USA, Classici addio (grisham vs hemingway)

Se volete parlare seriamente di qualcosa che non è presente in nessuna delle altre aree e/o volete dare un annuncio generale a tutti per una cosa importante, questa è l'area appropriata.

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Xenia
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USA, Classici addio (grisham vs hemingway)

Messaggio da Xenia »

Leggo su Repubblica.it:
Epurate molte librerie americane dai volumi di grandi autori che non si leggono più - Impossibile trovare le opere di Emily Dickinson, difficile reperire anche Faulkner
(che tristezza...)

EDIT:
nell'articolo si cita il direttore di questa Biblioteca Pubblica della Virginia, tale Sam Clay
http://www.fairfaxcounty.gov/library
Proporrei di subissarlo di mail da qui:
https://www.fairfaxcounty.gov/library/claymailform.htm
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zoe
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Re: USA, Classici addio (grisham vs hemingway)

Messaggio da zoe »

Ma davvero, che tristezza...
Mi sembra una cosa a dir poco sconcertante e agghiacciante l'idea, un giorno, di entrar in libreria e non poter più regalare la Dickinson o chi altro...
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EdoM
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Messaggio da EdoM »

Avendo fatto il bibliotecario e conoscendo il problema della finitezza delle dimensioni degli scaffali, comprendo la logica retrostante questa decisione.
Ma un programma statistico non può considerare, a meno che non sia stato progettato appositamente, l'importanza di alcuni autori per la storia della letteratura..

Se posso accettare che non venga tenuta a disposizione l'opera omnia di Socrate e Platone, non accetto che non ne vengano mantenuti almeno i lavori principali, dai quali, poi un lettore, potrebbe decidere di voler consultare anche gli altri.

Il bibliotecario DEVE, comunque, mediare l'elenco dei libri cestinati dal programma, con la propria sensibilità e salvare il salvando.
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Xenia
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Messaggio da Xenia »

infatti, la decisione magari di rivedre alcuni aspetti nella gestione complessiva dei titoli disponibili è un conto, ma lasciare spazio eccessivo a Grisham a scapito di Faulkner (!) mi sembra dimostri una miopia abbastanza preoccupante...
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Messaggio da tostoini »

grandi autori che non si leggono più
:shock: cioé mi si dice che la Dickinson non é più letta? ma dove? da chi? mah..
comunque é una decisione veramente agghiacciante..
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liberliber
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Messaggio da liberliber »

perché la comprano tutti per averne una copia invece di prenderla in prestito in biblioteca! No eh? :? :(

copincollo l'articolo del Corriere che sennò poi sparisce:

Classici destinati all'oblìo?
Usa: via Hemingway per far posto a Grisham
Una specie di crudele «auditel» decide se un libro può rimanere in una biblioteca pubblica: meno letto più è facile venga eliminato

NEW YORK - Hemingway, addio. E addio anche a Aristotele, William Faulkner, Tennessee Williams: per far posto ai best seller di John Grisham, Stephen King, David Baldacci, Nelson DeMille, dagli scaffali delle biblioteche pubbliche americane stanno scomparendo i grandi classici. Benvenuti nella Fahrenheit 451 del Ventunesimo secolo, dove il killer non è la censura ma le spietate leggi del mercato.
A Fairfax, sobborgo bene alle porte di Washington, non si trovano più il monumentale tomo settecentesco di Edward Gibbons, Declino e Caduta dell'Impero Romano che nessuno richiede, o L'Educazione di Henry Adams, la famosa autobiografia di un discendente di presidenti americani che scelse di non seguire la carriera degli avi. Emily Dikinson e le sue poesie sono diventate una specie in via di estinzione. E così Per chi suona la Campana di Hemingway. O lo Zoo di Vetro di Tennessee Williams. O Il Buio oltre la Siepe di Harper Lee.
DECIDE «L'INDICE DI LETTURA» - L'assassino, in questo massacro di mostri sacri della letteratura americana e mondiale, è il computer: o per la precisione un programma di software disegnato per catalogare quante volte un libro è stato consultato nell'arco di due anni. Le biblioteche pubbliche negli Usa hanno da sempre sfoltito gli scaffali da titoli impopolari per far spazio a nuovi libri e ai best-seller. Ma il nuovo trend segnalato oggi dal Washington Post mette le istituzioni comunali e statali al livello delle librerie commerciali - grandi catene come Border's e Barnes and Noble - che si basano esclusivamente sulle preferenze del mercato per assegnare in nome del profitto lo spazio limitato degli scaffali. Si crea a questo punto un circolo vizioso. I libri che la gente richiede sono facili da trovare mentre molti testi che nessuno richiede finiscono in cantina o peggio, fuori dalla porta, anche se si tratta di grandi classici del sapere mondiale. «Dobbiamo essere spietati», ha detto al quotidiano della capitale il direttore delle biblioteche pubbliche di Fairfax, Sam Clay, che sta meditando se cestinare le opere di Aristotele o l'Urlo e il Furore di Faulkner: «Un libro non è eterno. Se hai 30 metri di scaffalature occupate da libri sui tulipani e solo uno viene preso a prestito, devi liberarti di tutti gli altri»

di Alessandra Baldini (Ansa)
03 gennaio 2007
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aieie
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Messaggio da aieie »

A me sembra invece che, come sempre, gli americani prendano atto della situazione reale e si adeguino di conseguenza: che senso ha tenere disponibili in biblioteca copie di libri che nessuno ha preso in prestito per anni?
E' vero, è triste ed inquietante che Dickinson lasci il posto a Grisham ma è pur vero che che in ogni caso il tomo della Dickinson non lo prende nessuno e quindi lasciarlo disponibile non aumenterà certo il numero di lettori della stessa. E' invece più probabile che lettori meno eruditi, trovando disponibilità di quello che piace, si avvicinino alla lettura e alle biblioteche per poi, magari, passare a generi e scrittori più ostici ( che a mio parere non spariranno, verranno solo ridimensionati nel numero e varietà delle copie disponibili).

Mi sembra meglio del metodo italiano dove al liceo per UN ANNO si studia un solo libro: quel polpettone assurdo dei Promessi Sposi. In questo modo rubiamo spazio ai Pirandello e ai Gadda, ma anche ai Vonnegut e Marquez, per dirne quattro a caso, il tutto perchè impostazione e programmi di studio sono fermi dall'epoca fascista.
Ultima modifica di aieie il mer gen 03, 2007 6:55 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da 2teepot »

Si può tacciare come iniziativa consumistica , forse .

Però la notizia "sensazionale" non deve far dimenticare che in fin dei conti mica spariscono questi libri ; possono essere rimesse al pubblico nuove copie se nuovamente richieste .

Roba da ricchi , insomma . :P
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liberliber
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Messaggio da liberliber »

per la situazione in Italia, riporto questo articolo da booksblog.it (il grassetto è mio):
L'estinzione dei classici negli USA

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Ebbene sì, dopo i primi rumors che annunciavano la sparizione dagli scaffali delle librerie e biblioteche americane dei grandi classici, che vendono molto di meno dei bestsellers (da quelli di Grisham alle opere di Dan Brown, passando per Harry Potter), la notizia di un vero e proprio processo di estinzione è stata ufficializzata.
I capolavori che hanno fatto la storia della letteratura stanno sparendo del tutto negli USA. In pochissimi li richiedono ancora e qualcuno ormai ne ha dimenticato del tutto l'esistenza.
Un esempio inquietante di come questo processo si sta evolvendo arriva dalle biblioteche di una ridente cittadina vicino a Washington, Fairfax, dove si sta verificando quello che in Fahrenheit 451, Ray Bradbury aveva anticipato (posso citare Fahrenheit 451 o è già estinto?).
Seppur senza fuoco, la sparizione e l'oblio sono sempre più veloci: dagli scaffali delle biblioteche pubbliche spariscono i classici se gli utenti non li richiedono per un prestito nell'arco di due anni. Chi lo decide? Ironia della sorte nell'era di GoogleBooks: un software che gestisce i prestiti e gli archivi.
A subire questa sorte sono già stati Williams, Hemingway, Faulkner, Aritstotele, Lee, Dickinson, e la lista è aperta .
In Italia, la notizia è stata presa con sdegno (per fortuna), e le biblioteche nazionali si sono affrettate a comunicare che per loro il libro è "un’opera d’arte: se una mostra è meno visitata di un’altra, non per questo le sue opere vanno mandate al macero".
La legge italiana, tra l'altra, considera i libri dei beni immobili che non possono essere dimessi, ma a prescindere dalle precisazioni legali, i responsabili delle biblioteche sono chiari: "eliminare dei titoli dagli scaffali solo perché non richiesti sarebbe una follia".
In fondo i corsi e ricorsi storici ci insegnano che alcuni titoli vivono dei periodi ciclici e la biblioteca deve conservare sempre il suo ruolo di "archivio della memoria".
I classici italiani sono salvi. Per ora.
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Virgilio
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Messaggio da Virgilio »

Sì di questa cosa si è resa conto anche una mia amica, in presa diretta, in una città ad un'ora da Boston...e non si parla solo di classici, quasi tutto quello che non sia best-seller è difficile da trovare, ad esempio a lei piace molto Saramago e ha grossissime difficoltà a trovarlo, praticamente hanno solo "Cecità".
So many books, so little time...

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Messaggio da Xenia »

Articolo di Veltroni sul tema, oggi su Repubblica.it

Incollo in particolare questo:
Sembra proprio rappresentare, questa notizia, un ulteriore segno dei nostri tempi, di ciò che troppo spesso è diventata la nostra vita. Tutto va consumato velocemente, tutto deve procedere a un ritmo accelerato, e a contare, ogni giorno, è l'organizzazione, l'efficienza, la visibilità, il calcolo del rapporto tra costi e benefici, l'appetibilità dei prodotti. Anche se quei costi e quei benefici vengono valutati pensando a una biblioteca. Anche se quei prodotti sono libri, per i quali tutto si può fare, tranne lasciare - anche qui, come in troppi altri campi della nostra vita - che a decidere della loro qualità, della loro ricchezza culturale, del loro restare nel tempo e diventare memoria, siano solo le vendite, meccanismi simili all'auditel, indagini di mercato.
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Messaggio da Xenia »

Mi sembra meglio del metodo italiano dove al liceo per UN ANNO si studia un solo libro: quel polpettone assurdo dei Promessi Sposi. In questo modo rubiamo spazio ai Pirandello e ai Gadda, ma anche ai Vonnegut e Marquez, per dirne quattro a caso, il tutto perchè impostazione e programmi di studio sono fermi dall'epoca fascista.
su questo credo che potremmo addirittura aprire un thread a parte :), purtroppo non non abbiamo avuto un Victor Hugo, e ci toccano I promessi Sposi, che per carità, hanno anche delle gran qualità, ma non merita probabilmente un intero anno di sofferenza, soprattutto nella misura in cui si sottrae tempo prezioso per avvicinare i ragazzi ad una lettura magari a loro più "vicina" (non sto parlando di Moccia, ma magari un Salinger, un Melville, un Faulkner piuttosto che qualsiai italiano che non sia Verga ;))

E' invece più probabile che lettori meno eruditi, trovando disponibilità di quello che piace, si avvicinino alla lettura e alle biblioteche per poi, magari, passare a generi e scrittori più ostici
mm... ho qualche perplessità sul fatto che i lettori meno eruditi vadano a cercare Grisham in biblioteca e poi passino, che ne so, al Melville del caso (fra l'altro mi domando quanti testi stranieri ci siano nelle bibliotecehe americane: come sempre loro pensano di vivere in una specie di regime autarchico, anche culturalmente...)
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verdeacqua
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Messaggio da verdeacqua »

qualche anno fa ero diventata piuttosto assidua nel prendere in prestito libri da alcune delle biblioteche pubbliche di Roma. all'inizio di ogni libro c'era (e probabilmente c'e' ancora) un foglietto su cui andavano annotati tutti i prestiti, con le date di restituzione. ebbene, la maggior parte dei libri che prendevo in prestito, piu' che altro classici, mi pare, e romanzi russi, erano stati presi in prestito per l'ultima volta almeno un paio d'anni prima. alcuni non erano conosciutissimi e anch'io li ho letti per caso, trovandoli sugli scaffali. se fossero stati eliminati dopo 2 anni di "inattivita'" forase non li avrei mai letti neanche io :?
"...in esso vivevano uomini aridi e oscuri al pari di corde di violino, esseri dai quali si potevano però trarre tutti i valzer, tutte le lacrime, tutti i suoni del mondo." Ilja Ehrenburg

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JamsODonnellToo
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Messaggio da JamsODonnellToo »

Non temete, presto qualcuno registrera' un sito savetheclassics.com o qualcosa del genere, si organizzeranno gruppetti sparuti di attivisti che avranno come unico hobby quello di prendere in prestito i grandi classici nelle piccole biblioteche, ogni "classic" almeno una volta ogni due anni. E l'ideatore del sito ci fara' su anche dei soldi. Scommettiamo? (azz, e' un'ideona, quasi quasi lo registro io il dominio...)
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liberliber
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Messaggio da JamsODonnellToo »

noooo il sito e' gia' registrato maledizione!! ahahah :lol: e' in costruzione, bisogna tenerlo d'occhio eh ;)

http://savetheclassics.com
Ultima modifica di JamsODonnellToo il gio gen 04, 2007 4:56 pm, modificato 1 volta in totale.
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liberliber
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non ci posso credere :shock:
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JamsODonnellToo
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Messaggio da JamsODonnellToo »

Perche'? That's Ammerica ;)

Beh comunque il sito potrebbe essere stato registrato per altri scopi e in qualunque altro momento dai... pero' lo terro' d'occhio ;).
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aieie
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Messaggio da aieie »

(fra l'altro mi domando quanti testi stranieri ci siano nelle bibliotecehe americane: come sempre loro pensano di vivere in una specie di regime autarchico, anche culturalmente...)
Dici che sono autarchici? Sarà che ho amato la public library di NY ma..
Alcuni dati riguardanti solo le 4 principali biblioteche di New York City (tralascio le 85 succursali)
15,634,320 books;
2,328 computers for public use;
libri in 43 lingue diverse (tra cui armeno e albanese);
esempio di autarchia culturale oggi nei primissimi link della biblioteca http://www.nypl.org/research/ ho trovato per caso:
500 Years of Italian Dance: Treasures from the Cia Fornaroli Collection

Per contro

Sormani fiore all'occhiello milanese:
Libri 620.000
Presso il PUNTO WEB 12 postazioni multimediali sono disponibili per la consultazione di risorse elettroniche in linea (Internet e banche dati) e 1 postazione per la consultazione di cd-rom.
la sala di lettura dispone di 140 posti a sedere e 4 tavoli per l'uso di computer portatili.

Farei un raffronto più completo ma:
il sito www.nypl.org ha questi numeri
15,100,000 visits to website
243 countries accessing website
27,001 web pages
2,500,000 web images

il sito sormani:
5 pagine
la ricerca non funziona :(

Sarò io filoamericano ma credo che dovremmo svegliarci e ammettere che gli americani ci sovrastano non solo tecnogicamente ma anche culturalmente, facciamo l'errore di scambiare Bush e il texas per l'america, un po' come se Bossi ci rappresentasse tutti.In realtà noi chiamiamo cultura la nostra decadenza e bolliamo il loro pragmatismo come ignoranza.
Sempre secondo me, eh?
saluti
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verdeacqua
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Messaggio da verdeacqua »

dovremmo svegliarci e ammettere che gli americani ci sovrastano non solo tecnogicamente ma anche culturalmente
non credo che nessun Paese di nessun continente, sovrasti culturalmente anche solo un Paese, appartenente al nostro supponente primo mondo o al cosiddetto terzo, neanche-o soprattutto- gli Stati Uniti, nonostante possa essere piu' avanzato sotto certi aspetti.
cio' detto, i dati della biblioteca di New York sono impressionanti, ma mi chiedo se siano in linea con quelli dele biblioteche pubbliche della provincia americana. non sara' che la sfavillante Grande Mela non rappresenta il resto del Paese?
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