Siemens
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Siemens
Tratto dal Newsletter di Latinoamerica di oggi:
Per il tredicesimo anno consecutivo l'Onu ha condannato il blocco unilaterale usa nei confronti di Cuba con 179 voti contro, 1 astenuto (Micronesia) e 4 a favore (usa, israele, Isole Marshall e Palau). Nonostante ciò il blocco statunitense a Cuba non si è affatto mitigato.
Si sta anzi rafforzando anche in rapporto ai paesi terzi, data la delicata congiuntura economica in cui vive l'intero pianeta.
La notizia che segue, benché riguardante una questione tecnica apparentemente secondaria, ne è un esempio lampante.
Siemens Costa Rica nega un servizio tecnico al Consolato Cubano aderendo al Blocco USA contro Cuba. AFP. Il consolato di Cuba del Costa Rica ha fatto sapere lunedì scorso che la filiale del Costa Rica della società Siemens ha rifiutato una richiesta di intervento tecnico al Consolato cubano per ordine della casa madre tedesca, piegandosi così al blocco USA contro Cuba.
Il Console cubano, Jorge Rodríguez, ha spiegato alla stampa che nel mese di agosto, a causa del cambio di sede nella città di San José, aveva trasferito la centrale telefonica, acquistata nel 2001 dalla Siemens Costa Rica, richiedendo alla stessa ditta un intervento tecnico a pagamento per la riprogrammazione dell'impianto.
La Siemens Costa Rica ha risposto che non avrebbe effettuato il servizio a causa di direttive della casa madre tedesca “Siemens International” che, in ottemperanza all'applicazione extraterritoriale della legge sul blocco USA contro Cuba, ha disposto di non prestare più servizi a Consolati e Ambasciate della Repubblica di Cuba in altri paesi del mondo.
Il responsabile di Siemens Costa Rica, Erwin Eller, ha dichiarato che l’informazione data dal Console cubano “è totalmente corretta poiché noi ci atteniamo alle regole di controllo d’esportazione della Siemens tedesca; e secondo queste regole non possiamo più vendere nessun prodotto o servizio a Cuba”.
Ha spiegato inoltre che la vendita della centrale elettrica nel 2001 fu un errore perché “allora ignoravamo l'esistenza di queste regole tanto strette”. Interrogato sul fatto che Siemens, pur non essendo statunitense aderisca al blocco USA contro Cuba, ha risposto che Siemens è un’impresa tedesca “che possiede interessi grandissimi negli Stati Uniti, dove ha circa 100.000 dipendenti”.
Ha concluso dicendo: “ E’ una regola di controllo d’esportazione dell'impresa, che è imposta dagli Stati Uniti. In un caso come questo dobbiamo essere più papisti del Papa”.
Il Console cubano Rodríguez ha inviato una nota al ministero degli Esteri del Costa Rica affinché indaghi su quanto accaduto e trovi una soluzione al problema.
La notizia originale in spagnolo si può trovare su:
http://www.cubanet.org/CNews/y04/oct04/26o5.htm
Per saperne di più sulle problematiche del blocco, clicca su
http://www.cubavsbloqueo.cu
Per il tredicesimo anno consecutivo l'Onu ha condannato il blocco unilaterale usa nei confronti di Cuba con 179 voti contro, 1 astenuto (Micronesia) e 4 a favore (usa, israele, Isole Marshall e Palau). Nonostante ciò il blocco statunitense a Cuba non si è affatto mitigato.
Si sta anzi rafforzando anche in rapporto ai paesi terzi, data la delicata congiuntura economica in cui vive l'intero pianeta.
La notizia che segue, benché riguardante una questione tecnica apparentemente secondaria, ne è un esempio lampante.
Siemens Costa Rica nega un servizio tecnico al Consolato Cubano aderendo al Blocco USA contro Cuba. AFP. Il consolato di Cuba del Costa Rica ha fatto sapere lunedì scorso che la filiale del Costa Rica della società Siemens ha rifiutato una richiesta di intervento tecnico al Consolato cubano per ordine della casa madre tedesca, piegandosi così al blocco USA contro Cuba.
Il Console cubano, Jorge Rodríguez, ha spiegato alla stampa che nel mese di agosto, a causa del cambio di sede nella città di San José, aveva trasferito la centrale telefonica, acquistata nel 2001 dalla Siemens Costa Rica, richiedendo alla stessa ditta un intervento tecnico a pagamento per la riprogrammazione dell'impianto.
La Siemens Costa Rica ha risposto che non avrebbe effettuato il servizio a causa di direttive della casa madre tedesca “Siemens International” che, in ottemperanza all'applicazione extraterritoriale della legge sul blocco USA contro Cuba, ha disposto di non prestare più servizi a Consolati e Ambasciate della Repubblica di Cuba in altri paesi del mondo.
Il responsabile di Siemens Costa Rica, Erwin Eller, ha dichiarato che l’informazione data dal Console cubano “è totalmente corretta poiché noi ci atteniamo alle regole di controllo d’esportazione della Siemens tedesca; e secondo queste regole non possiamo più vendere nessun prodotto o servizio a Cuba”.
Ha spiegato inoltre che la vendita della centrale elettrica nel 2001 fu un errore perché “allora ignoravamo l'esistenza di queste regole tanto strette”. Interrogato sul fatto che Siemens, pur non essendo statunitense aderisca al blocco USA contro Cuba, ha risposto che Siemens è un’impresa tedesca “che possiede interessi grandissimi negli Stati Uniti, dove ha circa 100.000 dipendenti”.
Ha concluso dicendo: “ E’ una regola di controllo d’esportazione dell'impresa, che è imposta dagli Stati Uniti. In un caso come questo dobbiamo essere più papisti del Papa”.
Il Console cubano Rodríguez ha inviato una nota al ministero degli Esteri del Costa Rica affinché indaghi su quanto accaduto e trovi una soluzione al problema.
La notizia originale in spagnolo si può trovare su:
http://www.cubanet.org/CNews/y04/oct04/26o5.htm
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Beh, ora so che marca di cellulare evitare visto che il mio è ormai moribondo.
Ciao
TyL
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caminante, no hay camino,
se hace camino al andar.
(A. Machado)
Se parlassi le lingue degli uomini e quelle degli angeli, ma non avessi l'amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
«Bisogna essere molto pazienti», rispose la volpe.
Se dici qualcosa che non offende nessuno, non hai detto niente
(O. Wilde)
Vero Acquario

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- alexyr
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- Località: milano-sanremo..provate a prendermi....
Porca paletta,ma mi dovete far venire gli scrupoli di coscienza adesso che devo andre a farci i colloqui????
**utcumque de me vulgo mortales lucuuntur**
www.enricogianfranchi.com (my favourite photo)
http://perasperaadastra.iobloggo.com perchè non appestare il web,se puoi?
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- Olandese Volante
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Proprio ieri leggevo come il Massachussets più numerose amministrazioni locali abbiano bandito qualsiasi prodotto di aziende che operavano in Birmania legittimando la giunta militare repressiva.
Anche la Nigeria è passata dalla dittatura militare che assassinò KenSaroWiwa all'attuale governo democraticamente eletto guidato da Obasanjo anche in relazione alle pressioni dello Stato della California e altri sulla Shell cancellando contratti di fornitura miliardari.
Il Massachussets è finito trascinato dal NTFC presso la WTO, ha perso un primo appello nelle corti USA ed è passato alla Corte Suprema. E nel 2000 ha perso anche là.
http://edition.cnn.com/2000/LAW/06/colu ... rma.06.27/
In sintesi la regola che è passata è che uno Stato USA non può depennare un fornitore dalle gare d'appalto per il solo motivo che opera in paesi dove i diritti umani vengono calpestati e non esistono diritti dei lavoratori.
Questa norma centralizza e rafforza la gestione del commercio USA per fini di politica internazionale per evitare la dispersione dell'iniziativa e la polverizzazione del potere contrattuale.
Ha fatto male ai diritti umani ? E' probabile. Però la Free Burma Coalition che inizialmente aveva guidato il boicottaggio della Pepsi adesso tira fortemente il freno.
Sembra che l'eccesso di zelo nel colpire le aziende che collaboravano con la Giunta Militare abbia principalmente depresso le condizioni economiche della popolazione, senza stroncare il governo repressivo.
Sono forse considerazioi simili che guidano a tenere alto il livello di collaborazione con la Cina ? Ma allora perchè non collaborare con Cuba ?
La risposta è probabilmente che le giunte militari vessano i lavoratori per tenerli produttivi, privandoli dei diritti base e prestando contingenti di militari e polizia per tenere in ordine le Export Zones ospitate dai loro paesi. Cuba forse non è altrettanto abile a tenere bassi i costi per attrarre capitale estero ?
Che Siemens sia sotto il tallone USA è sempre più probabile dopo la sentenza della Corte Suprema in Massachussets vs NTFC. Ma colpendo la Siemens si raggiunge davvero il risultato di cambiare la politica estera USA ?
Alexyr vacci tranquilla a fare il colloquio. Forse TyL alla fine ti concederà di comprarti un cellulare: chi può resisterti a lungo ?
Anche la Nigeria è passata dalla dittatura militare che assassinò KenSaroWiwa all'attuale governo democraticamente eletto guidato da Obasanjo anche in relazione alle pressioni dello Stato della California e altri sulla Shell cancellando contratti di fornitura miliardari.
Il Massachussets è finito trascinato dal NTFC presso la WTO, ha perso un primo appello nelle corti USA ed è passato alla Corte Suprema. E nel 2000 ha perso anche là.
http://edition.cnn.com/2000/LAW/06/colu ... rma.06.27/
In sintesi la regola che è passata è che uno Stato USA non può depennare un fornitore dalle gare d'appalto per il solo motivo che opera in paesi dove i diritti umani vengono calpestati e non esistono diritti dei lavoratori.
Questa norma centralizza e rafforza la gestione del commercio USA per fini di politica internazionale per evitare la dispersione dell'iniziativa e la polverizzazione del potere contrattuale.
Ha fatto male ai diritti umani ? E' probabile. Però la Free Burma Coalition che inizialmente aveva guidato il boicottaggio della Pepsi adesso tira fortemente il freno.
Sembra che l'eccesso di zelo nel colpire le aziende che collaboravano con la Giunta Militare abbia principalmente depresso le condizioni economiche della popolazione, senza stroncare il governo repressivo.
Sono forse considerazioi simili che guidano a tenere alto il livello di collaborazione con la Cina ? Ma allora perchè non collaborare con Cuba ?
La risposta è probabilmente che le giunte militari vessano i lavoratori per tenerli produttivi, privandoli dei diritti base e prestando contingenti di militari e polizia per tenere in ordine le Export Zones ospitate dai loro paesi. Cuba forse non è altrettanto abile a tenere bassi i costi per attrarre capitale estero ?
Che Siemens sia sotto il tallone USA è sempre più probabile dopo la sentenza della Corte Suprema in Massachussets vs NTFC. Ma colpendo la Siemens si raggiunge davvero il risultato di cambiare la politica estera USA ?
Alexyr vacci tranquilla a fare il colloquio. Forse TyL alla fine ti concederà di comprarti un cellulare: chi può resisterti a lungo ?

Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina. Sal 140,12
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I motivi della politica degli Stati Uniti verso Cuba non sono un mistero per nessuno ed hanno ben poco a che fare con il costo del lavoro.
Dopo la fuga di Batista il governo USA per un breve periodo è stata in buone relazioni con L'Avana. Le cose sono cambiate quando Castro ha deciso l'esproprio delle grandi tenute agricole con cui si arricchivano le multinazionali USA (United Fruit in testa). Se a questo aggiungiamo i rapporti che si instaurarono con l'Unione Sovietica (rapporti cui non fu estranea la politica di rottura degli USA con Cuba) il quadro è chiaro. Questo però aveva senso negli anni '60-'70.
Oggi il motivo è un altro: sono i voti degli esuli cubani che se si spostano da un candidato presidente all'altro decidono a chi vanno i grandi elettori della Florida (che, spesso risultano determinanti per l'elezione presidenziale).
Tutto qui.
Per quel che riguarda il boicottaggio Siemens è ovvio che io da solo non otterrò mai nulla ed è altrettanto ovvio - visti gli interessi in gioco - che la politica statunitense nei confronti di Cuba non cambia neppure se la Siemens non vendesse neppure un cellulare. Io voglio che cambino le scelte della Siemens. Sul rapporto tra politica ed economia il mio pensiero è decisamente marxiano.
Ciao
TyL
P.S. Per alexyr: vai pure tranquilla al colloquio. Se va male (facciamo corna) avremo un motivo in più per non comprare roba siemens, se va bene avremo una quinta colonna
Dopo la fuga di Batista il governo USA per un breve periodo è stata in buone relazioni con L'Avana. Le cose sono cambiate quando Castro ha deciso l'esproprio delle grandi tenute agricole con cui si arricchivano le multinazionali USA (United Fruit in testa). Se a questo aggiungiamo i rapporti che si instaurarono con l'Unione Sovietica (rapporti cui non fu estranea la politica di rottura degli USA con Cuba) il quadro è chiaro. Questo però aveva senso negli anni '60-'70.
Oggi il motivo è un altro: sono i voti degli esuli cubani che se si spostano da un candidato presidente all'altro decidono a chi vanno i grandi elettori della Florida (che, spesso risultano determinanti per l'elezione presidenziale).
Tutto qui.
Per quel che riguarda il boicottaggio Siemens è ovvio che io da solo non otterrò mai nulla ed è altrettanto ovvio - visti gli interessi in gioco - che la politica statunitense nei confronti di Cuba non cambia neppure se la Siemens non vendesse neppure un cellulare. Io voglio che cambino le scelte della Siemens. Sul rapporto tra politica ed economia il mio pensiero è decisamente marxiano.
Ciao
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P.S. Per alexyr: vai pure tranquilla al colloquio. Se va male (facciamo corna) avremo un motivo in più per non comprare roba siemens, se va bene avremo una quinta colonna

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c'è pure da considerare che gli usa hanno varato un 5 o 6 anni fa la helms-burton.
questa legge dice che qualsiasi azienda faccia affari con cuba non potrà godere di scambi commerciali con gli USA.
credo che essa sia ancora in vigore e forse è anche per questo che la siemens abbia troncato i rapporti di lavoro con l'havana.
questa legge dice che qualsiasi azienda faccia affari con cuba non potrà godere di scambi commerciali con gli USA.
credo che essa sia ancora in vigore e forse è anche per questo che la siemens abbia troncato i rapporti di lavoro con l'havana.
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- Olandese Volante
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In effetti, la questione se boicottare tutti i prodotti di una azienda che compia qualcosa che non ci piace o non è etico l'ho sempre vista decisamente complicata... tanto per dire, che fare con le compagnie petrolifere? Ce n'è forse qualcuna che si può considerare perfettamente "etica"?
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Marcello
Stai sveglio, non abbandonarti ai sogni. Quando scegli non devi sognare, sei tu il responsabile. (Vittorio Foa)
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- Olandese Volante
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Il boicottaggio è un po' un delirio: per esempio lo Stato della California ha boicottato la Shell per i fatti nigeriani e il risultato è stato che la Shell è retrocessa, Sani Obocha in Nigeria è caduto davvero.
Però i profitti persi dalla Shell li ha fatti la Chevron, che in seguito ha fatto uccidere un altro attivista di un'altra comunità esattamente allo stesso modo. E ha pure goduto di un vantaggio competitivo extra grazie al passo indietro della Shell (ha potuto offrire di meno al governo nigeriano per le concessioni perchè c'era un acquirente in meno a competere!!!!!!).
Quindi boicottare è molto delicato: quando una azienda fa un passo indietro non si può prevedere CHI ne trarrà vantaggio e spesso costoro sono più stronzi di quelli che abbiamo pensato di danneggiare.
Propendo di più per un investimento in studio e approfondimento: meglio studiare bene cosa fare piuttosto che boicottare e basta.
In genere poi colpendo un marchio per ragioni che esulano dal prodotto si introducono variabili ulteriori nelle decisioni aziendali, rendendo più instabili e difficili da pianificare i risultati economici. Di fatto si può distruggere ricchezza per tutti (per primi ne soffrono i più deboli di solito) ogni volta che si provoca un imprevisto in un processo produttivo già avviato. Che ne so, gli amministratori delegati per un boicottaggio perdono qualche euro di stock option, ma i lavoratori a volte perdono il posto di lavoro e la sicurezza economica a causa delle ristrutturazioni imposte.
Insomma attivarsi politicamente può non funzionare per certi motivi e boicottare può non funzionare per certi altri. L'unica è studiare a fondo e discutere del merito delle questioni con obbiettività e tributando la giusta fiducia a tutte le parti in causa. La Siemens non è il diavolo, forse perfino gli USA non lo sono. Ma intanto sono curioso di sapere di più di Cuba e dei suoi bisogni più urgenti. Chi ne sa qualcosa ? Mi interesserei più a questo che ai problemi internazionali di Siemens, i crucchi sapranno cavarsela.
Per esempio: non si può formare una piccola società al solo scopo di comprare il servizio dalla Siemens, erogarlo a Cuba e poi sciogliersi per aggirare il controllo USA e salvare il di dietro della Siemens stessa ?
Non è questo gioco di aziende fantasma che consente di aggirare le norme sul diritto del lavoro nelle Export Zones ? Ma se esiste la possibilità di nascondersi alle norme tramite il subappalto, perchè non farlo a favore di Cuba ? Chi inizia ? Ci organizziamo ?
Però i profitti persi dalla Shell li ha fatti la Chevron, che in seguito ha fatto uccidere un altro attivista di un'altra comunità esattamente allo stesso modo. E ha pure goduto di un vantaggio competitivo extra grazie al passo indietro della Shell (ha potuto offrire di meno al governo nigeriano per le concessioni perchè c'era un acquirente in meno a competere!!!!!!).
Quindi boicottare è molto delicato: quando una azienda fa un passo indietro non si può prevedere CHI ne trarrà vantaggio e spesso costoro sono più stronzi di quelli che abbiamo pensato di danneggiare.
Propendo di più per un investimento in studio e approfondimento: meglio studiare bene cosa fare piuttosto che boicottare e basta.
In genere poi colpendo un marchio per ragioni che esulano dal prodotto si introducono variabili ulteriori nelle decisioni aziendali, rendendo più instabili e difficili da pianificare i risultati economici. Di fatto si può distruggere ricchezza per tutti (per primi ne soffrono i più deboli di solito) ogni volta che si provoca un imprevisto in un processo produttivo già avviato. Che ne so, gli amministratori delegati per un boicottaggio perdono qualche euro di stock option, ma i lavoratori a volte perdono il posto di lavoro e la sicurezza economica a causa delle ristrutturazioni imposte.
Insomma attivarsi politicamente può non funzionare per certi motivi e boicottare può non funzionare per certi altri. L'unica è studiare a fondo e discutere del merito delle questioni con obbiettività e tributando la giusta fiducia a tutte le parti in causa. La Siemens non è il diavolo, forse perfino gli USA non lo sono. Ma intanto sono curioso di sapere di più di Cuba e dei suoi bisogni più urgenti. Chi ne sa qualcosa ? Mi interesserei più a questo che ai problemi internazionali di Siemens, i crucchi sapranno cavarsela.

Per esempio: non si può formare una piccola società al solo scopo di comprare il servizio dalla Siemens, erogarlo a Cuba e poi sciogliersi per aggirare il controllo USA e salvare il di dietro della Siemens stessa ?
Non è questo gioco di aziende fantasma che consente di aggirare le norme sul diritto del lavoro nelle Export Zones ? Ma se esiste la possibilità di nascondersi alle norme tramite il subappalto, perchè non farlo a favore di Cuba ? Chi inizia ? Ci organizziamo ?

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L'ideale è infatti, prima ancora che boicottare, scegliere di servirsi di un soggetto che opera in modo "etico". Mi rendo conto che nel campo petrolifero non è certo una cosa facile (ma questo è un altro discorso).johnnyfichte ha scritto:Quindi boicottare è molto delicato: quando una azienda fa un passo indietro non si può prevedere CHI ne trarrà vantaggio e spesso costoro sono più stronzi di quelli che abbiamo pensato di danneggiare.
Bisogna anche però stare attenti a capire qual è lo scopo del boicottaggio. Non si boicotta per far perdere soldi ad una certa azienda ma per farle mutare modo d'azione. Certo, se poi perseverano è ovvio che anche il boicottaggio continui e quindi l'azienda perda fattuarato.
Per quel che riguarda le conseguenze sui lavoratori ti potrei dire che queste non dipendono dal boicottaggio in sé ma dal comportamento dell'azienda stessa che ha causato il boicottaggio. Però, cerco di dare una risposta più articolata con un esempio. Se si boicottano i biscotti X, l'azienda che li produce diminuisce i guadagni e forse licenzia operai. Però, chi boicotta di solito non smette di mangiare i biscotti e questo significa che i produttori di biscotti Y e Z incrementeranno il fatturato e quindi saranno costrette ad assumere nuovi operai. Guardando le cose in un'ottica macroeconomica non cambia niente. Certo cambiano le cose per il singolo lavoratore dell'azienda X e per quelli che verranno assunti nelle aziende Y e Z. E non è neppure da escludere che questo serva ai lavoratori dell'azienda X ad effettuare ulteriori pressioni (questa volta attraverso canali sindacali) perché il comportamento dell'azienda X sia modificato.
Ciao
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E tutto molto carino, ma se leggi gli esempi di "relocation" relativi alle lotte contro i marchi Nike, Shell, McDonald's di solito il boicottaggio serve solo come scusa per licenziare i posti con più diritti sindacali che sono più scomodi.
Se POI si creano ANCHE nuovi posti di lavoro in altre aziende, a quel punto non c'è motivo di crearli in un paese sindacalizzato. E si creano questi nuovi posti in una export zone repressa.
Insomma, ogni scossone fa cadere nella brace qualcuno.
Se POI si creano ANCHE nuovi posti di lavoro in altre aziende, a quel punto non c'è motivo di crearli in un paese sindacalizzato. E si creano questi nuovi posti in una export zone repressa.

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ebbbravo Ionni. arrivo, al solito, in ritardo, ma quello che avrei voluto scrivere (nel mio piccolo) assomiglia a quello che ho appena letto qui.
un'azienda non è solo un consiglio d'amministrazione o un "padrone", ma anche azionisti qualsiasi, operai ed impiegati. so che già lo sapete, e che dovrei ragionare ad un livello superiore, più generale ma, porcamiseria, se all'operaio X gli chiudono l'azienda gli girano tantissimo, e non gliene viene niente se a livello macroeconomico Y, da un'altra parte, ha potuto accendere un mutuo.
ho spesso e volentieri sostenuto e aderito a boicottaggi di vario genere, ma credo sia necessario trovare modi più incisivi di manifestare il proprio dissenso nei confronti dell'operato di un'azienda, andando a colpire gli interessi dei diretti responsabili di tali scelte, piuttosto che provocare un semplice "spostamento" degli acquisti verso altri marchi.
(esempio pratico -momento onirico- cementificazione della costa sarda: boicottare le imprese che se ne occupano mette a rischio dei posti di lavoro, ma spaccare su qualche piloncino e qualche tubatura ogni tanto nel cantiere della villa del bassotto calvo porta ad un prolungamento dei contratti e ad un'ulcera al simpatico piccoletto. quando si dice unire l'utile al dilettevole)
colpire gli interessi di un marchio significa per forza di cose colpire gli interessi delle migliaia di persone che lavorano per o con quel marchio, colpire il portafogli del kapo o chi per lui forse potrebbe essere l'idea nuova...
che sia facile non l'ho detto, che nel caso dell'embargo cubano sia complicato non lo nego, per ora mi limito a sfrantumare le palle ad amici e conoscenti con petizioni, firme, e quant'altro, aspettando un'idea migliore.
ma qui parlavamo d'altro... di cosa ha bisogno Cuba? di un po' di tregua, direi. un embargo che (almeno ufficialmente) non è accettato a livello mondiale ma che continua indisturbato da decenni è una cosa inconcepibile. mi va anche di credere che un Paese meno vessato a livello economico non avrebbe bisogno di esuli e di prigionieri politici, ma sto derapando su un'altra questione ancora... mondo complicato...
derapando 1
derapando 2
un'azienda non è solo un consiglio d'amministrazione o un "padrone", ma anche azionisti qualsiasi, operai ed impiegati. so che già lo sapete, e che dovrei ragionare ad un livello superiore, più generale ma, porcamiseria, se all'operaio X gli chiudono l'azienda gli girano tantissimo, e non gliene viene niente se a livello macroeconomico Y, da un'altra parte, ha potuto accendere un mutuo.
ho spesso e volentieri sostenuto e aderito a boicottaggi di vario genere, ma credo sia necessario trovare modi più incisivi di manifestare il proprio dissenso nei confronti dell'operato di un'azienda, andando a colpire gli interessi dei diretti responsabili di tali scelte, piuttosto che provocare un semplice "spostamento" degli acquisti verso altri marchi.
(esempio pratico -momento onirico- cementificazione della costa sarda: boicottare le imprese che se ne occupano mette a rischio dei posti di lavoro, ma spaccare su qualche piloncino e qualche tubatura ogni tanto nel cantiere della villa del bassotto calvo porta ad un prolungamento dei contratti e ad un'ulcera al simpatico piccoletto. quando si dice unire l'utile al dilettevole)
colpire gli interessi di un marchio significa per forza di cose colpire gli interessi delle migliaia di persone che lavorano per o con quel marchio, colpire il portafogli del kapo o chi per lui forse potrebbe essere l'idea nuova...
che sia facile non l'ho detto, che nel caso dell'embargo cubano sia complicato non lo nego, per ora mi limito a sfrantumare le palle ad amici e conoscenti con petizioni, firme, e quant'altro, aspettando un'idea migliore.
ma qui parlavamo d'altro... di cosa ha bisogno Cuba? di un po' di tregua, direi. un embargo che (almeno ufficialmente) non è accettato a livello mondiale ma che continua indisturbato da decenni è una cosa inconcepibile. mi va anche di credere che un Paese meno vessato a livello economico non avrebbe bisogno di esuli e di prigionieri politici, ma sto derapando su un'altra questione ancora... mondo complicato...
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derapando 2
e ricordati che i lupi peggiori sono quelli con il pelo dentro (N.Jordan)
MAI GIOCARE ALLA CAVALLINA CON UN UNICORNO (M.Shea)
Da piccola mi ero autoconvinta che i regali me li portava Coppi sulla sua bicicletta... non vi dico le mazzate con gli altri bambini (Campalla)


Punteggiatura. Sono vivo e vegeto. Sono vivo. E vegeto. (P.Cananzi)
MAI GIOCARE ALLA CAVALLINA CON UN UNICORNO (M.Shea)
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oh! cos'è? vi ho traumatizzato con le quattro cacchiate che ho scritto?
mica si può considerare chiuso l'argomento!
intanto un po' di spunti "di parte"...
http://www.cacaonline.it/primapagina/mu ... oicott.htm
http://www.cacaonline.it/primapagina/mu ... icott2.htm
http://www.alcatraz.it/redazione/news/s ... NewsID=460
http://www.alcatraz.it/redazione/news/s ... ewsID=2087

mica si può considerare chiuso l'argomento!
intanto un po' di spunti "di parte"...
http://www.cacaonline.it/primapagina/mu ... oicott.htm
http://www.cacaonline.it/primapagina/mu ... icott2.htm
http://www.alcatraz.it/redazione/news/s ... NewsID=460
http://www.alcatraz.it/redazione/news/s ... ewsID=2087
e ricordati che i lupi peggiori sono quelli con il pelo dentro (N.Jordan)
MAI GIOCARE ALLA CAVALLINA CON UN UNICORNO (M.Shea)
Da piccola mi ero autoconvinta che i regali me li portava Coppi sulla sua bicicletta... non vi dico le mazzate con gli altri bambini (Campalla)


Punteggiatura. Sono vivo e vegeto. Sono vivo. E vegeto. (P.Cananzi)
MAI GIOCARE ALLA CAVALLINA CON UN UNICORNO (M.Shea)
Da piccola mi ero autoconvinta che i regali me li portava Coppi sulla sua bicicletta... non vi dico le mazzate con gli altri bambini (Campalla)


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- Babette
- Olandese Volante
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Vero...con tutte le difficoltà di valutazione del caso peròTyl ha scritto:L'ideale è infatti, prima ancora che boicottare, scegliere di servirsi di un soggetto che opera in modo "etico"

Consiglio estemporaneo : non boicottate The corporation...ovvero andatelo a vedere

Un libro dovrebbe essere una sfera di luce nelle mani di chiunque (Ezra Pound)
- vzsherazade
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forse allarmata per i vostri discorsi sul forum,
la siemens contrattacca con una mossa "pulita", sostenere i bambini di addis abeba....attraverso le donazioni dei propri dipendenti
nelle buste paga di novembre dei dipendenti siemens ci sarà un opuscoletto che parla del progetto del Ciai, Centro italiano aiuti all'infanzia, ovvero la ricostruzione di una scuola ad addis abeba corredata di una serie di attività per aiutare i bimbi che frequentano sta scuola.
allegato all'opuscoletto, UDITE UDITE il modulo per effettuare la donazione. e poi poster e calendari (come dire ricchi premi e cotillon) da distribuire ai dipendenti.
Per non essere giudicata faziosa aggiungo che la siemens si impegna a versare una quota pari a quella versata dai dipendenti...
a voi la parola
vzsh
PS la fonte è il sole di oggi.
la siemens contrattacca con una mossa "pulita", sostenere i bambini di addis abeba....attraverso le donazioni dei propri dipendenti

nelle buste paga di novembre dei dipendenti siemens ci sarà un opuscoletto che parla del progetto del Ciai, Centro italiano aiuti all'infanzia, ovvero la ricostruzione di una scuola ad addis abeba corredata di una serie di attività per aiutare i bimbi che frequentano sta scuola.
allegato all'opuscoletto, UDITE UDITE il modulo per effettuare la donazione. e poi poster e calendari (come dire ricchi premi e cotillon) da distribuire ai dipendenti.
Per non essere giudicata faziosa aggiungo che la siemens si impegna a versare una quota pari a quella versata dai dipendenti...
a voi la parola
vzsh
PS la fonte è il sole di oggi.