Un aiuto per il Senegal

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Agnes
Spugna
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Un aiuto per il Senegal

Messaggio da Agnes »

Ciao!
Ho appena ricevuto questo Email da una amica di Cristina Sebastiani e ho pensato di copiarlo anche sul sito di Bookcrossing... Forse potete a vostra volta farlo girare tra parenti amici conoscenti....
Grazie


From: "cristina sebastiani" <seynab@libero.it>
To: "Insenegal.org" <Insenegal.org@insenegal.org>
Sent: Monday, February 28, 2005 3:45 PM
Subject: [Insenegal.org] per aiutare Yaakaar


cari Insenegal-simpatizzanti,
vorrei chiedere il vostro aiuto e di seguito vi spiego perchè.

in un umido giorno di agosto del 2004 il mio già scarso francese decise di
abbandonarmi e io mi ritrovai sperduta in una via della Mèdina a Dakar, pioggia
sopra e pozzanghere verdi sotto, bambini e adulti e capre in un'originale
mescolio, un caldo pazzesco e i pensieri momentaneamente in letargo: tra una rue
38 angle 6 e una rue 23 angle 8, quartiere a pianta quadrata che pare
facilissimo da attraversare, la Mèdina non mi aiutava.
un ragazzo, sui 20, mi abborda, mi guarda un attimo, si avvicina e a bruciapelo
mi fa "ti sei persa?"
ovvio, fratello! non oso rispondere e il mio sguardo doveva essere
sufficientemente vacuo perché lui afferma: "sei amica della toubab dell'atelier"
e si avvia, sicuro che l'avrei seguito.
lo seguo e dopo due minuti sono davanti all'atelier di Yaakaar.
gli chiedo: "sei amico di Ombretta?".
"no, no" mi risponde "ma qua la conosciamo tutti".
considerato che erano quattro anni che Ombretta non tornava in Senegal e che è
una persona talmente riservata e discreta che se conoscesse questo episodio
probabilmente si sentirebbe terribilmente in imbarazzo, la cosa mi ha fatto
riflettere.
o meglio mi ha dato la misura di quanto questo progetto sia importante per
questo centralissimo e antichissimo quartiere di Dakar.

Questo progetto nasce dalla forza di volontà di Ombretta Pin e Paco Thiam e dal
loro desidero di dimostrare che la mixitè non è solo un astratto concetto
sociologico.
Quando il Senegal e l'Italia si sono incontrati, oltre a formare una famiglia
hanno dato origine a un singolare progetto di sviluppo, che coinvolge sia il
Senegal che l'Italia, e che ha l'originalità di non limitarsi a considerare lo
sviluppo economico come unico scopo.
Il progetto parte da un bisogno, il fenomeno della descolarizzazione, che ha
origini profonde e radicate in Senegal; il Centro di Formazione di Mèdina
permette ai ragazzi di imparare un mestiere e contemporaneamente di recuperare
il percorso scolastico interrotto integrandolo con tematiche legate anche allo
sviluppo sostenibile, alle politiche ambientali, ai diritti dell'uomo.
poi, con lo sviluppo dell'atelier di sartoria e della rete di vendita attraverso
le botteghe dl commercio equo e responsabile qua in Italia, permette loro di
mettere a frutto quanto hanno imparato.
se io dovessi scegliere a chi dare un contributo, tra mille meritevoli opzioni,
non ci penserei un attimo a scegliere questa, perché da qui parte la strada per
un mondo migliore possibile.
a parte la mia personale predilezione per i progetti piccoli, dei quali posso
seguire l'evoluzione, a cui posso dare un contributo più o meno piccolo, anche
in termini di "braccia", dialogando con chi se ne occupa a tempo pieno in tutta
semplicità, questo progetto sta già facendo cose molto molto grandi: da questo
progetto è nata una scuola ed è nato un'atelier.
Una persona che vendeva passamanerie al mercato, in piedi tenedo la sua
mercanzia sulla testa, senza grandi speranze di migliorare di molto la sua
esistenza, oggi ha un negozio di merceria e la responsabilità di essere gli
occhi e le orecchie (e le gambe) di Ombretta e Paco. Mawa è la persona più cara,
affidabile e seria che io abbia mai conosciuto e grazie a loro, e alle sue
qualità, ha avuto un'ottima opportunità e ora la sta portando avanti.
Quindici ragazzi che si spaccavano la schiena a fare apprendistato gratuitamente
presso qualche oscuro artigiano del quartiere oggi vanno a scuola e hanno
davanti a sé la prospettiva di un lavoro, e in Senegal questo è praticamente tutto.
Già due gruppi, in due anni, dall'Italia sono partiti per il Senegal, per andare
a conoscere le persone con cui a distanza collaborano e il paese con cui lavorano.
Un giorno il Centro di Formazione di Mèdina avrà una sua sede, dove la scuola,
l'atelier e la casa per il turismo consapevole stiano insieme e dove l'idea di
cooperazione sia davvero lavoro condiviso e spinta reciproca alla crescita.
Yaakaar non è solo un progetto di sviluppo, ma soprattutto un luogo di
relazione, un laboratorio in cui l'incontro tra popoli e culture viene messo in
atto e porta frutti.

Ho chiesto a Ombretta di mandare in giro questa lettera perché oggi il Centro di
Formazione di Mèdina ha bisogno di fondi per andare avanti e credo che tutti
quelli che sono vicini a Yaakaar lo dobbano sapere.
Questo progetto è buono, è ottimo! e ha bisogno del sostegno di tutti, grande e
piccolo: per continuare a essere un buon progetto, per permettere a tutti noi di
lavorarci, ma soprattutto per permettere ai ragazzi di poter contare sul loro
futuro e oltre, per permettere, finalmente! che la mixitè non sia una vuota,
bella, parola.
Questo progetto fa crescere i ragazzi di Mèdina e, oltre a questo e grazie a
questo, fa crescere tutti noi e questo mi sembra un buon motivo per sostenerlo.
Un ottimo motivo per sostenerlo.

Ho deciso di rivolgermi a voi sperando che possiate trovare i mezzi e la voglia
di sostenere Yaakaar con un piccolo versamento oppure mettendo il salvadanaio di
Yaakaar nei vostri luoghi di lavoro (potete ricolgervi a Ombretta per questo) o
magari contattando fondazioni e istituzioni che ritenete possano sostenere
economicamente il progetto.
Anche far girare questa lettera in altre mailing list può essere un aiuto!
Abiamo davvero bisogno del contributo di tutti.

Cristina Seynabou
Agnes
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