La storia che Del Toro (già autore di "Hellboy" ma anche de "La spina del diavolo") racconta si svolge su due piani, uno assolutamente fantastico e uno terribilmente realistico: la bambina protagonista si ritrova catapultata in una realtà magica in cui rospi giganti vivono sotto alberi secolari e mostri senza occhi che divorano i bambini siedono a tavole riccamente imbandite nell'attesa che qualcuno ceda alla gola risvegliandone la ferocia. E tutto questo per obbedire a un misterioso (e poco raccomandabile) fauno che le chiede di superare tre prove per tornare a regnare sul mondo sotterraneo che le spetta di diritto.
Tutto attorno a lei infuria la guerra, anzi, la guerriglia: tra i soldati franchisti che dominano la Spagna (comandati dal cattivissimo patrigno della protagonista) e i partigiani che si oppongono alla dittatura. Questo scontro militare è talmente violento che al suo confronto persino le creature più spaventose e inquietanti provenienti dal mondo della magia sembrano quasi rassicuranti. La storia procede su due binari che si intersecano di tanto in tanto senza che nessuno prenda mai il sopravvento e il racconto si mantiene sospeso tra due dimensioni contrapposte ma al tempo stesso così simili. Quello che la protagonista, così appassionata dai racconti di fate, deve affrontare è un cammino di crescita e di maturazione che la mette davanti a imprese difficili e scelte dolorose. Senza avere la certezza di dove queste scelte la porteranno.
L'atmosfera del racconto (per le ambientazioni, le luci e tutto il resto) è assolutamente cupa, soffocante. Uno dei pregi maggiori del film - oltre a quello di tenere sempre viva l'attenzione del lettore (o dello spettatore, fate voi!
 ) incuriosito e angosciato per il destino dei protagonisti - è quello di essere talmente pessimista da rendere inaspettate soluzioni che altrove sarebbero il più abusato dei clichè. Mi sembra di aver notato un'influenza notevolissima di un lavoro come "La città incantata" di Miyazaki: le prove che la piccola Ofelia deve affrontare, e la realtà magica con cui si trova a fare i conti, ricordano moltissimo le peripezie che vedevano protagonista la piccola Chihiro (si chiamava così?). Solo che quello era "solo" un cartone, e le scene più disgustose (e anche un po' sadiche, diciamolo) impressionavano meno di quanto accada in questo film. Gli attori mi sono sembrati bravi, soprattutto la ragazzina che interpreta Ofelia e l'uomo nei panni del terribile militare (che se facessero il film da "L'ombra del vento" dovrebbe interpretatere il cattivone di turno pure lì). Ma anche i comprimari (il dottore e Mercedes su tutti) hanno fatto un bel lavoro. E tutto il film è molto, molto curato.
) incuriosito e angosciato per il destino dei protagonisti - è quello di essere talmente pessimista da rendere inaspettate soluzioni che altrove sarebbero il più abusato dei clichè. Mi sembra di aver notato un'influenza notevolissima di un lavoro come "La città incantata" di Miyazaki: le prove che la piccola Ofelia deve affrontare, e la realtà magica con cui si trova a fare i conti, ricordano moltissimo le peripezie che vedevano protagonista la piccola Chihiro (si chiamava così?). Solo che quello era "solo" un cartone, e le scene più disgustose (e anche un po' sadiche, diciamolo) impressionavano meno di quanto accada in questo film. Gli attori mi sono sembrati bravi, soprattutto la ragazzina che interpreta Ofelia e l'uomo nei panni del terribile militare (che se facessero il film da "L'ombra del vento" dovrebbe interpretatere il cattivone di turno pure lì). Ma anche i comprimari (il dottore e Mercedes su tutti) hanno fatto un bel lavoro. E tutto il film è molto, molto curato.Angosciante e crudo, ma secondo me da vedere... Sapendo che non si tratta della solita fiaba di Natale, anzi. Anche se c'è pure uno strano lieto fine...

 
  
 
 










 , altra storia fantastica ambientata nella Spagna del dopo-Franco con rimandi alle epoche precedenti.
 , altra storia fantastica ambientata nella Spagna del dopo-Franco con rimandi alle epoche precedenti. 

 
 

 
 
 
 