Eppure sono sicura che molti di voi conoscano Kureishi

Ebbene, Il buddha delle periferie è uno di quei libri che, come dissi tempo fa di un altro testo (che gioia, è la prima volta che provo il piacere dell'autocitazione

E' la storia della formazione di Karim, giovane figlio di madre inglese e padre indiano - musulmano convertitosi al buddhismo - che vive sulla propria pelle i mutamenti della società inglese e occidentale in più o meno un decennio (metà anni 70, metà anni 80 circa).
Karim è sveglio, ironico, sensibile, molto confuso su chi sia e cosa voglia dalla sua vita... il modo in cui osserva il mondo è fresco e disincantato al tempo stesso, eppure non risulta mai banale...
Dalla periferia degradata di Londra si fa lentamente strada verso il centro della città, e poi verso l'altra sponda dell'oceano, alla ricerca della sua identità...
Lo circondano una serie di personaggi che difficilmente si possono dire secondari, ciascuno con una personalità così ben definita che gli permetterebbe di essere a sua volta protagonisti di un'altra romanzo: il padre di Karim, Haroon, figlio di una ricca famiglia di Bombay, che dopo anni di umile lavoro per le ferrovie inglesi si re-inventa un presente di guru; il suo amico di gioventù Anwar e la moglie Jeeta, principessa, con il loro negozio di alimentari "Magazzini Paradiso"e la ribelle figlia Jamila; gli zii materni di Karim, Ted e Jean, piccolo borghesi e arrampicatori sociali la cui vita sarà cambiata dalla svolta "spirituale" del cognato...
E così potrei continuare ancora per un po', ma finirei solo per annoiarvi...
Nel corso del libro assistiamo alle vite di immigrati fermi agli anni '50, di adulti sessantottini e giovani hippies; riconosciamo i primi albori del movimento punk nonchè del rampantismo yuppie degli anni '80, per rimanere, alla fine, con l'immagine mentale di un mosaico estremamente composito eppure senza dissonanze.
Il tutto condito da una scrittura vivace, a tratti esilarante, che adotta un registro volutamente "disinvolto", se così si può dire...
Le situazioni comiche (davvero comiche!) si susseguono una dopo l'altra, soprattutto nella prima parte, mentre nella seconda il tono della narrazione, nonchè la vita stessa di Karim e le sue riflessioni, si fanno più seri...
Insomma, mi è piaciuto un sacco, se non si fosse capito...

P.S. per chi lo avesse letto anni fa, adesso è stato pubblicato in una nuova traduzione di Ivan Cotroneo.
Hanif Kureishi, Il buddha delle periferie
Bompiani Tascabili