Liberliber ha scritto:ehm... avrei preferito l'ipotesi 'uno che è un grande scrittore'...
Idem, grazie Liber
Allora, la questione Baricco è da sempre molto dibattuta e tanto x essere chiari io sono assolutamente baricchiana (non a caso ho messo in piedi
http://www.oceanomare.com), anche se riconosco che il Nostro talvolta possa stare decisamente antipatico, per via di una immodestia che non riesce a celare.
Ok, ma qs è un fatto se vogliamo comportamentale;, che non dovrebbe fondersi al giudizio sullo scrittore, ma riguardare magari invece le apparizioni in pubblico.
Se avete visto Totem (meglio dal vivo, ma che in tv va bene), Pickwick (grazie Zazie del riconoscimento!) o ancora L'amore è un dardo (cultori della lirica non temete, l'errore era volontario nella scelta del titolo

) penso sappiate che sono cose memorabili, di solito. Comunque, vale il giudizio soggettivo, ci mancherebbe.
Come scrittore, è uno che ha sempre detto che oltre al talento ci va mestiere, e a lui quello non manca. Il risultato è talvolta qs effetto costruito che traspare in certi libri, come vedere la trama di un tessuto che dovrebbe invece restare nascosta; Seta è un libro che ho adorato, è un po'; artificioso nello stile (che pure vi giuro è davvero notevole, specie se siete un po'; nippofili e vi ammazzate di haiku come me da anni) ma la trama è fantastica. E in ogni caso non si tratta certo di un romanzo storico, anzi.
E' vero che AB cerca a volte la poesia in prosa (specie nei suoi primi 2 testi, Castelli di rabbia e Oceano Mare, che per me restano i migliori) e ciò può non garbare a tutti, ma al di là di questo secondo me nei suoi libri lui lascia qualcosa che ti resta dentro. Almeno, io ho provato qualcosa leggendoli, ed è per qs che sono affezionata a quelle storie (e AB all'epoca non sapevo nemmeno che faccia avesse, se fosse piacione o meno, etc. ndX).
Novecento è una gran bella storia, non vi basate troppo sul film, e (per Veronica84 nell'altro thread) soprattutto non cercate di farvi raccontare la trama né di qs né degli altri testi; è strano ma pur esistendo non è praticamente possibile da raccontare, non è Flaubert né Manzoni, ecco...
Il mio unico piccolo consiglio è di mettere da parte l'immagine talvolta un po' fighettina del Nostro e leggere alcune delle cose che ha scritto come se fossero di uno scrittore qualsiasi, felicemente sconosciuto. E poi giudicare. Soprattutto, però, non aspettatevi linearità: non è De Carlo (che come rivelava Vale scrive libri fotocopia riciclando sempre un paio di pattern narrativi ciclostilati), e nessun libro è riconducibile o paragonabile ad altri. Da un certo punto di vista mi sembra un sintomo di una capacità di rinnovamento positiva.
Ai posteri (e agli altri bookcorsari) l'ardua sentenza
baci e abbracci
