Vedrai che non te ne pentirai... devi solo lasciarti trascinare dal suo ritmo frenetico, vedrai che alla fine resterai senza fiato.Doc, mannaggia a te...
Neuromante (e il cyberpunk in genere)
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- docTrigor
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GRAZIE
A volte, quando entro nel mio ufficio, mi sembra di camminare in mezzo alle rovine di un'antica civiltà. Non è per il disordine che regna sovrano, ma più probabilmente perché mi ricorda le vestigia dell'essere civilizzato che io fui un tempo. (Blacksad)
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Ciao ne (cit.)
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johnnyfichte
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E invece ci ho messo due anni ancora a iniziare la lettura.
Stavolta però sono già a buon punto.
Partenza un po' lenta. La descrizione "visuale" del "codice" e della "navigazione in rete" è veramente bizzarra mi lascia sempre scuotere un po' la testa ogni volta che la incontro, è più forte di me. E non sono i "numerini verdi" come diceva Frine, almeno non fino a dove ho letto. Del resto Gibson non è mai stato uno smanettone vero, leggo nelle note biografiche, e quindi deve aver faticato notevolmente a rendere le emozioni e le fatiche della consolle.
Genere per me nuovo, ma dopo un po' di pazienza ha cominciato a prendermi sul serio e adesso mi cattura. Sono all'ingresso in scena del misterioso Invernomuto e della T-A. Affascinante.
Stavolta però sono già a buon punto.
Partenza un po' lenta. La descrizione "visuale" del "codice" e della "navigazione in rete" è veramente bizzarra mi lascia sempre scuotere un po' la testa ogni volta che la incontro, è più forte di me. E non sono i "numerini verdi" come diceva Frine, almeno non fino a dove ho letto. Del resto Gibson non è mai stato uno smanettone vero, leggo nelle note biografiche, e quindi deve aver faticato notevolmente a rendere le emozioni e le fatiche della consolle.
Genere per me nuovo, ma dopo un po' di pazienza ha cominciato a prendermi sul serio e adesso mi cattura. Sono all'ingresso in scena del misterioso Invernomuto e della T-A. Affascinante.
Il maldicente non duri sulla terra,
il male spinga il violento alla rovina. Sal 140,12
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- Frine
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io nel frattempo ho letto Monna Lisa Cyberpunk, probabilmente a troppa distanza temporale da Neuromante per apprezzarlo appieno, i riferimenti sono continui, indi per cui dovrò procedere con una rilettura parallela.
Preferisco però gli ultimi lavori di Gibson, beh, L'Accademia dei sogni su tutti, ma anche Aidoru, e American Acropolis, e Luce virtuale, mi hanno coinvolto molto di più..
Preferisco però gli ultimi lavori di Gibson, beh, L'Accademia dei sogni su tutti, ma anche Aidoru, e American Acropolis, e Luce virtuale, mi hanno coinvolto molto di più..
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)
















Neuromante di William Gibson è senza dubbio una lettura difficile.
Si fa fatica a stare dietro alla trama complicata e futuristica, all'ambientazione ed ai bizzarri personaggi, e anche la comprensione del testo è piuttosto pesante.
Ma quando si arriva alla fine, l'opera acquista un respiro assolutamente impensabile, e si finisce per provare nostalgia ed affetto per quelli che ci sembravano protagonisti estranei e intrecci incomprensibili.
Il libro è un capolavoro anche per questo.
Si fa fatica a stare dietro alla trama complicata e futuristica, all'ambientazione ed ai bizzarri personaggi, e anche la comprensione del testo è piuttosto pesante.
Ma quando si arriva alla fine, l'opera acquista un respiro assolutamente impensabile, e si finisce per provare nostalgia ed affetto per quelli che ci sembravano protagonisti estranei e intrecci incomprensibili.
Il libro è un capolavoro anche per questo.
Non so perché ma io, da sempre avida consumatrice di sf nelle sue varie declinazioni nella gamma dall'hardcore all'ascetico (con propensione per le penne di Ballard-Clarke-Dick-Farmer-LeGuin-Silverberg in ordine rigorosamente alfabetico e qualche nome minore in mezzo - Browne? - e penso di dimenticarmi qualcuno e dalla scelta si nota che ho gusti da vecchia) mi sono scontrata con le "nuove " generazioni di fantascienzari. E Gibson non riesco a farmelo andare giù. Datemi la ricetta. Ho letto, eh, ma non mi ha dato neanche un mezzo brividino.Neuromante di William Gibson è senza dubbio una lettura difficile.
Si fa fatica a stare dietro alla trama complicata e futuristica, all'ambientazione ed ai bizzarri personaggi, e anche la comprensione del testo è piuttosto pesante.
Ma quando si arriva alla fine, l'opera acquista un respiro assolutamente impensabile, e si finisce per provare nostalgia ed affetto per quelli che ci sembravano protagonisti estranei e intrecci incomprensibili.
Il libro è un capolavoro anche per questo.
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- agnul
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Ecco, questo potrebbe essere un discorso interessante. Tanto tempo fa leggevo quasi esclusivamente SF e credo di aver letto buona parte dei grandi vecchi. Ma oggi, a parte il cyberpunk che c'e' di nuovo? Ogni tanto su qualche pagina web casuale o faccendo un giro in qualche libreria con testi in lingua vedo dei nomi nuovi. Qualche osservazione casuale......le "nuove " generazioni di fantascienzari...
Ma soprattutto dove sono i patiti di SF su 'sto forum?
Do not feed the trolls.
Il poco di Card che ho letto è "carino", ma niente di più. Di Banks avevo iniziato qualcosa che parlava di una sfera nera giunta dal cosmo profondo che non si sapeva bene cosa fosse e che bisognava controllare perché se finiva nelle mani sbagliate non si sapeva come sarebbe andata a finire. All'improvviso, epifania: hei, ma io questa cosa l'ho GIA' letta! E allora l'ho mollato lì (è vero, lo si potrebbe dire di molte altre cose, però questo era troppo sfacciato. Se si riciclano le idee, bisogna farlo almeno CON STILE!)
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Neuromante È il manifesto del movimento cyberpunk.
Il dopo, per Gibson, è discesa agli inferi letterari (e creativi). Curioso che nessuno abbia citato Bruce Sterling, il quale ha contribuito in ugual misura (se non di più) di Gibson alla teorizzazione del movimento.
Tra tutti i suoi titoli sono da citare:
Isole nella rete.
Giro di vite contro gli hacker.
Caos USA.
È un peccato che i postulati alla base del movimento cyberpunk si siano esauriti in pochi anni. Oggi più che mai avremmo bisogno di un loro seguito. Letterario e sociale.
Il dopo, per Gibson, è discesa agli inferi letterari (e creativi). Curioso che nessuno abbia citato Bruce Sterling, il quale ha contribuito in ugual misura (se non di più) di Gibson alla teorizzazione del movimento.
Tra tutti i suoi titoli sono da citare:
Isole nella rete.
Giro di vite contro gli hacker.
Caos USA.
È un peccato che i postulati alla base del movimento cyberpunk si siano esauriti in pochi anni. Oggi più che mai avremmo bisogno di un loro seguito. Letterario e sociale.
Giro di vite però non è proprio per niente un romanzo, eh. È la cronaca di una serie di fatti accaduti circa 12 anni fa e la descrizione di un mondo che oggi non c'è più. Eravamo appena usciti dagli anni ottanta e c'era tutto un gasarsi generalizzato per quanto si era avanti rispetto a Wargames. (Qualcuno si ricorda Wargames?). Un po' sorpassato. Oggi qualcuno dovrebbe riscriverlo spiegando bene (e facendo nomi) come le società che creano i firewall e gli antivirus e tutte le possibili protezioni e la safety e la security foraggiano i creatori della porcheria che ci intasa i pc e la vita (anvedi come sono polemica stasera).
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- Frine
- Olandese Volante
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parere condivisibile o meno, magari espresso con tono un tantino lapidario.Il dopo, per Gibson, è discesa agli inferi letterari (e creativi).
di gibson & sterling ho letto e liberato parco giochi con pena di morte, una bella raccolta di saggi su temi simili a quelli di giro di vite.
ma appunto come dice laura, sono tutt'altro rispetto alla narrativa (come lo sono gli articoli di sterling pubblicati su XL
d'altra parte mi sembra ovvio che chi scrive sf o cyberpunk sia quasi costretto a cambiare linguaggio, o invenzioni, o ambientazioni. tanto di quello che scrivevano come fantascienza, boh, 10, 15 anni fa, è diventato reale, altro è rimasto per strada.. ma a me le sue storie sembrano sempre molto belle, inevitabilmente diverse, ma coinvolgenti e appassionanti (cito per la miliardesima volta l'accademia dei sogni, un capolavoro..), costruite su nuove realtà e su nuovi futuri possibili.
ecco, fine dello sproloquio.
gibson, il numero di conto corrente è sempre lo stesso
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)
















Vero, Laura. Non è un romanzo. Non mi è sembrata una pregiudiziale. Ho letto di "libri" e di "cyberpunk", per questo la citazione. Se è risultato un titolo fuori luogo, chiedo venia.
(A suo tempo lo trovai oltremodo piacevole. Certo, dovrei rivisitarlo. Quello e qualche altro centinaio di titoli in attesa
)
(A suo tempo lo trovai oltremodo piacevole. Certo, dovrei rivisitarlo. Quello e qualche altro centinaio di titoli in attesa
Frine, per quanto riguarda la suddivisione romanzo/pseudosaggistica, vale la risposta che ho dato a Laura.
Per il resto, ho espresso una mia opinione e il tono è volutamente lapidario: Neuromante fu un elettroshock letterario. I seguiti per Gibson sono stati un deja vu sistematico.
Questo è un mio giudizio, ovvio. In quanto tale, ha un unico valore come testimonianza. Nient'altro
Per il resto, ho espresso una mia opinione e il tono è volutamente lapidario: Neuromante fu un elettroshock letterario. I seguiti per Gibson sono stati un deja vu sistematico.
Questo è un mio giudizio, ovvio. In quanto tale, ha un unico valore come testimonianza. Nient'altro
Uff, Frine. Mai una cosa facile, eh? 
Be', dopo Neuromante ho letto altri due libri di Gibson: Luce virtuale è l'unico titolo che riesca a ricordare. In entrambi sono condensate le stesse argomentazioni di fondo. La trama un po' deboluccia (l'idea degli occhiali che riescono a far vedere la città come sarà nel futuro sembra più un pretesto per un racconto pittosto che per un romanzo). Infine la tecnica, molto più vicina a normali romanzi che a ciò che ci aveva abituato in Neuromante. Probabile che se avessi letto questi due per primi li avrei potuti trovare piacevoli, ma, giungendo dopo Neuromante, non mi sono piaciuti per niente. Per questo preferisco Sterling, che ha saputo rinnovarsi restando fermo nei principi del cyberpunk (ne è un esempio Caos USA).
(Questo è ciò che ricordo. Le letture risalgono a troppi anni fa. Dovrei assoggettarmi a un ripasso, ma la coda di ri-lettura è chilometrica e il compito arduo assai – Sorriso –).
Be', dopo Neuromante ho letto altri due libri di Gibson: Luce virtuale è l'unico titolo che riesca a ricordare. In entrambi sono condensate le stesse argomentazioni di fondo. La trama un po' deboluccia (l'idea degli occhiali che riescono a far vedere la città come sarà nel futuro sembra più un pretesto per un racconto pittosto che per un romanzo). Infine la tecnica, molto più vicina a normali romanzi che a ciò che ci aveva abituato in Neuromante. Probabile che se avessi letto questi due per primi li avrei potuti trovare piacevoli, ma, giungendo dopo Neuromante, non mi sono piaciuti per niente. Per questo preferisco Sterling, che ha saputo rinnovarsi restando fermo nei principi del cyberpunk (ne è un esempio Caos USA).
(Questo è ciò che ricordo. Le letture risalgono a troppi anni fa. Dovrei assoggettarmi a un ripasso, ma la coda di ri-lettura è chilometrica e il compito arduo assai – Sorriso –).
Italian Crackdown
"Giro di vite contro gli hacker" di B. Sterling è inserito da tempo anche nella mia lista d'attesa di letture.
L'opera è citata, tra gli altri, anche dal nostro Carlo Gubitosa, sostenitore dell'informatica libera ed esponente dell'associazone PeaceLink, che nel suo "Italian Crackdown" descrive per l'appunto l'ondata di sequestri di BBS (Bulletin Board System, le bacheche elettroniche che prosperavano quando la rete mondiale internet non esisteva ancora) operati in Italia dalle forze di polizia nel 1994, ufficialmente per combattere la pirateria informatica ma, di fatto, per mettere a tacere voci di dissenso, come suggerisce l'autore.
Gubitosa fa un parallelo tra questi sequestri italiani e quelli americani di qualche anno prima, descritti da Sterling nel citato romanzo, ed inoltre ci accompagna attraverso la storia delle reti informatiche amatoriali pre-internet e ci descrive l'underground informatico americano degli anni 70-80, la fucina da cui sono usciti anche Sterling, Gibson e gli altri, per intenderci.
"Italian Crackdown" è un'ottima lettura, è rilasciato sotto licenza Creative Commons ed è scaricabile da qui
L'opera è citata, tra gli altri, anche dal nostro Carlo Gubitosa, sostenitore dell'informatica libera ed esponente dell'associazone PeaceLink, che nel suo "Italian Crackdown" descrive per l'appunto l'ondata di sequestri di BBS (Bulletin Board System, le bacheche elettroniche che prosperavano quando la rete mondiale internet non esisteva ancora) operati in Italia dalle forze di polizia nel 1994, ufficialmente per combattere la pirateria informatica ma, di fatto, per mettere a tacere voci di dissenso, come suggerisce l'autore.
Gubitosa fa un parallelo tra questi sequestri italiani e quelli americani di qualche anno prima, descritti da Sterling nel citato romanzo, ed inoltre ci accompagna attraverso la storia delle reti informatiche amatoriali pre-internet e ci descrive l'underground informatico americano degli anni 70-80, la fucina da cui sono usciti anche Sterling, Gibson e gli altri, per intenderci.
"Italian Crackdown" è un'ottima lettura, è rilasciato sotto licenza Creative Commons ed è scaricabile da qui



