Ritroviamo Sugar, prima del suo incontro con William, nel suo bordello dove cerca di vivere un giorno di Natale meno squallido del solito; in un altro racconto c’è il solito mediocre William invecchiato con la seconda moglie; in un altro la cameriera personale di Agnes, diventata prostituta, racconta le emozioni provate a un incontro di lotta tra un cane e i topi; nell’ultimo (e secondo me il più riuscito) racconto il figlio di Sophie ormai novantenne racconta la sua avventurosa vita
In quest’ultimo si intuisce cosa è successo dopo la fuga di Sugar, ma la parte più bella è dove il nipote di William descrive gli eccentrici componenti della sua strana famiglia e la difficoltà per chi, come lui, è nato nelle più libere colonie di ambientarsi in una Londra ancora irrigidita nelle sue classi e nelle sue tradizioni.nato in Australia, ritornato bambino in Inghilterra, allevato da un padre stravagante e una madre e una zia ancora più eccentriche impegnate nella lotta per il riconoscimento del voto alle donne.
Che bella l’idea del bambino che cerca di immaginarsi come possa essere somigliante ai suoi genitori: prima si immagina creato nella parte superiore dal padre e nella parte inferiore dalla madre, poi arriva a pensarsi come “un minestrone” di entrambi.