Basquiat è un giovane nero della New York dei primi anni '80, non compie studi regolari, ma in compenso divora libri di ogni genere. E gira per la città scrivendo poesie e disegnando graffiti sui muri, firmandosi SAMO (Same Old Shit). A 17 anni, di ritorno da un'ennesima fuga di casa (il padre era severo e violento), afferma di fronte ai genitori che un giorno sarà famoso. Così sarà: il giovane Basquiat, dapprima artista squattrinato, comincia a frequentare i circoli alternativi di artisti e musicisti del periodo (la musica per lui sarà sempre molto importante, citata nelle sue opere. Lui stesso suonava il clarinetto) e verrà scoperto da alcuni "mercanti dell'arte". Le sue opere vengono vendute a prezzi sempre più alti, ma nonostante ciò egli è sempre uno spirito inquieto e insoddisfatto. Suo amico e collaboratore diverrà Andy Warhol. Morirà di overdose a soli 28 anni.
Genio e sregolatezza si fondono in Basquiat. Ambizione, desiderio di celebrità e spregio del denaro al contempo. Le sue tele sono opere di forte e violenta denuncia dell'emarginazione dei neri, luogo dove finalmente essi possono essere valorizzati e talvolta resi eroi; criptiche, ricoperte di colore, di scritte di ogni genere: citazioni, nomi ripetuti all'infinità, liste della spesa e di animali e di musicisti, numeri, codici, tutto nelle lingue più diverse. Mescola Picasso, arte africana, un certo gusto naif a livello formale e il significato, spesso oscuro, è molte volte forte, arrabbiato.
Lo si ama o lo si odia. Ma credo che comunque sia un messaggio il suo con cui vale la pena confrontarsi.
