letture '''gggiovani ...

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Banshee
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letture '''gggiovani ...

Messaggio da Banshee »

Domanda un po' oziosa che mi è sorta spontanea leggendo un 3D in Recensioni, in cui si parlava dei libri di Ammaniti (INHP e TPETPV) e si è arrivati a 3MSC e IGH.
Ma le letture '''gggiovani passano di moda?
Ovvero, se un/una quindicenne si appassiona a 3 metri sopra il cielo, potrà appassionarsi anche a Il giovane Holden? (ovviamente i titoli sono a scelta...).
Per quanto riguarda musica e fumetti non è così (conosco quindicenni che ascoltano i Pink Floyd e leggono Corto Maltese e Sandman), mentre per i libri mi sembra che la differenza sia maggiore.
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Messaggio da liberliber »

concordo con te: ho letto il giovane Holden da 'grande' e ovviamente molto dopo che è stato pubblicato e ha fatto il terremoto che ha fatto, eppure mi ha colpito moltissimo. In maniera inevitabilmente minore (come minore è la qualità...), mi è capitata la stessa cosa con Jack Frusciante.
Credo che però dipenda dalla bravura dell'autore nel rendere quello che si prova, indipendentemente dal contesto spazio-socio-temporale...
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GaliAnna
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Messaggio da GaliAnna »

Io ho letto il Giovane Holden da "grande" e l'ho detestato...non tanto nel contenuto quanto nella forma. Era proprio il linguaggio a infastidirmi!
Ma magari è una questione di gusti.
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Xenia
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Messaggio da Xenia »

a me del giovane Holden aveva dato atrocemente fastidio il "vattelapesca", che mi suona paleolitico, ma che in realtà è "colpa" della traduzione e non del testo in se', per il resto mi era molto molto piaciuto pur avendolo letto quando ero abbondantemente maggiorenne :)
Jack Frusciante invece lo lessi il pomeriggio dopo il secondo scritto di maturità, l'ho letteralmente bevuto, e ne ho un ricordo splendido, forse perché erano quei giorni lì, e non altri...
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parolina
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Messaggio da parolina »

Ti dirò. Ho un fratello di 16 anni e sono pienamente coinvolta da questo discorso delle letture "ggiovani".
Per quanto sia un bel tipetto, che ascolta i Queen e De Andrè oltre alla musica che gira intorno oggi, che si interessa di quel che accade nel mondo, e che legge da quando aveva quattro anni... mi rendo conto che i libri che per me sono stati la rivelazione, alla sua età, per lui sono difficili da affrontare.
Da un lato mi dico "è un maschio, si sa che loro maturano dopo" e in effetti è ancora in buona parte un bambinone. Dall'altro però mi sa che un po' sia anche causa della sovrabbondanza di letture-spazzatura che oggi sono disponibili per un bambino nell'età in cui si formano i suoi gusti di lettura. Meno male che c'è ancora Verne, Salgari: ma provate a combattere contro le armate di Geronimo Stilton, libri dell'orrore e cavolate varie. E' chiaro che la lettura a cui mediamente i fanciulli si abituano è una lettura che resta comunque dentro storie e sentimenti più superficiali, c'è meno pensiero dentro.
Dall'altro, credo anche che i ragazzini di oggi siano abituati a relazionarsi con le loro emozioni, i loro pensieri, in modo più "inarticolato": visivo, immediato, meno strutturato. Perciò privilegiano per le loro illuminazioni la musica e i fumetti , le immagini, che sono più vicini al loro modo di pensare ed essere, che è proprio più fluido, c'è poco da fare. Spesso più passivo, anche: ma non sempre.

Detto questo, non è che io sia pessimista. Si può provare a seminare. Aprire lo scaffale (resistendo alla sofferenza di vedere mio fratello fare le orecchie alle pagine e macchiare di nutella le copertine dei MIEI libri), far cadere due/tre cose sul comodino, insistere anche un po'.

Se vogliamo una opinione. Holden è ampiamente sopravvalutato, secondo me, non racconta niente di veramente reale per un giovane. Leggere piuttosto Tonio Kroger pensando all'adolescenza: ottocento puro, ma mio fratello dice che ci si è riconosciuto...
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Messaggio da shandy »

A me Il giovane Holden era piaciuto moltissimo, come del resto tutti i romanzi e i racconti di Salinger. Va contestualizzato, credo. Come tutto del resto.
Per esempio io non ho trovato per nulla "épatant" On the road. Ne ho a lungo discusso con mio padre, che lo aveva letto a 16 anni come me, ma in tutt'altro contesto, ed in effetti mi rendo conto che alla sua generazione quel libro ha parlato moltissimo, a me ha quasi annoiato...
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Messaggio da johnnyfichte »

Cara Parolina, a proposito di ciò ti dirò che io mi sono identificato cento volte più nell'Adolescente di Dostoevskij che non nel Giovane Holden che ho cestinato dopo poche pagine senza riuscire a riprenderlo più in mano. :think:
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Messaggio da 2teepot »

JF ha scritto:non nel Giovane Holden che ho cestinato dopo poche pagine

La prima volta lo lessi in americano , perchè mi sembrava adatto per comprendere il linguaggio di un certo gergo giovanile . La storia non m'interessava però mi parve da subito una boiata pazzesca.
La fama del libro mi arrivò più tardi , e allora decisi di prenderlo anche tradotto in italiano . E quasi quasi mi stava diventando simpatico da quanto la traduzione faceva ridere : è praticamente intraducibile ! :yes!: soprattutto a distanza di tanto tempo .
Se no sarebbe un classico , ma non lo è di certo .
E' l' unico libro però che non mi è mai stato restituito , una volta che lo imprestai . Che se lo tenga pure ; chi ce l'ha spero che diventi ricco . :twisted:

On the road lo lessi con in testa tutti i pregiudizi che ti inculcano quando hai vent'anni . Mi aspettavo un romanzo sulla libertà pura , invece mi parse paranoico e accademico . Però molto ben scritto.

Il mio romanzo "giovanilistico " è Trainspotting . Dopo ho anche visto il film e mi è piaciuto anch'esso . Praticamente lo potrei quasi citare a memoria come alcuni fanno con l'Inferno di Dante .
Mi ha in-segnato molto : " Choose your future. Choose life... But why would I want to do a thing like that? " - "So why did I do it? I could offer a million answers, all false." ( Scegliti un futuro , la vita che vuoi ... ma ... perchè dovrei ? - Se alla fine poi ho ceduto comunque mentirei dando una risposta )

Si , m' ha proprio intrippato una cifra : un futuro incerto e senza domande a cui dare risposte esatte .
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Lordpolo
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Messaggio da Lordpolo »

Il mio romanzo "giovanilistico " è Trainspotting . Dopo ho anche visto il film e mi è piaciuto anch'esso . Praticamente lo potrei quasi citare a memoria come alcuni fanno con l'Inferno di Dante .
A quanto mi ricordo (ci eravamo incrociati al Munz delle rose un paio di anni fa, quindi magari sbaglio) non abbiamo proprio la stessa età, ma anche per me il "romanzo della svolta" è questo 8)

Ad ogni modo, credo che appassionarsi a "spazzatura" non impedisca quello di dedicarsi a libri più impegnativi: mi ricordo che alle medie avevo divorato i Malavoglia e il fu Mattia Pascal, intervallati con la grande Agatha Christie, ed ancora oggi non mi perdo un libro di Grisham o di Ken Follett; insomma, come in tutti gli altri campi, a mio vedere, essere versatili e saltare di genere in genere non è certo un difetto, anzi...
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Messaggio da 2teepot »

LordP0L0 ha scritto:non abbiamo proprio la stessa età
Giovanilistico non significa "dell'età giovanilile " :wink: , infatti avevo 26/7 anni quando l'ho letto .

E poi è anche una questione di sensibilità e ambienti .

(Ma il Munz di Serramazzoni non è stato 3 anni fa ? :think: )
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Lordpolo
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Messaggio da Lordpolo »

Giovanilistico non significa "dell'età giovanilile "
Certo, mi son spiegato male, solo credevo che la fase da supergggiovane fosse per tutti in seconda/terza liceo :mrgreen:

(ri-scusa, ma qui nell'isoletta abbiamo il terribile vizio di usare "un paio" per indicare un numero imprecisato che va da due e mezzo a sei e tre quarti, più o meno :oops: )

Ah, dimenticavo: ho odiato On the road. E cerca i soldi, e cerca un passaggio, e parti sul cassone di qualche Bedford scassato con gente puzzolente... E che palle! :P
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girosauro
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Messaggio da girosauro »

secondo me avete un pò frainteso il senso del post, ci si chiedeva se i libri per i gggiovani potessero restare per i gggiovani anche a distanza di anni (la risposta è si, altrimenti piccole donne sarebbe morto da un pezzo) non i libri che ti hanno cambiato la vita in gioventù, detto questo:

ho letto 3 metri sopra il cielo e per me è immondizia, ma proprio per come è scritto e per la pochezza dei personaggi, ma la mia cuginetta (anni 18 ) lo legge e lo rilegge, allo stesso modo rifiuta categoricamente la guerra degli Antò...libro che a suo tempo fece epoca! Ma è solo questione di gusti nulla di più..
Ultima modifica di girosauro il mar set 12, 2006 11:44 pm, modificato 1 volta in totale.
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Sapphire78
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Messaggio da Sapphire78 »

Per me la lettura Ggiovane per eccellenza fu "I dolori del giovane Werther". Credo che lo sia stati per molti prima di me, e che lo sarà per molti ancora dopo di me. Tre metri sotto terra (ups!) non credo avrà la stessa sorte, ma qui allora si dovrebbe discutere di cosa è un Classico, uno di quei Libri che rompono tutte le barriere spazio/tempo.
Ricordavo di essermi già posta un quesito simile, anni fa...ecco la vecchia discussione

(ero proprio una novellina e la k aveva un suo preciso perchè :lol: )
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laura_s
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Messaggio da laura_s »

Un po' di cose sparse.

Allora, mentre lavoravo avevo questo rumore di fondo circa i libri per giovani e naturalmente sotto sotto sapevo che le risposte che avrei trovato sarebbero state spiazzanti anche per me. Quindi ho mollato lì il lavoro per un'oretta e mi sono data alla meditazione di quando io ero supergiovane. Da un lato noi abbiamo avuto le gioventù cannibali italiane, e va bene. Robetta. Si salva Aldo Nove (la cui produzione in alcuni casi è folgorante e in altri solo squallida). Silvia Ballestra è un po' troppo provinciale. Degli altri non ricordo neanche il nome, figuriamoci l'opera (se però vi viene in mente qualcuno che faccio male a dimenticare, ditemelo!). Poi siamo tutti cresciuti (anche Aldo Nove. Faccio fatica a capirlo, ma non è malvagio, oggi) e abbiamo lasciato il posto a nuove giovincellità. Però continuavo a chiedermi: ma perché questo senso di angoscia-vuoto-terrore attorno ai miei tardi anni 80-inizi anni 90 ? Riaffiorano un paio di cannibali. Escluderei quello di Harris (il cui target, scusate la parolaccia, non è propriamente il "giovane"). Cosa mi ha fatto stare davvero da cacca, perché in alcune cose ho riconosciuto un pezzettino di mondo che è stato anche il mio, il nostro? L'American Psycho yuppie (sostanzialmente supergiovanepalestrato supergriffato superfigo superbroker) che mangia, e non solo, cani e uomini. Ora: AS mi ha fatto vomitare. Non è stata esattamente una lettura edificante e neanche iniziatica. Però è quello che ci meritavamo, penso. AS parla di noi come eravamo e come riusciamo ancora a essere. Soldi, TV, alienazione, plastica, palestra, vestiti, isolamento, nouvelle cuisine, vizi, cinismo, delirio. A suo tempo è stato un libro per giovani. Poi sicuramente ci sarà stato un Douglas Coupland che ha cercato di indorare un po' la pillola (Generazione X, qualcuno se ne ricorda?), ma non è che ne usciamo molto più puliti. C'è sempre questo senso di vuoto assoluto.

Mi viene in mente proprio ora che attorno alla metà dei 90, esce un altro libro per giovani è Uto. Andrea De Carlo. Questo figlio adolescente eccezionale pianista che va in America dagli amici della mamma (similhippie, se non ricordo male), frequenta una comunità dotata di santone indiano e torna a sua volta santonizzato. Questo forse può piacere anche al giovane d'oggi.
Edit: Hmm, qui manca qualcosa: per sua natura (bueno, per calcolo) De Carlo scrive per parlare ai giovani. Troppo, come dire, ruffiano per i miei gusti. Esattamente la stessa strada che ha preso Stefano Benni da un certo punto in poi (punto che collocherei su Baol. E dire che Comici Spaventati Guerrieri era stato proprio uno dei miei libri della gioventù!)

Ecco. E per finire (forse, sono sicura che domani mi viene in mente altro) una domanda a voi intenditori di Brizzi: ma perché Jack Frusciante e non John Frusciante? E' lo stesso di Mother's Milk o un suo succedaneo?

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Virgilio
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Messaggio da Virgilio »

My two cents.

Io penso che un quattordicenne sia molto attratto da ciò che parla del mondo in cui vive e magari nel modo in cui parla, un ragazzo che sta crescendo ha spesso bisogno di modelli in cui riconoscersi, e per questo per ogni generazione c'è tutto un fiorire di romanzi che bene o male rispondono a questo target (ciò non toglie ce ci siano eccezioni come quella di Johnny o del fratello di parolina)
Tra di questi poi vengon fuori dei libri eccezionali, come appunto il Giovane Holden, che però con il tempo acquistano una valenza diversa, come detto da Shappire diventano classici, tanto che spesso oggi Salinger viene letto non certo a quattordici anni ma almeno dai vent'anni in su, quando la scelta letteraria diviene più matura! E sono questi libri eccezionali gli unici a sopravvivere, il resto finisce nel dimenticatoio.
Ergo per me no, la letteratura ggiovane non sopravvive!

Parolina, un po' diverso invece è il discorso per chi è ancora più piccolo, Piccole Donne, Peter Pan, Pinocchio, Il mago di Oz sono altri classici, ma di diverso contenuto!

Per inciso a me, come shandy, Il giovane Holden è piacito molto, mentre mi ha annoiato a morte On the road!!! :yes!:
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Messaggio da girosauro »

non sono sono d'accordo, il fatto è che come la metti la metti un paio di beat li abbiamo letti tutti a quell'età...il che dimostra che il libro gggiovane sopravvive...perchè il punto non è se ci sia piaciuto o meno, ma averlo letto o meno
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Messaggio da Virgilio »

:think: per me chi è su questo forum non fa granchè testo, nel senso che molti hanno letto di tutto e ad età impensabili, insomma non siamo un campione statisticamente attendibile! :P

Ma insomma è solo il mio pensiero! :yes!:
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Messaggio da zazie »

Contatemi nel campione "che palle Kerouac". Ma vabbè, io mi sono innamorata di Julien Sorel e quando penso a letture giovanilistiche vado su grandi classici, anche se confesso di essere caduta su Herman Hesse e l'immancabile Siddartha
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invisigot
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Messaggio da invisigot »

Eccomi qua....faccio outing
mentre i miei compagni del liceo si perdevano nel trittico lettero-musicale Kerouac-Bukowski-Jim Morrison con relative frasi scritte sulla Smemo e aria vagamente maledetta perchè faceva figo, io divoravo Dostoevskij...è grave dottore?
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@mazzone
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Messaggio da @mazzone »

Salve a tutti!
Naturalmente ho visto questa discussione solo ora.
Premesso che non mi è anocra chiaro il vostro concetto il romanzo "giovanilistico", io lo intendo come romanzo con prtagonisti adolesenti che attuano un loro percorso, vi posso dire che:
ho letto Tre metri sopra il cielo e sinceramente mi è sembrato un obrobrio nei confronti di noi adolescenti. Dicò ciò perchè probabilmente non ho una concezione della vita e dei sentimenti come la protagonista. Che a mio avviso è una "bambina" finita per puro caso nel corpo di un adolescente.
Con ciò non nego di avere anche io i miei lati immaturi e infantilistici.
Non faccio commenti invece su Melissa P. poichè non sono coscente di cosa potrei dire.
Piaciuti molto "I dolori del giovane Werther" e "Jack Frusciante è uscito dal gruppo".
Ma il mio romanzo giovanilistico per eccellenza è " Due di due". Ok non rappresenta la "classe" giovanile odierna, essendo ambientato nel periodo sel sessantotto e successivo. Ma tra tutti i libri che ho letto di questo genere è stato quello che mi ha maggiormente colpito.
Gli altri mi sono sembrati quasi tutti troppo eccessivi, che dilatavano la realtà giovanile, troppo legati ai fatti superficiali della vita, distorcendo i sentimenti. Questo no, anche perchè legato a fatti storici.

poi Lilli è guarita e la guerra è finita
e i tedeschi se ne sono partiti
ma per molti anni ha sognato gli spari
e non le usciva la voce.

da "L'unica superstite" -Appunti Partigiani MCR

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