Ho pensato a lungo se postarla qui, e alla fine ho deciso di farlo, per rispetto verso Delia e per fare qualcosa per quei bambini. Rispetterò senza replicare qualsiasi decisione degli amministratori, e se loro ritenessero che questo è spam e volessero cancellare il post, per me nessun problema. Gli interessati possono comunque contattarmi via mp o email.
ecco la lettera:
La mail di Delia, per chi la volesse, è Delia@zambart.org.zmDelia ha scritto:Cari tutti,
Questa e’ una email importante, ho bisogno di una mano a forma di bonifico bancario.
Scusate l’attacco un po’ brusco, ma tramite delle persone qui, ho conosciuto dei bambini.
Sono 19 in tutto, tra i 2 e i 15 anni. Sono tutti orfani e tutti HIV sieropositivi. Non tutti pero’ sono sotto terapia antiretrovirale: alcuni non tollerano gli effetti collaterali, altri sono gia’ farmaco-resistenti. I piu’ piccoli sono quelli che stanno peggio, tubercolosi, candida, vermi intestinali...Non si fanno mancare niente. Le ferite peggiori probabilmente non si vedono, alcune delle bambine sono sieropositive perche’ sono state violentate e alcuni hanno preso talmente tante botte da aver perso la vista ad un occhio o ritrovarsi con un braccio storto.
Per evitare di scivolare nel patetico eviterei di parlarvi delle condizioni in cui vivono, delle loro facce, (facce a meta’:occhi tristi che fanno ombra su sorrisi sempre accesi), di certi sguardi impossibili da sostenere, di certi gesti che vogliono dire “ama me”, “scegli me”. Vi basti sapere che vivono ai limiti del vivibile, materiale e psicologico. Sempre nel dubbio se quello che fa piu’ male e’ la pancia vuota o la mancanza cronica di carezze.
Si occupa di loro Jean, una donna di circa 40 anni: 40 anni per 40 chili come ha scritto qualcuno. Anche lei sieropositiva, anche lei con una storia di violenza e abusi alle spalle. Spalle larghe per fortuna perche’ quello che non l’ha uccisa l’ha trasformata in una persona positiva, sorridente e piena di speranza. Una bella lezione di coraggio per quella mezza donna che vi scrive. Jean ha messo su questa charity sgangherata che sopravvive grazie agli aiuti di amici e conoscenti, niente di veramente organizzato o sistematico, niente che garantisca la sopravvivenza sul lungo periodo. Solo un contocorrente per il momento. Non puo’ contare neanche sulla spedizione di aiuti dall’estero perche’ la burocrazia zambese bloccherebbe tutto alla dogana per tempi infiniti, tempi che nessuno si puo’ permettere da queste parti. Ad oggi vivono, anzi sopravvivono tutti, con 500 dollari al mese....giuro.
Insieme abbiamo buttato giu’ una lista di cose che servono urgentemente:
- vestiti e scarpe
- sapone (taaaaaaanto sapone)
- coperte e materassi (dormono per terra)
- libri da leggere per i piu’ grandi
- libri per imparare a leggere e scrivere per i piu’ piccoli
- una lavatrice
- un frigorifero
- colori per disegnare e tele per dipingere
E infine una radio...si mi hanno chiesto una radio, perche’ l’unica cosa che da’ loro veramente sollievo e’ ballare. Un virus se li mangia e loro ballano. Molti di loro non arriveranno a 20 anni e loro ballano. Balla che ti passa? Pare di si. Per noi bianchissime e complessissime creature sembrera’ assurdo, ma ci sono luoghi in cui basta ballare per scacciare via la morte, i brutti pensieri e la tristezza, anche quando hai una tristezza da grande dentro un corpo da bambino. Anche stamattina hanno ballato, alcuni cantavano e altri tenevano il ritmo battendo il tempo su bottiglie di plastica vuote...e’ la seconda volta che i bambini africani mi insegnano che una bottiglia di plastica vuota non e’ mai solo una una bottiglia di plastica vuota. E del resto nemmeno i bambini sono mai solo bambini, a volte sono degli antidepressivi, a volte un incubo (per chi non ce l’ha), e molto piu’ spesso dei nani molto saggi.
Tornando al punto: mi servono soldi per comprare queste cose. Qui. Adesso. Dovreste solo mandare quello che volete/potete al conto corrente qui sotto. Fatemi solo sapere se lo farete cosi posso monitorare i trasferimenti sul conto e vedere se effettivamente i soldi arrivano. E inoltrate la richiesta a tutti gli uomini e le donne di buona volonta’ che conoscete, tutti quelli che vi vengono in mente: colleghi, capi, amici, nemici, mariti, mogli, PACS utenti, amanti, ex odiati o riabilitati, figli, genitori, nonni, trisavoli. TUTTI. Conto su una vostra azione capillare con il coinvolgimento delle piu’ alte sfere di Bambin Gesu’, mondo accademico, Ministero della salute, Capitalia, Corte Costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura e organi di stampa!
Adesso qualcuno di voi dira – giustamente – che c'e’ un problema di sostenibilita’ nel tempo, che anche la generosita’ va amministrata, che delle donazioni una tantum non possono risolvere la situazione, ma una mano e’ una mano, un regalo e’ un regalo, e nessuno se la prende mai con Babbo Natale perche’ si fa vedere solo il 25 dicembre. Che diamine!
Quello che voglio dire e’ che domani pensero’ a come rendere tutto questo sistematico e sostenibile nel tempo, oggi pero’ ho bisogno di una lavatrice, di libri e di un po’ di musica per ballare. Lo so che non li possiamo salvare tutti, che l’Africa e’ il paese del “c'e’ sempre chi sta peggio” e che qui chiedere e’ lo sport nazionale, ma adesso ci sono loro e hanno bisogno di noi adesso.
Non siamo la Banca Mondiale, concediamoci il lusso di gesti irresponsabili, freghiamocene di cio’ che e’ sostenibile e pensiamo invece a quello che e’ veramente insostenibile e non deve essere tollerato; invece di dover sempre saperle o capirle le cose accontentiamoci per una volta di sentirle e basta; mettiamo da parte la logica e ripartiamo dalla coscenza, abbandoniamo il buon senso e ricominciamo dalla tenerezza.
Insomma, pecchiamo di buonismo e abbandoniamoci al sentimentalismo piu’ridicolo! E che cavolo! Ma dove sta scritto che dobbiamo fare sempre la cosa giusta? Certo, detto da una non ne imbrocca mezza, mi rendo conto suona un po’ forte, ma pensate se avessi fatto tutte le cose giuste: a quest’ora ero architetto, guadagnavo il quintuplo e magari ero gia’ sposata. Ma-sai-che-palle? E invece vivo come Elisabetta I (altro che quella sgallettata di Maria Antonietta!), il mio ufficio e’ un albero di Jakaranda e sono la depressa cronica piu’ realizzata che conosco!
Seriamente. Io non capisco niente dell’Africa, e’ tutto piu’ complesso, tutto piu’ grande di me, ma se c'e’ una cosa che ho imparato di questo posto e’ la sua capacita’ di cambiarti ogni giorno. Un giorno ti senti un eroe, il giorno dopo una nullita’ patetica e inutile. All’inizio e’ difficile da sopportare, ma dopo un po’ impari a non viverla come una sconfitta personale. Quello che piu’ conta pero’ e’ che nessun posto come questo riesce a darti il dono cosi grande di capire quante poche cose ti servono per assomigliare - perdonate la retorica del termine - ad un essere umano decente.
Fategli e fatevi questo regalo, fatelo anche a me. E per me.
Un abbraccio forte
Nikukonda
Heal Project
Acc. No. 4951225
Swift code: BARCZMLX
Bank: Barclays Bank of Zambia
Branch: Longacres Branch
Il conto, se non ho capito male, è in dollari USA. Delia me lo confermerà, ma dovrebbe essere così. L'ideale sarebbe, se possibile, mandare direttamente gli USD, onde non far gravare sulla donazione le commissioni di cambio.
Se potete, sostenete. Se non potete, o non volete, diffondete almeno questo messaggio, e magari qualcuno che aiuti lo si trova, qualche fondazione, organizzazione, ONLUS o che so io.
Grazie.