Ho letto (il thread mi è stato segnalato. così evitiamo equivoci passati...) il thread e mi pare interessante. in tutti i suoi aspetti. ma vorrei riportare l'attenzione su quello che è il tema del thread e non sui modi con cui le persone comunicano.
premesso che io sono affascinata dalla figura del che e che per questo ho letto molto (vedi dopo) e ho cercato di informarmi il più possibile su di lui (e questo non significa solo aver partecipato a manifestazioni o a incontri komu), io non credo proprio di essere la persona più adatta per parlarne in modo oggettivo. se qualcuno (ed è successo, anche con persone del forum) mi chiedesse cose leggere sul che risponderei: "Il
libro sul
viaggio in sudamerica, guarda il
film dell'
anno scorso e poi leggi paco ignacio. dopo aver letto paco ignacio scopri in cinque mosse coem è possibile scrivere un brutto libro sul che, leggendo companero".
mi hanno più volte chiesto perché io sia affascinata dal che e la risposta non c'è: mi piace la sua voglia di libertà mentale, il suo voler andare, l'intraprendenza e la potenzialità con cui ha messo in gioco il suo sapere e le sue conoscenze. mi piace la sua idea di rivoluzione. così ben applicata che quando è stato il momento di farlo, ha lasciato cuba per portarla avanti. chiamatela caparbietà, incoscienza, superbia, ma sono in grado (consapevolmente) di apprezzare chi ha la forza morale di portare avanti le sue idee "a prescindere".
in tutto questo non mi pare che ci sia scritto guerriglia, pace e buonismo.
questo per dire che io sono una di quelle sciroccate che ha il poster del che in casa (ma non quello di korda) e che ha la maglietta con il suo faccione (ma non quello di korda, ma solo perché la maglietta che ho comprato costava di meno e il cotone era migliore).
posso chiedere, senza offesa, chi sia così ingenuo da pensare che una rivoluzione come quella cubana potesse svolgersi senza un morto, senza guerriglia, senza esecuzioni sommarie?
la domanda è semplice: ma quale giocatore di risiko si porterebbe dietro prigionieri avendo 10 persone malandate e malate in compagnia e l'acqua (non solo la merda) fino al collo? non lo hanno fatto neanche i partigiani (in italia, così come in francia o in spagna) perché avrebbero dovuto farlo loro? se lo fanno anche i coloni palestinesi e le truppe di israele, perché non avrebbero dovuto farlo loro?
atteggiamento giustificabile? plausibile? comprensibile? condannabile?
non sono io la persona più adatta per dare una risposta, probabilmente non lo sarei neanche per dire se un'esperienza come quella partigiana lo fosse. io mi sono data una mia risposta, così come cerco di darne sempre alle cose che mi interessano e mi coinvolgono, ognuno se vuole può farlo, ma non può dare - se vuole rispettare le diversità di opinione - una risposta assoluta.
mi piace anche l'idea di poter sfruttare questo spazio dire qualcosa sul
libro di paco ignacio. è
bello, è forte, è così strutturato che non sembra mai finire (e talvolta lo spereresti pure). è un libro scritto da una persona che ha studiato a fondo il che, che lo ha sviscerato. da una persona di sinistra. bene, è vero. è assodato, ma non mi pare che nessuno qui lo abbia negato (del resto, e lo so che sono polemica ma lo sono volutamente, cercate di leggere sta cosa con un minimo di ironia vi prego..., anche i vangeli sono stati scritti da "persone coinvolte nei fatti" e gli apocrifi mica sono un testo obbligatorio per conquistarsi il regno dei cieli...).
ma conosco pochi testi scritti altrettanto bene, con altrettanti approfondimenti e riferimenti a altri testi, documentazione, testimonianze. e posso assicurare: il che non ne esce sempre eroe e vincitore, anzi.
per avere un contraltare si può leggere "
Companero" di Jorge Castaneda e poi decidere se approfondire o meno la questione (il mio consiglio è sì).
rispetto alla costruzione di un idolo: ognuno ha i suoi idoli, le sue strutture mentali ed è giusto che sia così. sarebbe bello che tutti non li "ereditassero" dalla famiglia, dagli amici o - soprattutto - dai media, ma che ognuno se li creasse così come gli sembra giusto e li mettesse in gioco. difficile da farsi, certo. ma finché le diverse idolatrie rimangono rispettose, pacifiche, non insultanti, non molestanti, perché "much ado for nothing"?
e mi prendo le ultime righe per dire che del che mi piace anche (e soprattutto) l'utopia, la richiesta dell'impossibile. impossibile, come una rivoluzione nel cuore dell'imperialismo.
baci bici, Auro
Ma a noi piace ripensare alla tua voglia di partire
Alla moto caricata all'impossibile
Agli scherzi di Alberto, alla sete di avventura
E' un bel modo per dire libertà
[...]
Addio, dormi tranquillo perché non finisce qui
L'avventura è ripartita resta intatta l'ultima idea
E da qualche parte del mondo c'è qualcuno come te
Che prepara un nuovo viaggio Transamerika
Modena City Ramblers