Born into Brothels è, o meglio, dovrebbe essere, soltanto un documentario su un gruppo di bambini e sulla loro possibilità di riscatto.
Ma si rivela da subito molto più che questo: la storia è "inquadrata" da Zana Briski, fotografa inglese che ha vissuto in un quartiere-bordello di Calcutta per documentare la vita delle donne che qui vivono e lavorano, entrando in contatto con i figli di questo quartiere, bambini e bambine con una vita già scritta da una gabbia sociale che non permette uscita.
La curiosità dimostrata dai bambini induce la Briski a dotarli di macchine fotografiche, impegnandoli in un corso di fotografia che li porterà per un poco fuori dal ghetto, che forse permetterà a qualcuno di loro di avere un'istruzione, e a qualcuno di iniziare una carriera.
Evitando uno sguardo puritano-compassionevole ma anche un'eccessiva crudezza, le immagini ci portano semplicemente, e senza sentimentalismi, a condividere questa vita, un sistema in cui le cose funzionano così e basta, senza giudicare.
I bambini "nati nel bordello" sono vivi, curiosi, splendenti.
Anche quando raccontano delle loro famiglie disastrate, anche quando affermano di conoscere il proprio futuro e di non sapere come cambiarlo.
E' il loro punto di vista, nitido, consapevole, di bambini che hanno già capito tutto quello che c'è da capire ma continuano a sfrecciare in bicicletta scattando foto ai passanti, perchè la vita è questa.
E Avijit, re del mondo in visita al World Press Photo Foundation ad Amsterdam, forse riuscirà davvero a diventare quello che vuole, con i suoi dipinti e le sue fotografie personalissime.
E' un film visivamente maestoso per i suoi colori saturi e imponenti che colpiscono gli occhi, per una regia che non è filmica ma fotografica, in cui ogni sequenza sembra una foto in movimento, in un paese in cui anche l'asfalto può sembrare turchese.
Soprattutto voi, amicici fotografi, cercatevi questo film, chè sarei curiosa di sapere se anche a voi lascerà quest'impressione di aver visto delle fotografie che si animano l'una dentro l'altra.
