Jonathan Coe - La banda dei brocchi

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Pennylove
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Jonathan Coe - La banda dei brocchi

Messaggio da Pennylove »

Ho cominciato a leggere La banda dei brocchi di Jonathan Coe sabato scorso su consiglio di D.
Ne ho letto un'ottantina di pagine, poi ho fatto altre cose, ma mi sono accorta che il mio pensiero ci tornava spesso.
Domenica poi ho fatto una cosa che non mi succedeva da anni. Ho ripreso in mano il libro e mi sono bevuta le restanti trecento pagine senza fare praticamente altro.
E direi che già questo depone a suo favore. E' difficile trovare un libro che mi assorba completamente, e quando questo mi succede rimango sempre con una strana sensazione addosso, direi una certa euforia, un piccolo entusiasmo inspiegabile, una luce strana che brilla nei miei occhi, l'ombra di un sorriso leggero che mi accompagna ancora per un poco.
Mi imbarazza un po' commentare quello che leggo. Forse perchè penso che il piacere della lettura, come quello che si prova ascoltando un brano musicale,o guardando un quadro o altro, è talmente soggettivo e intimo che non ha bisogno di essere raccontato ad altri. Ma adesso è martedì, e quasi senza rendermene conto, mi sono ritrovata a scrivere queste righe. Perchè? Perchè probabilmente quello che ho letto continua a scorrermi nella mente. perchè l'atmosfera in cui mi ha immersa continuo a respirarla intorno a me. Certo l'autore non è un mio coetaneo. Rcconta infatti la storia di un gruppetto di amici che tra i 12 e i 18 anni vivono tutte le speranze e le illusioni e le paure che si vivono a quell'età. La storia si snoda tra il 1972 e il 1978. Eppure quelli sono i miei 12-18 anni, le mie speranze, le mie illusioni, le mie paure.
Si svolge in Inghilterra, e qui chiaramente il mio transfert si riduce, non era la mia realtà decisamente.
Ma ho comunque ritrovato il fermento musicale di quegli anni (sì perchè la musica è uno degli elementi trainanti del libro), l'incertezza politica, il sociale che a volte ti esplode intorno anche quando non vorresti pensarci.
Le frasi scorrono veloci e scivolano sulla pelle come fossero gocce d'olio, non ho trovato attrito. In alcuni momenti mi sono trovata a ridere da sola, in altri sentivo il bisogno di chiudere il libro tenendo il segno con il dito, mentre lo sguardo si perdeva un poco tra il cielo e gli alberi che circondano la mia casa. Questo libro mi ha avvolta nelle sue pagine e la cosa mi è piaciuta.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere (Daniel Pennac)

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Eric
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Messaggio da Eric »

Davvero carino, è piaciuto pure a me (tanto per sfatare pure Testuggine che dice che non mi piace nulla... :roll: ).

Io ne avevo scritto a proposito:

Il romanzo è corale, con una storia che racconta le vicende e la vita di più personaggi, che sono principalmente quattro adolescenti in una Birmingham degli anni settanta, ma non mancano degli incisi che non narrano solo il loro punto di vista, e comprendono invece anche le storie dei loro genitori, di sorelle, ed amici.

Il risultato è un romanzo di formazione abbastanza atipico, principalmente perché, come detto, è corale, e poi perché ha un'ambientazione, nei luoghi e nei tempi, descritta in modo realistico e verosimile, differente da come i miti del punk e delle rivolte sindacali inglesi ce l'hanno raccontata.
I quattro ragazzi infatti non sono esattamente dei ribelli. Benjamin Trotter è ingenuo, sognatore, indeciso tra il fare lo scrittore o il compositore di una musica, il progressive, che nei settanta è ormai fuori moda; Sean Harding (il meno analizzato del gruppo) è dedito solo alla goliardia, a scherzi spesso malsani; Philip Chase vive invece il problema della madre che ha una relazione extraconiugale; ed infine c'è Doug Anderton, aspirante giornalista e quello che probabilmente si avvicina di più all'idea di stereotipo di "adolescente inglese nei settanta".
La generazione dei loro padri e madri invece è tratteggiata esteriormente come impegnata in idealistiche lotte sindacali, e fondata su matrimoni riusciti, ma col proseguire della vicenda si scopre poi come dietro alle lotte di classe non ci siano queste grandi utopie, e come le unioni coniugali siano spesso scricchiolanti, se non pessime.

Un libro che parla in maniera intelligente e azzeccata dell'adolescenza senza farlo in modo adolescente e quindi stupido (qualcuno di voi ha pensato a Enrico Brizzi?).
Particolare e ben riuscito poi è il meccanismo narrativo che piano a piano fa scomparire le storie dei genitori e sovrappone, in maniera quasi impercettibile ma inesorabile, le vicende dei ragazzi, che mano a mano, negli intenti, nello svolgersi e nello stile, assomigliano sempre più a quelle della generazione precedente.

Da segnalare infine il fatto che questo libro avrà (preannunciato in terza di copertina dall'autore) un seguito, e che quindi la storia non si ferma a questo.

Perché leggere questo libro?
Innanzitutto perché scritto molto bene. Coe sa fare il suo mestiere, e oltre allo stile si nota un apprezzabile lavoro di informazione dietro, dando un affresco del periodo filologicamente corretto.
In seconda battuta perché i romanzi ad ambientazione scolastica-adolescenziale normalmente non mi piacciono, ma qui si va ben oltre a semplici siparietti, anedottica fine a se stessa, e così via. Ogni piccolo tassello, ogni piccola storia, fa parte di un mosaico di ampio respiro atto a descrivere due generazioni.
Per terzo, è un romanzo che di certo piacerà a chi ama l'Inghilterra ma la conosce a sufficienza per vedere al di là del mito, e gli piace per quello che è, e con questo libro può farlo anche per quello che è stata.
Insomma, "la banda dei brocchi" non è un capolavoro, ma rimane un'ottima lettura, in cui momenti di impegno (interessante comunque) e divertimento sono miscelate in buone dosi, con mestiere e talento.

Un libro in definitiva che vale la pena leggere.

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Tanelorn
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Messaggio da Tanelorn »

Un gran libro, tra l'altro sto aspettando la traduzione del libro che viene annunciato alla fine... cmq Coe e' lo scrittore che piu' mi ha preso tra quelli scoperti negli ultimi due anni, ho divorato tutti i suoi libri apprezzandoli tutti (a parte la biografia di Bogart, ma mi sono smazzato pure quella...)...
"La casa del sonno" resta pero' il suo libro che piu' apprezzo.
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silviazza
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Messaggio da silviazza »

Incollo di sotto e' quello che ho scritto qualche mese fa sul mio blog. Nonostante il commento entusiasta, non attendo il seguito come tutti perche' il libro sta bene cosi' com'e' (mi sa che sono l'unica che non ha apprezzato il discorso finale sui finali ma l'unica che lo condivide :shock: ) e poi Coe mi ha un po' stufato (dopo soli 2 libri)

Qualche settimana fa ho finito di leggere "La banda dei brocchi" di Coe, che mi ha colpito non solo per la bellezza del libro in sé, ma perché alcune pagine erano adatte anche a parlare di me,della mia situazione attuale... Ed allora voglio mettere anche qui il mio commento, che è cmq solo una parte delle cose che avrei voluto scrivere ;)

"(...) Siamo negli anni Settanta, anni completamente marroni, come scrive Coe,dove s'incastrano sconvolgimenti sociali, lotte politiche ,attentati dell'IRA, nuove richieste culturali. (...)"
Uno entra in libreria, prende in mano "La banda dei brocchi", e da frasi come questa deve decidere se prenderlo o meno... Ma non si può riassumere un libro simile in così poche parole, che, tra l'altro (a parer mio), descrivono solo la trama e non le sensazioni che si incontrano in queste pagine... E' fantastico seguire come si evolvono i pensieri e le idee dei vari protagonisti, in particolare quelli di Benjamin, che potrei definire il personaggio "più vero", si capisce che è vivo da quello che dice "insomma qualche risultato l'ho ottenuto pure io, è già qualcosa, nella mia breve vita ho comunque reso felice un'altra persona e a ben vedere è stata la cosa più facile del mondo, non ho dovuto fare altro che seguire il mio istinto" Il flusso di coscienza finale è spettacolare, non si riesce a smettere di leggere, anche se forse mi ha colpito tanto perché dà voce a qualcosa che sento io, in certi punti trovo le stesse parole che userei per parlare di me...

Due giovani, un uomo e una donna, erano seduti su una panchina di legno sotto al pergolato di un roseto e guardavano nell'obiettivo. Si tenevano abbracciati, guancia a guancia, e sorridevano beati. Penso che debbano esistere centinaia, migliaia, centinaia di migliaia di foto simili. E' difficile spiegare cosa avesse di speciale proprio quella, tranne che c'era qualcosa nel sorriso dei due innamorati che la faceva diventare più significativa del semplice ricordo di un momento passeggero. Non c'era niente di transitorio, niente di evanescente in quei sorrisi. In quella foto c'era un senso di eternità. (...) Serve qualcosa scrivere delle storie? Me lo domando spesso. Mi domando se l'esperienza possa veramente essere distillata e ridotta a pochi momenti straordinari, forse sei o sette, che ci vengono concessi in una vita intera: e per di più ogni tentativo di scoprire un nesso tra loro è futile. E mi domando se ci sono momenti nella vita che non soltanto " varrebbe la pena spendere mondi interi per acquistarli", ma sono anche così pieni di emozione che si dilatano, diventano attimi senza tempo
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Tanelorn
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Messaggio da Tanelorn »

Io il discorso finale sui finali l'ho apprezzato, ed e' vero che il libro sta bene cosi' come e'...
pero', nonostante cio', a me averne di piu' non dispiace, anche se fosse un "more of the same" :P
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Eric
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Messaggio da Eric »

Non ho ancora notizie più specifiche a riguardo, titolo, né niente, però ho sentito che in Inghilterra il sequel è già uscito.

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Miss Piggott
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Messaggio da Miss Piggott »

Se il seguito della Banda dei brocchi è A closed circle è uscito anche in Italia, in lingua originale...
:)
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TierrayLibertad
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Messaggio da TierrayLibertad »

"La compagnia dei brocchi" non mi ha entusiasmato. L'ho letto questa estate; era un periodo in cui non avevo niente da fare - o meglio, in cui ho deciso di non fare niente - e nonostante questo ci ho messo sei giorni.
Secondo me Coe ha esagerato: se la formula usata per "La famiglia Winshaw" (di gran lunga il miglior libro di Coe, imho) e per "La casa del sonno" (il secondo nella mia classifica di gradimento) era ottima, l'averla ampliata al punto di doverne fare due diversi volumi (che peraltro escono a tanto tempo di distanza) ha reso "La compagnia dei brocchi" un romanzo molto al di sotto delle possibilità dell'autore.
Speriamo che in futuro si ravveda e non decida di farne uno in tre parti :lol:

Ciao
TyL
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el camino y nada más;
caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.

(A. Machado)

Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.

Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)

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Xenia
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Messaggio da Xenia »

mmm... la cosa è interessante perché, dopo la casa del sonno che ho amato moltissimo e l'amore non guasta che ho trovato tutto sommato piacevole, con alcune vette addirittura nei racconti interni, ho recentemente letto la banda dei brocchi e trovato estremamente gradevole anche quello... a me riesce sempre molto difficile spiegare il perché mi sia piaciuto, diciamo che forse l'ho visto un po' come un simil romanzo di formazione, e malgrado il finale un po' troppo melenso (persino per me ;-)) l'ho trovato anche divertente e ironico a tratti...
A breve conto di inziare La famiglia Winshaw, spero sia all'altezza dei commenti entusiastici di (quasi) tutti coloro che ne hanno parlato...
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Tanelorn
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Messaggio da Tanelorn »

A me "La famiglia Winshaw" e' piaciuto meno de "La casa del sonno" e "La banda dei brocchi" e probabilmente anche meno di "L'amore non guasta". Troppa "politica" e meno introspezione dei personaggi per i miei gusti. So che molti apprezzano Coe per gli "scenari" che dipinge, ma a me invece questo suo lato non dice molto, anzi... ed infatti il suo libro che amo di piu' e' proprio "La casa del sonno" dove l'attenzione e' piu' rivolta ai personaggi che alla societa'...
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silviazza
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Messaggio da silviazza »

In effetti anch'io ho apprezzato di piu' la descrizione dei personaggi ed infatti, proprio perche' dopo un po' sono tutti uguali, il mio interesse per Coe si e' esaurito...
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rainbow83
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Messaggio da rainbow83 »

Dopo aver letto La famiglia Winshaw grazie ad un ring, ho appena finito La banda dei Brocchi.
Non lo definirei un capolavoro, ma è senz'altro un libro molto piacevole da leggere: mi ha torturato con tutte quelle reticenze, svelando poco per volta cose annunciate e sottintese, ma questo è uno stratagemma notevole per tenere incollati al libro..
Aspetto con ansia il seguito, non perché il libro non vada bene così, ma perché non amo le storie lasciate a metà, incomplete (mi dispiace, ho capito tutto il discorso finale sui finali, ma non riesco a rassegnarmi!!! :( ).
Insomma, dovrà pure avere un significato il fatto che compaiono i 2 figli, che si incontrano a Berlino, o no? Altrimenti non li doveva neanche inserire, cavoli... e poi manca tutta l'altra metà della storia, quella raccontata dall'altro. Secondo me è lì che scopriremo qualcosa di più su Harding e i tasselli mancanti della trama. O almeno lo spero! :P
Levate l'ancora, dritta, avanti tutta. Questa è la rotta. Questa è la direzione. Questa è la decisione- La linea d'ombra. Jovanotti

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silviazza
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Messaggio da silviazza »

Buh, a me la storia continua a non sembrare incompleta... forse perché Coe ha dato una fine alla vicenda dell'unico personaggio che mi ha colpito :P
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capola
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Messaggio da capola »

è il primo libro di coe che leggo
e mi è piaciuto tantissimo, forse perchè ho questo smodato amore per la "perfida Albione" e per gli anni '70.
mi è piaciuto questo costante riferimento alla cronaca, il fatto che non è un romanzo semplicemente "giovanilistico" o "intimistico". i protagonisti sono giovani, ma non sono cretini, i loro genitori hanno relazioni extraconiugali, ma sono personaggi a tutto tondo, e il mondo della scuola, di una certa scuola inglese, è ritratto in maniera puntuale.
due scene valgono tutto il libro:

Spoiler:
Coe, in questo libro, ha scritto:il concerto dei clash
l'esplosione nel pub

martedì, dopo aver finito il libro, sono entrata furtivamente in libreria e ho cominciato a leggere le prime pagine di "circolo chiuso"...sono molto fomentata, ma l'unica cosa che mi atterrisce è il prezzo, estremamente proibitivo.

[scene messe sotto spoiler per non togliere la sorpresa ad eventuali futuri lettori. -gRg-]
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Messaggio da zazie »

Consiglio: se non hai problemi a leggere in Inglese, in Feltrinelli trovi l'edizione tascabile inglese che...costa meno di quella italiana, oltre a darti il gusto di leggere direttamente l'autore.
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Usman
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Messaggio da Usman »

Ma in che ordine sono scritti tutti questi bei libri di Coe di cui parlate? :think:

(OT:
e vai col bucaniere... 8) )
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Miss Piggott
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Messaggio da Miss Piggott »

La banda dei brocchi e Il circolo chiuso sono in questo ordine.
La famiglia Winshaw e La casa del sonno non sono legati in alcun modo.
Spero che tu ne legga almeno uno al più presto, Coe è veramente bravo! :wink:
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Usman
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Messaggio da Usman »

Beh, in realtà ho quasi finito "La banda dei brocchi" e mi chiedevo con quale altro libro attaccare dopo... :think: non ho saputo resistere dal leggere le vostre recensioni...anche se forse ho sbagliato, :| dato che questo finale-non-finale, non era proprio previsto, o forse sì, da Coe ce lo si poteva aspettare...cmq mi piace Coe e sicuramente leggerò qualcos'altro... :D
Ultima modifica di Usman il gio feb 16, 2006 3:54 pm, modificato 1 volta in totale.
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rainbow83
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Messaggio da rainbow83 »

Il mio consiglio è di non leggere troppi libri di Coe uno dietro l'altro (ma questo penso che possa valere come regola generale per moltissimi autori...), ma intervallarli almeno un po' per non "ingolfarsi" dei suoi personaggi e del suo modo di scrivere.

Anche a me piace moltissimo come autore e ho trovato molto belli tutti e 4 i suoi libri già nominati qui sopra, ma mi rendo conto che è grande il rischio di stufarsi, e come in tutte le cose, il troppo stroppia!!!!!
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Messaggio da ilLettore »

Letti La casa del sonno (eccezionale) L'amore non guasta e donna per caso...molto bravo...
A vacanza conclusa dal treno vedere
chi ancora sulla spiaggia gioca si bagna
la loro vacanza non è ancora finita:
sarà così sarà così lasciare la vita?
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