Nobel a Elfride Jelinek - Finalmente una cosa giusta!

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2teepot
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Nobel a Elfride Jelinek - Finalmente una cosa giusta!

Messaggio da 2teepot »

Stoccolma, 5 ottobre 2004 - Il vincitore 2004 del Premio Nobel per la letteratura è risultata a sorpresa Elfride Jelinek .

Personalmente una autrice che adoro .

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Dalla Irina's cozy-corner .

Elfride Jelinek é una eminente esponente della letteratura tedesca contemporanea. I suoi libri sono stati tradotti in decine di lingue. I suoi romanzi più conosciuti sono: "La pianista" e "Lussuria".
La Jelinek é lontana dalla psicologia del XX secolo, come lei stessa afferma: "La seconda realtà ha surclassato la prima, i nuovi miti di massa hanno distrutto la realtà, e l'hanno cambiata con la realtà virtuale".

Una così spassionata e sottile descrizione dell'individuo nella sua natura interiore, ancora nessuno era riuscito a farla. L'originalità del suo stile rende i romanzi della Jelinek facilmente comprensibili e indimenticabili.

Biografia di Dominae.

Scrittrice austriaca (Mürzzuschlag 1946-). Nata in Stiria da una famiglia ebraica dell’alta borghesia viennese, è figlia di un ingegniere; la madre la destina fin da piccola alla musica, per questo nel 1950 la iscrive all’istituzione "Notre-Dame-de-Sion" di Vienna, scuola in cui ella impara a soli quattro anni il francese, la danza classica e dove prosegue gli studi. A sei anni i genitori la obbligano ad imparare a suonare violoncello, viola e pianoforte e a sedici ella entra al conservatorio viennese, ma poco dopo si rivolta contro l’autorità genitoriale e cade in depressione. Femminista iscritta dal 1974 al Partito comunista austriaco, nel 1968, anno della drammatica morte del padre in un ospedale psichiatrico, pubblica Bukolit, e due anni dopo il romanzo pop Wir sind lockvögel baby! (Siamo zimbelli baby!, 1970), una sorta di "action reading". Dissacrante e beffarda, l’autrice inserisce momenti di narratività nel romanzo Michael. Ein Jugendbuch für die Infantilgesellschaft (Michael. Un libro per giovani destinato alla società infantile, 1972), impietosa messa a nudo dei meccanismi di identificazione televisivi. Al realismo narrativo approda nel 1975 col romanzo Die Liebhaberinnen (Le amanti, Milano 1993), in cui descrive il rapporto morboso che lega madre e figlia. Spostando il fulcro dalla critica del linguaggio a quella sociale, ella narra l’oppressione femminile operata da uomini meschini e rozzi. Una certa tipizzazione dei personaggi si avverte qui come nell'altro romanzo realistico Die Ausgesperrten (Gli esclusi, 1980), in cui è investiga la sopravvivenza del fascismo nel privato e ci dà un sociogramma sulla violenza di gruppo. È del 1983 il romanzo più completo: Die Klavierspielerin (La pianista, Torino 1991), da cui è stato tratto un film pluripremiato al festival di Cannes 2001. Nella prosa poetica Oh Wildnis, oh Schutz vor ihr (Oh natura selvaggia, oh proteggersi da lei, 1985) tematizza la conversione della natura in antinatura. Fra sperimentalismo e ("anti")pornografia femminile si colloca invece il romanzo del 1989 Lust (La voglia, Milano 1990), oggetto di controversie e successo commerciale.

Anche il teatro di Jelinek, finalizzato al rinnovamento formale che Beckett ha portato con sé e influenzato dall’epicità brechtiana, mira, nel rifiuto di psicologismi e nella continua trasgressione delle norme, a smascherare e denunciare: è il caso di Was geschah, nachdem Nora ihren Mann verlassen hatte oder Stützen der Gesellschaft (Ciò che accadde dopo che Nora ebbe lasciato il marito ovvero I pilastri della società, 1979), o della "tragedia musicale" Clara S. (1982), che identifica nella figura di Clara Schumann il sacrificio della creatività femminile a favore di quella maschile. In Totenauberg (1991), la scrittrice confronta Martin Heidegger, con l'allieva Hannah Arendt.


STOCKHOLM, Sweden (AP) - Austrian novelist, playwright and poet Elfriede Jelinek, 57, won the Nobel Prize in literature, the Swedish Academy said Thursday, citing her ability to reveal "the absurdity of society's cliches and their subjugating power."

The decision to award the prize to a woman - and a poet - was the first since 1996, when Polish poet Wislawa Szymborska won. Since the prize was first handed out in 1901, only nine women have won it.

Born in the Austrian town of Murzzuschlag in 1946, she made her literary debut with the collection Lisas Schatten in 1967. Her writing took a critical turn after her involvement with the student movements that were prevalent throughout Europe in the 1970s, coming out with her satirical novel, We Are Decoys, Baby!

That was followed by other works, including, Wonderful, Wonderful Times in 1990 and The Piano Teacher in 1988.

With special fervour, Jelinek has castigated Austria, depicting it as a realm of death in her phantasmagorical novel, Die Kinder der Toten, the academy noted, adding that she remains a controversial figure in her homeland.

"Her writing builds on a lengthy Austrian tradition of linguistically sophisticated social criticism, with precursors such as Johann Nepomuk Nestroy, Karl Kraus, Odon von HorvDath, Elias Canetti, Thomas Bernhard and the Wiener Group," the academy said in its citation.

"The nature of Jelinek's texts is often hard to define. They shift between prose and poetry, incantation and hymn, they contain theatrical scenes and filmic sequences."

Her recent works are variations on one of her basic themes: the seemingly inability of women to fully find themselves, and live out their lives in a world where they are glossed over by and as stereotypes.

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Elfriede Jelinek ha detto :
Ma mère m'avait envoyée dans une école très autrichienne où l'on enseigne l'obéissance, et lui (il padre) m'a donné une éducation différente. Je ne l'ai pas beaucoup aimé. Pas du tout même. Seulement, il m'a encouragée à m'affirmer par le langage, à m'en servir contre les adultes. La foi dans le pouvoir des mots est une caractéristique de la culture juive. Je me demande si, en suivant l'exemple de mon père, en me servant du langage au lieu de me plonger dans la musique, comme le voulait ma mère, je n'ai pas cherché à le sauver d'elle, et moi avec lui. Je ne veux pas dire qu'elle soit totalement négative: elle est très intelligente, elle était puissante, impressionnante. Sans elle, mon père n'aurait pas survécu.
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Babette
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Messaggio da Babette »

Mai letto niente di lei...ma dopo aver letto il 3d e un articolo di commentosul Manifesto di oggi mi sono convinta che sia "un'antipatica" da leggere...ma da cosa iniziare? :roll:
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Messaggio da 2teepot »

Io consiglierei "Le amanti " che si può anche leggere tranquillamente non in lingua ma tradotto.

Poi i suoi più letti sono "La pianista " e "Lust" .

Nonostante il premio Nobel sono convinto che rimarrà sconosciuta al grande pubblico , soprattutto per i temi ostici di cui scrive . E poi non ha immagine , non accarezza il lettore .
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liberliber
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Messaggio da liberliber »

2teepot ha scritto:E poi non ha immagine , non accarezza il lettore .
:| :eh?: :think:
martedì me lo spieghi :mrgreen: intanto metto in recensioni :D
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Babette
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Messaggio da Babette »

martedì me lo spieghi
Eh no eh.......e io come faccio a sentire?! :uaah!:

Ora mi rendo conto di parlare a vanvera dato che non concosco proprio niente...però prendete ciò che dico proprio per l'impressione epidermica eh! a me pare di immagine ne abbia fin troppa: ho visto qualche foto, letto qualche piccolo brano di interviste....ne viene fuori l'immagine di una donna dura, sprezzante con una altissima considerazione di sé stessa ( e bassina per il resto del mondo :whistle: )..insomma un'antipatica.
Ti dirò...la leggo per vedere se veramente quella considerazione di se che mostra la vale o è solo fumo :suspect:
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afrodita
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Messaggio da afrodita »

Ho letto "La pianista" e non ce l'ho fatta ad arrivare alla fine...perchè mi sono :sleep:
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2teepot
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Messaggio da 2teepot »

Afrodita o tranquillamente un qualsiasi lettore ha scritto:Ho letto "La pianista" e non ce l'ho fatta ad arrivare alla fine...
E questo spiega in maniera chiara e semplice perchè Elfride Jelinek non accarezza il lettore .

Si è detto , anche nelle motivazioni del Nobel , della musicalità della Jelinek . Ma questa musicalità non scaturisce dalle sinfonie classiche della Mittleeuropa , dai Lieder romanzi , ma dell 'Avanguardia musicale della musica elettronica tedesca , "Le porte del Cosmo che stanno su in Germania "(cit.) . E quindi nasce dallo stesso humus che ha fatto di Karl Heinz Stockhausen un icona musicale , un incipt ostico ma rappresentativo di quella generazione intellettuale tedesca che di certo non avrà influito sul gusto del mondo occidentale ma che ha generato una sensibilità alternativa , tutt'ora presente come antitesi al sistema capitalistico occidentale .
Se per immagine s'intende snobismo intellettuale la Jelinek ne ha molta evidentemente . Ciò non toglie che tuttora rimane marginale alla cultura trionfalistica attuale , come gli Eventi , i Best Seller , la Bistecca sull'occhio del consumatore culturale e quanto altro fa parte del sentire quotidiano .
Al di là di questo cosa offre la Jelinek perchè non possa definirsi il solito fenomeno da baraccone intellettuale integrato nello showbiznez ?
La lucida introspezione dei suoi personaggi . Sono fuori dal tempo . Potrebbero essere vissuti diecimila anni fa come pure appartenere al ventimila dopo Cristo . Dietro a figure così banali e tragiche , eppur problematiche nella loro interiorità , si può ritrovare una ricerca dell'essere che è sempre la medesima , e di cui Jelinek ha saputo approfondirne la natura con parole scritte e declami .

Non è semplice approfondire la natura inconfessabile del sentimento umano , e neppure è trasmetterlo alla sensilità di molti lettori.
A mio modesto parere la Jelinek merita per il primo punto , ma per quanto riguarda il secondo ,il suo atteggiamento , la sua immagine quindi , non va a suo favore .
Peccato . La capiremo forse solo leggendola ; senza inquadrarla negli odierni stereotipi di artista--stilista- manager di se stesso , di una copia ciclostilata di un'opera di Wharhol , senza il suo cigarillos in bocca .
Pensiamola solo come una donna che pensa.


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Joglar
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Jelinek, "La Pianista"

Messaggio da Joglar »

... ho sentito pareri discordanti su questa autrice... un articolo in cui si parlava di lei diceva che in Svezia avevano preso un abbaglio, in riferimento al premio Nobel conferitole... qualcuno di voi ha letto questo libro in particolare? E' da un bel po' che l'ho inserito nella classifica di quelli da leggere... una recensione sarebbe graditissima :wink: :D
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last-unicorn
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Messaggio da last-unicorn »

Non so dirti niente perché non l'ho letto, però mi ricordo che c'è un thread sulla Jelinek... :think:
Eccolo! Magari ti può essere utile. :wink:
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moeren
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Messaggio da moeren »

Ho letto La Voglia, mi ha lasciato perplesso, difficile da leggere la Jelinek senza dialoghi i suoi racconti, mentre la condizione femminile raggiunge i più bassi livelli. Sicuramente ti lascia qualcosa la sua lettura, un senso di nausea e di amaro in bocca, forse anche smarrimento. Obbliga comunque la sua lettura anche alla riflessione.
Ho visto il film della Pianista che mi è piaciuto, ed il libro lo sto per ricevere da un altro BC, appena lo avrò letto se quest'ultimo non avrà nulla in contrario te lo spedirò.
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mitica88
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Re: Nobel a Elfride Jelinek - Finalmente una cosa giusta!

Messaggio da mitica88 »

Ah, ecco, allora non sono l'unica a trovare la Jelinek (sto leggendo La voglia) noiosa e difficile da leggere...
Pensavo di essere io quella che non capiva un tubo... :oops:
Nella camera sommersa del libro si è in salvo da tutto, almeno per un po'. (Antonio Munoz Molina)
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