Il sessantotto è il termine con cui solitamente si identifica, per l'omogeneità di alcuni contenuti e per il contemporaneo focalizzarsi di tutte le sue principali manifestazioni nell'arco di un anno, tutto un insieme di rivolgimenti sociali e culturali, fondati su un insieme di princìpi egualitari e libertari estremamente radicali, che toccò paesi con culture e regimi politici estremamente differenti tra loro (dal Socialismo al Comunismo e all'Anarchismo). Tali princìpi vennero recepiti negli ambienti studenteschi e portati prepotentemente alla ribalta dell'opinione pubblica con una serie di manifestazioni di piazza nell'anno 1968.
A slogan contro la guerra del Vietnam e inneggianti ad alcune icone del pensiero rivoluzionario, come Mao Tse Tung, Ho Chi Minh, Lenin, Martin Luther King e Che Guevara, si accompagnava il disagio sociale di un'intera generazione, assai numerosa, che, per la prima volta nella storia, si preparava ad entrare in massa nel mondo del lavoro, senza voler subire la repressione delle generazioni che l'avevano preceduta; repressione espressa da leggi antidemocratiche dei governi, del tempo anteguerra (II Guerra Mondiale), che erano ancora in auge.
I governi occidentali si trovarono impreparati a fronteggiare una situazione senza precedenti, e, per breve periodo la protesta studentesca si saldò con quella operaia, reagirono su due piani distinti: reprimendo con la forza i moti studenteschi e operai di piazza e riformando il sistema scolastico nella direzione richiesta dalle assemblee studentesche e cercando accordi con le organizzazioni sindacali, concedendo aumenti di stipendio, che si vanificarono, a causa di un'inflazione galoppante che il governo non controllò.
In Italia il movimento del '68, in ambito scolastico, aprì agli studenti le biblioteche riservate dei professori, aumentò gli aiuti economici e le borse di studio per spese scolastiche alle famiglie con basso reddito, e affermò una novità, il consiglio di classe, un'assemblea generale degli studenti di una scuola per discutere i propri problemi e decidere in merito.
Fonte Wikipedia
Ecco vorrei chiedervi le vostre opinioni cosa pensate a riguardo?
(E non rifiuto l'eventualità che tra voi ci sia qulacuno che è stato attivista in quel periodo. Accetto racconti e aneddoti con piacere, se avete volglia di raccontarli)
Il Sessantotto
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Il Sessantotto
poi Lilli è guarita e la guerra è finita
e i tedeschi se ne sono partiti
ma per molti anni ha sognato gli spari
e non le usciva la voce.
da "L'unica superstite" -Appunti Partigiani MCR

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È finito il sessantotto
È finito con un botto
Tutti a casa siam tornati
Gli ideali ripiegati
In tasca
In tasca
E poi tutte quelle piazze
Che sembravano ragazze
Tutte quante infiocchettate
Le bandiere rosse alzate
Dappertutto
Ora è più brutto
Son bastati pochi mesi
Qualche po’ di Calabresi
Una Guida non sicura
Poco Allegra è la Ventura
Mentre
Chi di solito Restivo
Se ne stava tutto schivo
Ha suonato le sue trombe
Per far rosse quelle bombe
Con Rumor
Ed il re della foresta
Celebrando la sua festa
Ha voluto per coppieri
Quei ben noti corvi neri
Un'altra volta
Un'altra volta
Son ben labili ricordi
Di questi suddetti corvi
Cui non molto tempo addietro
Demmo il nome di Loreto
In un piazzale
In un piazzale
Ora questa filastrocca
Che m'è uscita dalla bocca
Io vorrei che fosse intesa
Come vituperio offesa
Da coloro
Da coloro che al potere
Sopra canottiere nere
Vestono abiti azzurrini
E son pieni di santini
Con i quali compran tutto
Le coscienze ed il prosciutto
Credon che democrazia
Sia la serva della zia
Della zia di quel questore
Che ti può fermar se vuole
Solo perché porti addosso
Un bel fazzoletto rosso
Fan governi sulle bombe
E dischiudono le tombe
Se non bastan prece e motti
Volan bassi i candelotti
Che fan rima
Che fan rima con Andreotti
Autore: Paolo Pietrangeli
È finito con un botto
Tutti a casa siam tornati
Gli ideali ripiegati
In tasca
In tasca
E poi tutte quelle piazze
Che sembravano ragazze
Tutte quante infiocchettate
Le bandiere rosse alzate
Dappertutto
Ora è più brutto
Son bastati pochi mesi
Qualche po’ di Calabresi
Una Guida non sicura
Poco Allegra è la Ventura
Mentre
Chi di solito Restivo
Se ne stava tutto schivo
Ha suonato le sue trombe
Per far rosse quelle bombe
Con Rumor
Ed il re della foresta
Celebrando la sua festa
Ha voluto per coppieri
Quei ben noti corvi neri
Un'altra volta
Un'altra volta
Son ben labili ricordi
Di questi suddetti corvi
Cui non molto tempo addietro
Demmo il nome di Loreto
In un piazzale
In un piazzale
Ora questa filastrocca
Che m'è uscita dalla bocca
Io vorrei che fosse intesa
Come vituperio offesa
Da coloro
Da coloro che al potere
Sopra canottiere nere
Vestono abiti azzurrini
E son pieni di santini
Con i quali compran tutto
Le coscienze ed il prosciutto
Credon che democrazia
Sia la serva della zia
Della zia di quel questore
Che ti può fermar se vuole
Solo perché porti addosso
Un bel fazzoletto rosso
Fan governi sulle bombe
E dischiudono le tombe
Se non bastan prece e motti
Volan bassi i candelotti
Che fan rima
Che fan rima con Andreotti
Autore: Paolo Pietrangeli
Io il sessantotto non l'ho vissuto, l'ho ascoltato dai racconti di chi lo ha vissuto in prima persona e un'idea piccola idea me la sono fatta...
Innanzitutto al '68 va riconosciuto un altro grande merito che non è riportato da wikipedia, cioè la liberalizzazione dell'accesso all'università, e non limitato ai soli studenti provenienti dai licei...per dirla con le parole di Pietrangeli, già citato in maniera magistrale da Invisigot :
Ciò detto non credo che sia un periodo di sole luci...il '68 porta la lotta ideologica nelle strade, a valle giulia la prima sommossa che lascia quasi di stucco le forze dell'ordine, e questo purtroppo non mi trova d'accordo!
La violenza non è MAI il modo migliore per esporre le proprie idee e le proprie convinzioni, è il più diretto, a volte il più efficace, ma mai il migliore...tanto più che lì, va data assoluta ragione a Pasolini (che per questo fu pesantemente criticato), si trattava anche di lotte fra poveri visto che i poliziotti assaltati perchè rappresentanti del Potere, non erano e non sono altro che esponenti del popolo, spesso figli di operai, che fanno un lavoro...
A ciò aggiungiamo la fine che hanno fatto molti dei '68ini illustri, basti citare Liguori...
Insomma io il '68 l'ho visto in diverse persone, ho visto gente a cui si illuminavano gli occhi al pensiero di quello che aveva fatto in quei fantastici giorni, ho visto gente cui tremavano i polsi al solo ricodo di quei terribili giorni...è stato il prodotto di un malessere, di una sensazione forte di disagio che non era ristretto ad una sola nazione ma che era dilagante, generalizzata, e così è bastato poco per accendere un incendio...sì ma non mitizziamolo, teniamolo per quel che è stato, se si vuole lo si analizzi socialmente, storicamente, culturalmente...vivere di ideali è già abbastanza difficile, vivere di miti forse è sbagliato!
Innanzitutto al '68 va riconosciuto un altro grande merito che non è riportato da wikipedia, cioè la liberalizzazione dell'accesso all'università, e non limitato ai soli studenti provenienti dai licei...per dirla con le parole di Pietrangeli, già citato in maniera magistrale da Invisigot :
(da Contessa)...anche l'operaio vuole il figlio dottore...
Ciò detto non credo che sia un periodo di sole luci...il '68 porta la lotta ideologica nelle strade, a valle giulia la prima sommossa che lascia quasi di stucco le forze dell'ordine, e questo purtroppo non mi trova d'accordo!
La violenza non è MAI il modo migliore per esporre le proprie idee e le proprie convinzioni, è il più diretto, a volte il più efficace, ma mai il migliore...tanto più che lì, va data assoluta ragione a Pasolini (che per questo fu pesantemente criticato), si trattava anche di lotte fra poveri visto che i poliziotti assaltati perchè rappresentanti del Potere, non erano e non sono altro che esponenti del popolo, spesso figli di operai, che fanno un lavoro...
A ciò aggiungiamo la fine che hanno fatto molti dei '68ini illustri, basti citare Liguori...
Insomma io il '68 l'ho visto in diverse persone, ho visto gente a cui si illuminavano gli occhi al pensiero di quello che aveva fatto in quei fantastici giorni, ho visto gente cui tremavano i polsi al solo ricodo di quei terribili giorni...è stato il prodotto di un malessere, di una sensazione forte di disagio che non era ristretto ad una sola nazione ma che era dilagante, generalizzata, e così è bastato poco per accendere un incendio...sì ma non mitizziamolo, teniamolo per quel che è stato, se si vuole lo si analizzi socialmente, storicamente, culturalmente...vivere di ideali è già abbastanza difficile, vivere di miti forse è sbagliato!
So many books, so little time...










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Innanzitutto al '68 va riconosciuto un altro grande merito che non è riportato da wikipedia, cioè la liberalizzazione dell'accesso all'università, e non limitato ai soli studenti provenienti dai licei.
Be si questo è vero, se non erro la facoltà di sociologia a Trento è stata una delle prime a permettere l'accesso anche a giovani porvenienti dalle professionali e non solo dai licei.
E questo (lo dico perchè se non fosse stato così, oggi sarei penalizzata, anche se sotto certi aspetti noi delle professionali siamo considerati "inferiori e che non hanno voglia di fare nulla", mi fermo qui se no mi addentrarei in un discorso troppo "pericoloso") a mio parere è stato una dei cambiamenti più favorevoli.
Riguadro al fattore violenza sono anche io dell'idea che utilizzandola non si concluda nulla.
Oltre alla sommossa di Villa Giulia, mi ha invece particolarmente colpito quella svoltasi (pacificamente però) la sera di capodanno del 68 davanti la Scala di Milano, dove le forze di polizia non sono interventute. Probabilmente fu Capanna a persuadere le forze di polizia a non reagire:
le sue testuali parole furono" la maggior parte di voi viene dal sud e sappiamo quanto la vostra vita sia difficile. Cinque giorni fa avete dovuto sparare sulla folla di braccianti, dove magari c'erano i vostri padri o fratelli. Lottiamo insieme, e insieme coi lavoratori, per avere giustizia".
Invece un fatto che mi ha lasciato veramente di stucco è quello di avere scoperto che Renato Curcio e Margherita (Mara) Cagol hanno sviluppato i loro ideali poroprio a Trento, alla facoltà di Sociologia, per poi divenire i "padri" delle Brigate Rosse.
poi Lilli è guarita e la guerra è finita
e i tedeschi se ne sono partiti
ma per molti anni ha sognato gli spari
e non le usciva la voce.
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amazzone su BC.com
Francis convinse la sorella a prestarci la vecchia Dauphine color carta zucchero e partimmo per la Francia. Arrivammo a Parigi un sabato pomeriggio, bastò seguire l'odore dei gas lacrimogeni e il rumore dei manganelli che i flicks battevano sugli scudi.... era il maggio 1967.
Il mio sessantotto cominciò così.
Il mio sessantotto cominciò così.
Sto bene nel mio guscio