ora di coda per l'iscrizione per poi farmi rispedire indietro perchè avevo chiesto delle agevolazioni per figli orfani senza avere il certificato di morte di mio padre (che non avevo ancora fatto perchè il funerale era stato il giorno prima...). uscii e buttai tutto nel cestino. poi tornai a casa, piansi per un giorno e dopo due ricompilai i moduli, feci il maledetto foglio e mi iscrissi.
e questa è forse la peggiore, ma ce ne sono state tante altre, soprattutto agli esami, che mi hanno fatto venire voglia di mandare tutto a quel paese. ma poi pensi che dovresti mandare il mondo a quel paese, perchè se l'università è brutta, il resto del mondo non è migliore.
purtroppo il marcio c'è ovunque, ma nelle brutture ci sono anche delle belle cose, persone in gamba che ti aiutano e ti insegnano qualcosa che magari non ti aiuterà nel lavoro ma nella vita. cerca di essere positiva, e ricorda che nel mondo bisogna tirare fuori le unghie e i denti. tieni duro, ti assicuro che ne vale la pena, sempre.
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carissima alice,
mi accodo anch'io a tutte le risposte che ti sono state già date. Io mi son laureata 4 anni fa in lettere moderne alla Sapienza di Roma e ho vissuto tutto quello che dici tu, ma .... un MA gigantesco ... adesso che sono fuori vedo la differenza. Ho scelto questa facoltà contro tutto e tutti e se tornassi indietro lo rifarei.
Parcheggiata?
io (come tutti) ho vissuto anni duri perchè non è stato semplice ma sono "cresciuta".
Faccio un lavoro che non c'entra nulla con quello che ho studiato, ma mai rinuncerei ai miei anni di università. Ti entrano nel sangue e ti fanno le spalle grosse. Per quanto mi riguarda il 2000 è stato un anno in cui ho messo il punto su tante cose. Quando ti laurei metti un punto nella tua vita. Almeno per me costituisce una "ricchezza" enorme, che si traduce in sensibilità, capacità di affrontare le difficoltà, coraggio.
mi accodo anch'io a tutte le risposte che ti sono state già date. Io mi son laureata 4 anni fa in lettere moderne alla Sapienza di Roma e ho vissuto tutto quello che dici tu, ma .... un MA gigantesco ... adesso che sono fuori vedo la differenza. Ho scelto questa facoltà contro tutto e tutti e se tornassi indietro lo rifarei.
Parcheggiata?
io (come tutti) ho vissuto anni duri perchè non è stato semplice ma sono "cresciuta".
Faccio un lavoro che non c'entra nulla con quello che ho studiato, ma mai rinuncerei ai miei anni di università. Ti entrano nel sangue e ti fanno le spalle grosse. Per quanto mi riguarda il 2000 è stato un anno in cui ho messo il punto su tante cose. Quando ti laurei metti un punto nella tua vita. Almeno per me costituisce una "ricchezza" enorme, che si traduce in sensibilità, capacità di affrontare le difficoltà, coraggio.
- Babette
- Olandese Volante
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- Iscritto il: lun ago 18, 2003 11:42 pm
- Località: Firenze, da sempre ma non per sempre
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Io appartengo alla schiera dei fuoricorso da tempo immemorabile (con l'unica attenuante che per me l'università è un hobby dato che la parte "seria" di me lavora).
Mi piace ciò che hai scritto Alice, ci riconosco del vero..... e come non riconoscersi? La settimana scorsa sono iniziate le lezioni nel nuovo - pubblicizzatissimo, strombazzatissimo, pluricitato -polo universitario delle scienze sociali fiorentino: ho fatto lezione seduta per terra...aule troppo piccole, come nella vecchia sede
Mi piace ciò che hai scritto Alice, ci riconosco del vero ...dicevo. Ciò che non mi è chiarissimo è a quale fermata tu stia pensando di scendere.... Non è che alla fermata "Ufficio di collocamento-posto di lavoro" troverai un clima migliore. Solo la ripetizione su scala economico-produttiva dei piccoli-grandi squallori universitari, una versione ancora più grigia delle varie meschinerie descritte...
Io Marco Tullio Giordana lo ringrazio soprattutto per i suoi Cento Passi, per averci fatto ricordare come Peppino Impastato (il nome dell'attore non lo ricordo) non abbia ceduto neppure un millimetro delle sue fottutissime idee e del suo disgusto e soprattutto, per averci fatto ricordare che scendere sdegnosamente non sempre basta
Mi piace ciò che hai scritto Alice, ci riconosco del vero..... e come non riconoscersi? La settimana scorsa sono iniziate le lezioni nel nuovo - pubblicizzatissimo, strombazzatissimo, pluricitato -polo universitario delle scienze sociali fiorentino: ho fatto lezione seduta per terra...aule troppo piccole, come nella vecchia sede

Mi piace ciò che hai scritto Alice, ci riconosco del vero ...dicevo. Ciò che non mi è chiarissimo è a quale fermata tu stia pensando di scendere.... Non è che alla fermata "Ufficio di collocamento-posto di lavoro" troverai un clima migliore. Solo la ripetizione su scala economico-produttiva dei piccoli-grandi squallori universitari, una versione ancora più grigia delle varie meschinerie descritte...
Io Marco Tullio Giordana lo ringrazio soprattutto per i suoi Cento Passi, per averci fatto ricordare come Peppino Impastato (il nome dell'attore non lo ricordo) non abbia ceduto neppure un millimetro delle sue fottutissime idee e del suo disgusto e soprattutto, per averci fatto ricordare che scendere sdegnosamente non sempre basta
Un libro dovrebbe essere una sfera di luce nelle mani di chiunque (Ezra Pound)
crisi universitaria
per babette:l'attore è luigi lo cascio,anch'io mi associo ai tuoi ringraziamenti,amo quel film..
per alice:anche io dopo un solo anno di accademia delle belle arti volevo mollare,perchè anche lì la disorganizzazione istituzionale e personale è notevole,ma poi ho pensato che se avessi continuato avrei ottenuto qualcosa di buono,mantre chi abbandonava no,o meglio non avrebbe perso nulla,ma nemmeno ci avrebbe guadagnato!ora,dopo aver dato l'ultimo esame prima della tesi,mi sento bene,onnipotente oserei dire,perchè so che questa esperienza mi ha fortificato,mi ha fatto crescere,e ti assicuro che non è poco!
morale della favola?resta dove sei,e dimostra che ce la puoi fare,anche se le cose non vanno come vorresti!in bocca al lupo
per alice:anche io dopo un solo anno di accademia delle belle arti volevo mollare,perchè anche lì la disorganizzazione istituzionale e personale è notevole,ma poi ho pensato che se avessi continuato avrei ottenuto qualcosa di buono,mantre chi abbandonava no,o meglio non avrebbe perso nulla,ma nemmeno ci avrebbe guadagnato!ora,dopo aver dato l'ultimo esame prima della tesi,mi sento bene,onnipotente oserei dire,perchè so che questa esperienza mi ha fortificato,mi ha fatto crescere,e ti assicuro che non è poco!
morale della favola?resta dove sei,e dimostra che ce la puoi fare,anche se le cose non vanno come vorresti!in bocca al lupo