Maledette Donne Scrittici.

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Moderatori: aly24j, Therese, Marcello Basie

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Frine
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Messaggio da Frine »

Ma in ognuno di questi non sono mai riuscito ad avvicinarmi ad un personaggio femminile [...]
guarda, l'allende che tanto ti dispiace (a me pure, eh.. a parte iniziali sprazzi di felicità narrativa) racconta, forse in Afrodita, che quando teneva un corso di scrittura, come prima cosa diceva ai suoi studenti di togliersi di mente di scrivere il Nuovo Grande Romanzo Americano, di accettare l'idea che avrebbero potuto tranquillamente scrivere un romanzo, una novella, un racconto BRUTTO, e soprattutto di scrivere di ciò che si conosce. Stessa cosa che consiglia King, in On Writing.
E se King è troppo commerciale, stessa cosa che consiglia Carver ne Il mestiere di scrivere.

Forse non devi creare il personaggio femminile perfetto, forse potresti scrivere di tua madre, di tua sorella, della tua donna, delle tue amiche, delle splendide donne di bookcrossing (coff coff), cogliere le loro sfumature, inserirle nelle tue storie..
Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre. (Stefano Benni)

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tilly77
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Messaggio da tilly77 »

Quoto il consiglio di leggere la Atwood e anche la Byatt naturalmente (qualcuno l'aveva citata in prima pagina).
Per il fatto degli uomini scrittori che faticano a cogliere lo spirito femminile (ammesso che esista, e poi alla fine che diavolo è???) anch'io credo che bisognerebbe buttarsi sul conosciuto, ma soprattutto disfarsi un po' di quell'idea del mondo femminile così affascinante e impenetrabile che crea timore reverenziale. Nello stesso tempo uno scrittore maschio troppo sicuro di sé che creda "io le donne le conosco e le capisco 8) " mi dà pure un po' fastidio, mi sembra un mix fra uno psicologo televisivo e un latin-lover... :suspect:
Diego
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ok

Messaggio da Diego »

Grazie!!!
Apprezzo molto i suggerimenti, sono curioso di scoprire Margaret Atwood. (Il racconto dell'ancella, L'assassino cieco) Roddy Doyle (Rory&Ita) oltre al dolore perfetto di Riccarelli.
Certo è una pratica diffusa trarre spunto dalle persone che si ha la fortuna di conoscere (uomini e donne) per riproporli (con aggiunte e rivoluzioni) nei romanzi, è anche un modo per sentirli più vicini. Però nei libri che ho amato ho sempre sentito quell'io narrante "maschile" "femminile", come se fosse il timbro di una voce... mentre (con le debite proporzioni) quando mi è capitato di scrivere non riuscivo a distaccarmi da me stesso. Sto filosofeggiando. Faccio un esempio, proponendo una descrizione che ritrae la mia ragazza di allora:

"La trovai morbidamente adagiata sulla poltrona. Sulla mia poltrona. Non riuscii ad esprimere l’ostilità dovuta a causa delle gambe snelle che ciondolava senza clemenza dal mio bracciolo preferito. Appoggiavo lì la nuca, specialmente nelle notti interminabili, narcotizzate da film d’azione e affogate dall’ irresistibile ruminare di biscotti al cioccolato.
Ora c’erano le sue gambe, nude, lucenti. Notai il piccolo neo appena sotto la caviglia. Prima di ogni altro dettaglio mi colpì il suo modo di parlare, intenso, senza tregua. Appesantiva le “t” e le “r”, quasi tirandotele dietro come una lanciatrice di coltelli. Doveva essere del nord Europa perché le frasi le morivano in bocca, spostava gli accenti sulle lettere iniziali di ogni parola. Credetti addirittura che faticasse a respirare per seguire il discorso. Però ad ogni passaggio, ad ogni deviazione ritrovava la
stessa piacevolezza e la stessa gioia di esprimersi. Si era presentata come una persona tranquilla, politicizzata ma tranquilla, non feci caso subito al nome, pensai che sarebbe sparita presto.
Non era importante né chi fosse, né da quale parte del mondo arrivasse. Non molto alta, aveva seni naturali, le premevano contro la maglietta. Disegnavano la curva più sensuale del mondo. Mi limitai a risalire con lo sguardo il profilo, fino alle fossette del mento, non arrivando però agli occhi. Percepii comunque l’intenso profumo di muschio. Una fragranza rassicurante aveva invaso la nostra casa."

Leggete invece la prima pagina di Manola (Margaret Mazzantini)! Tutta un'altra storia!
Grande Margaret.
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laura_s
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Messaggio da laura_s »

Non ho capito il tuo esempio, Diego, ma boys who are girls who like boys to be boys come me non scriverebbero mai di possenti afrori di muschio che invadono la casa, perché se sento afrori di muschio che invadono le case o scappo io o faccio smammare la persona olfattivamente diversa. E poi. Ma non ti senti un po' a disagio a scrivere "persona tranquilla, politicizzata ma tranquilla"? Sai che suona molto "mansueta, mentecatta ma mansueta"?

Comunque: cosa c'entra tutto questo con le donne?

l
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Diego
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Messaggio da Diego »

Cara Laura_s, mi facevano notare che si poteva trarre spunto dalle
persone che appartengono alla tua vita (sorelle, madri, ragazze) per poter rendere meglio certe sfumature... dei tratti tipici di femminilità.
Il mio era un esempio concreto per far capire, attraverso un confronto, come accanto al personaggio ci sia la questione dell'io narrante. Del passo, del timbro di voce, del gusto narrativo... e sono cose che si sentono molto quando si elabora una pagina. Ma con la tua domanda mi hai costretto a risponderti "filosofeggiando". Avevo preferito dare un indizio di quella che sento una difficoltà. :think:

(Il politicizzata ma tranquilla ha senso nel resto della storia... se non ricordo male, l' "afrore di muschio" dovrei averlo fregato proprio all'Allende :mrgreen: )
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