Non ho mai letto un libro di Terzani ... un peccato farlo ora che è morto ...
Un anno passato a viaggiare attraverso l'Asia senza usare l'aereo a causa della premonizione di un indovino, che gli dice di non volare nel 1993.
La nostra vita, anche quella è un viaggio. Il nostro destino: determinato come gli orari di un treno? O così "labile" come un viaggio in mare (si può determinare la rotta, ma "si sa solo quando si parte, non si è mai sicuri di quando si arriva" così mi spiegò un giorno qualcuno più esperto di mare di me)
Viaggiando senza aerei Terzani riprende la voglia di viaggiare usando questi mezzi "lenti" che gli permettono di "assaporare" i paesi e la popolazione (cosa che sperimentai ... probabilmente una ventina d'anni fa, quando invece che in aereo andai in Inghilterra con treno e traghetto: che emozione vedere apparire nella foschia del mattino le bianche falesie di Dover! e raggiungere Londra attraverso infiniti campi con le famose siepi, immersi nella bruma mattutina), senza lo stress "asettico" degli aerei ... e lo fa in compagnia di indovini, stregoni, streghe e premonizioni varie ... scruta gli "orari" propostigli per la sua vita? Alcune cose dette da alcuni di questi personaggi si avverano, altri "veggenti" sembrano completamente ciechi ... come ci muoviamo noi nella nostra vita: siamo dei veggenti o siamo dei ciechi? Il "fato" esiste? O siamo completamente liberi?
Libererò questo libro, il cui destino

Il libro inizia con
"Una buona occasione nella vita si presenta sempre. Il problema è saperla riconoscere e a volte non è facile"
e termina con
"E io? Dove vado, io? Che cosa mi invento ora che non ho più da evitare gli aerei? Certo, una buona occasione si ripresenterà. La vita ne è piena."
E perchè non andare da un indovino?
"Non vado mai dagli indovini perché mi paice farmi soprendere dalla vita", mi ha risposto a suo modo molto sibillinamente, un'anziana signora di Bangkok ...
Un consiglio che spero di non dimenticare mai:
"Se qualcuno ti punta un'arma addosso, sorridi"
Qualcosa che ho visto con i miei occhi:
"Che brutta invenzione il turismo! Una delle industrie più malefiche! Ha ridotto a un enorme giardino d'infanzia , a una Disneyland senza confini."
Una triste realtà, forse con internet si può modificare:
"E' una aspetto, questo dello strano mestiere di cronista, che non cessa di affascinarmi e, al tempo stesso, di inquietarmi: i fatti non registrati non esistono. [...] Sofferenze senza conseguenza, senza storia. Perché la storia esiste solo se qualcuno al racconta. E' una triste constatazione' ma è così ed è forse porprio questa idea - l'idea che con ogni piccola descrizione di una cosa vista si può lasciare un seme nel terreno della memoria - a legarmi alla mia professione."
"Adoravo viaggiare così. Viaggiare è un'arte. Bisogna praticarla con comodo, con passione, con amore. Mi resi conto che, a forza di viaggiare in aereo, quell'arte l'avevo disimparata. E pensare che è l'unica cui tengo!"
"Il positivo entra ed esce dalla testa. Il negativo lascia un dubbio strisciante, un'inquietudine sorda; perché la paura è il fondo della condizione umana."
Ma non bisogna andare lontano per viaggiare!
"Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l'amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quali ci si potrebbe fermare senza più bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare."
Perchè non riusciamo a scavare "a casa nostra"? Perchè dobbiamo andare lontano? Più facile farlo in terra straniera, ma se è vero, allora dovrebbe essere così anche giù sotto, davanti alla porta di casa ... lasciarsi andare a conoscere l'amico di un amico ... ma forse è troppo compromettente? Forse così rischiamo di doverci esporre anche noi invece di poter scappare nonappena abbiamo "carpito il tesoro della miniera"??? (questi sono riflessioni mie, non di Terzani!)
"Avevo tempo e silenzio: qualcosa di così necessario, di così naturale, ma ormai diventato un lusso he solo pochissimi riescono a permettersi. Per questo dilaga la depressione!"
"Alla fine anche le parole, usate e riusate per descrivere sempre le stesse situazioni, gli stessi massacri, le facce dei morti e i pianti dei spravvissuti mi parevano aver perso ogni loro significato. Tutte mi suonavano ormai come cocci rotti."
E un amico che gli spiega che: "Regalare è meglio che vendere" ..."...In Asia la gratitudine lega più di un contratto."
o gli espone queste riflessioni:
"Viaggiare ha senso solo se si torna con una qualche risposta nella valigia" ..."Non si può tornare a casa con le valigie vuote e solo delle storie da raccontare. Come dei vecchi marinai."
.. vabbeh che le storie raccontatemi da diversi marinai, +/- vecchi, mi hanno insegnato molto. Ma allora viaggiare per scoprire non luoghi nuovi, ma noi stessi?
"Come faranno gli uomin del futuro a orientarsi sul loro carattere, sulla personalità dei loro vicini, quando non avranno più gli animali da osservare? Quando non avranno più la natura da cui imparare?"
Giusto sentito a un festival la stessa riflessione, in questo caso fatta sull'Urogallo, fiero e selvatico, che fa tutte le sue parate, si accoppia, sopravvive all'inverno, anche senza che noi facciamo nulla ... dobbiamo solo permettergli di sopravvivere.
e infine, quello che pure mi ha sconvolta abbastanza, che mi portero' dietro da questo viaggio in Asia in compagnia di Terzani:
"Quel che non riuscii a togliermi di dosso era il ricordo inquietante di quella enorme massa di umanità disperata, disorientata, avida e adirata che, dal Vietnam alla Cina, dalla Mongolia alla Russia, mi ero lasciata dietro.
Avessi viaggiato in aereo, non l'avrei mai vista." ... e questo da un corrispondente di una prestigiosa rivista.
Grazie!
"Un indovino mi disse"