Il libro è già un mini ring in famiglia, visto che l'abbiam letto sia io che mio papà e adesso lo sta leggendo il mio moroso, ci metterà ancora un po', ma io intanto apro le iscrizioni, vediamo come va, intanto preparo le sorprese!!

la recensione ha scritto: "Mauro Corona è un uomo leale, scala montagne in stile pulito, scolpisce legno seguendo la vena e la luna, scrive libri e storie di persone vere e perciò rare."
Erri De Luca
Con Nel legno e nella pietra Mauro Corona consegna ai suoi lettori il primo grande libro della sua vita.
Novantatrè storie, e un epilogo, legate tra loro da una inconfondibile voce narrante, danno vita ad una sterminata epopea del Vajont dove lui, Mauro Corona, è protagonista e narratore. Una ridda di volti e personaggi che sembrano cavati "nel legno e nella pietra", folli ed eroici, sobri e bevuti, ammiccanti tra boschi, dirupi montani e panche di osteria.
Sono spaccapietre e carbonai, streghe e boscaioli, bracconieri e cacciatori: bevitori impenitenti, selvatici, violenti, ma facili alla commozione come fanciulli. Sono vecchie, madri-coraggio, venditori ambulanti di ciotole, mestoli di legno, setacci e pale da forno; sono fantasmi benevoli e maligni, spiriti dei boschi che conoscono il linguaggio delle foglie edel vento, anime inquiete che popolano le valli, i burroni, gli scabri sentieri del Vajont.
C'è l'epica delle scalate impervie, vittorie e sconfitte annegate nel vino, esultanza e paura, scarogna e fortuna, chiodi, corde, picozze, mente lucida e muscoli tesi ad abbracciare la roccia.
Per le pagine corrono, appaiate, la Vita e la Morte, entrambe figlie del Destino, la buffoneria e la tragicità, la malinconia e la baldoria, la dabbenaggine e la furbizia, la scabra quotidianità e i colori, spesso cupi, della leggenda. Attorno ci sono le foreste, il legno vivo degli alberi, l'occhio dei laghi alpini, i ghiacci, la neve, un bestiario onnipresente di uccelli, cani, capre, serpi, volpi, camosci, cervi, caprioli.
Il libro, poderoso, si chiude con la serie delle sedici "Storie dei dannati di pietra" che inizia epicamente così: "Quando si avvicinava il giorno dei morti, sulla cava di marmo del monte Buscada, calava il silenziodell'inverno". Perfino la vita infernale dei cavatori è tuttavia illuminata da una speranza: scoprire, tra gli spaccati del marmo, gli "occhi di pescecane", bolle solidificate come perle nere. Tra esse ce n'è una, ancora più preziosa, la perla di cielo, dal colore azzurro: una incalcolabile fortuna per chi la troverà, unica, come è unica, nella vita, la fortuna quando arriva.
Il nocciolo duro del libro è una moralità semplice e aspra, che corrisponde al senso dell'onore, dove i vecchi maestri impartiscono vitali insegnamenticon antica sapienza.
Partecipanti





ermydave (carcare (sv))
celeste (sarnico)
urgula (forlì)
marnes (Firenze)
Frullina (Lucca)
seiofossi (siena)
pimpumpam (San Felice del Benaco)
Moeren (genova)
NAELEGIA (savona)
mangelzoo (Roseto Degli Abruzzi (TE))