L'eccezionale prevedibilità di questa tragedia dovrebbe far riflettere chi taccia di catastrofismo chi cerca di mettere in guardia il mondo dai danni che stiamo causando al nostro pianeta... Quante volte sentiamo ripetere la frase che conclude questo stralcio ("il problema non é se succederà, bensì quando") a proposito di altre situazioni a rischio, senza dare veramente peso a questi avvertimenti?
National Geographic di ottobre 2004 ha scritto: É un torrido pomeriggio d'agosto a New Orleans, "the Big Easy". Chi si avventura all'esterno si muove al rallentatore. Chi invece resta al chiuso tributa un silenzioso omaggio all'inventore dell'aria condizionata mentre guarda i telegiornali che annunciano la presenza di un uragano nel Golfo del Mesico. Niente di nuovo: gli uragani in agosto fanno parte della vita di questa città come i doposbronza del Mercoledi delle Ceneri.
Ma il giorno seguente la perturbazione si intensifica e punta dritta sul centro abitato. Mentre il vortice turbinante si avvicina alla costa, più di un milione di persone lascia la città. Ne restano però circa 200 mila: gente che non ha un'automobile, senzatetto, vecchi, malati e chi, da buon abitante di New Orleans, aspetta solo una scusa per fare baldoria chiuso in casa. La perturbazione colpisce Breton Sound con la furia di una testata nucleare, spingendo un'onda anomala mortale fino al Lago Pontchartrain. L'acqua risale fino alla terrazza che argina le acque del lago. E poi tracima. Quasi l'80 per cento del territorio di New Orleans si trova sotto il livello del mare (in alcune zone di oltre due metri), per cui l'acqua si riversa sulla città.
Un muro liquido marrone spazza via le villette di gentilly, le case in legno del Ninth Ward, i porticati con le colonne bianche del Garden District, per poi raggiungere i bar e i locali di striptease di Bourbon Street come un cavaliere dell'Apocalisse. In alcuni punti l'acqua raggiunge gli otto metri e la gente si arrampica sui tetti per salvarsi.
Migliaia di persone annegano nelle acque torbide, contaminate dalle fognature e dagli scarichi industriali. Altre migliaia di persone sopravvissute all'inondazione muoiono per disidratazione e malattia mentre aspettano di essere salvate. Ci vorranno due mesi per bonificare la città: "the Big Easy" è sepolta sotto una coltre di sedimenti putridi, un milione di persone è rimasto senza casa e 50 mila sono morte. É il peggior disastro naturale nella storia degli Stati Uniti.
Quando è successo? Mai, o meglio, non ancora. Questo scenario apocalittico è infatti tutt'altro che inverosimile. Secondo la Protezione civile statunitense, un uragano su New Orleans è una delle minacce peggiori che incombono sul Paese, assieme a un grande terremoto in california e a un attacco terroristico a New York. persino la Croce Rossa non apre più nuovi rifugi antiuragano in città, sostenendo che il rischio per i suoi dipendenti è troppo elevato.
"La perturbazione atmosferica che metterebbe al tappeto la Louisiana? Un uragano che a 72 ore dall'impatto sia di categoria 3, diventi di categoria 4 a 48 ore e si trasformi in categoria 5 a 24 ore. E che arrivi dalla direzione peggiore", cioè da Sud.
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Per i climatologi, perturbazioni di grande intensità potranno verificarsi con maggior frequenza in questo secolo, metre l'innalzamento del livello del mare derivante dal riscaldamento globale aumenta il rischio cui sono sottoposte le aree costiere pià basse.<...> Secondo Shea Penland, geologo della University of New Orleans, "il problema non é se succederà, bensì quando".